Della situazione critica di Lampedusa siamo tutti al corrente, da ogni parte del mondo gli occhi sono puntati sull’isola siciliana. Così c’è chi ha preso provvedimenti, chi è corso ai ripari, chi si è dato da fare, chi si è indignato e chi ha cominciato la campagna elettorale per le Europee a giugno.
In un solo weekend l’Italia ha visto Giorgia Meloni insieme a Ursula von der Leyen in visita a Lampedusa da una parte, e Matteo Salvini con Marine Le Pen a Pontida dall’altra. A dire la stessa cosa? Una sorta di voce che sia unica dal Sud al Nord? Ma quanto mai.
A Lampedusa sono approdate la presidente del Consiglio Meloni e la presidente della Commissione Ue von der Leyen che ha affermato: “L’Italia può contare sull’UE” e propone una soluzione in 10 punti che comprende rimpatri più veloci, corridoi umanitari per l’immigrazione legale e soprattutto la valutazione di nuove missioni navali. A dispetto delle azioni intraprese da Francia, Germania e Austria (di chiusura imminente dei confini di fronte al massiccio arrivo dei migranti in Italia) Ursula von der Leyen parla di “una risposta europea coordinata a una sfida europea”.
Per Meloni, quello che promette (ancora una volta) l’Ue per bocca della presidente della Commissione von der Leyen ma soprattutto la presa di posizione dell’Europa non è “solidarietà nei confronti dell’Italia”, ma un “gesto di responsabilità verso se stessi”, perché l’Italia fa parte dell’Europa stessa, mentre si dimentica di dire – tralascia volutamente – che è la solita solfa che gli italiani sentono da molto tempo. Questo è quello che è andato in scena a Sud Italia.
Nello stesso momento, al Nord Italia, andava in scena una commedia dai contorni tragicomici e dai risvolti completamente ribaltati. Questa volta tutto si svolge a Pontida, dove invece facevano coppia Matteo Salvini e Marine Le Pen, partita all’istante per non lasciare l’Italia da sola (ma l’Italia è Pontida?). Da qui si ascolta un copione completamente diverso da quello che “altri italiani” – a questo punto bisogna dirlo – hanno ascoltato da “altri luoghi”. È possibile che con 1.200 chilometri di distanza il messaggio si sia talmente distorto alle orecchie del ricevente fino a snaturarsi completamente? Un po’ come quel vecchio gioco del telefono senza filo nel quale il messaggio si modifica fino al risultato finale storpiato che suscita tanta ilarità tra i partecipanti. Possiamo immaginarcela la Premier all’indomani di Lampedusa – Pontida che chiama il suo vicepremier dai più efficienti cellulari di ultima generazione: “Matté, ho detto che l’Italia ‘può contare sull’Europa’, non ‘Tagliare con l’Europa’!”.
Poi agli italiani arriva anche una terza versione della situazione, quella di Tajani, in una posizione – ideologicamente e geograficamente (da New York) – totalmente distante dai due colleghi di maggioranza, dice cose completamente diverse: intanto afferma che si tratta di migranti che scappano per non morire – concetto da sempre rifiutato dagli altri – ma parla anche di una “situazione non esplosiva” ma “già esplosa”, alla quale bisogna porre rimedio con i fatti e non con le parole che invece si spendono abbondanti altrove.
Da Nord a Sud per Lampedusa o per l’Europa?
Con la situazione migranti, siamo di fronte ad una spaccatura interna della maggioranza evidente e non si spiega come possano ancora affermare che dureranno 5 anni (più altri 5, esagera per non smentirsi Salvini). Quando da una parte la Premier Meloni interviene a braccetto con l’Ue e dall’altra Salvini con i sovranisti anti-Europa, non si sta facendo e non si farà nulla per la situazione, si sta semplicemente facendo propaganda elettorale.
Il telefono senza filo, fine e senza senso, finché si gioca va anche bene, ma con la vita delle persone, di una nazione e perfino con la fiducia dei propri elettori non si può giocare.
Redazione La Pagina