Vasco Dumartheray lascia la sua funzione dopo due anni, ma i risultati sul plurilinguismo non migliorano
Non è rosea la situazione del plurilinguismo nell’amministrazione federale, dove il personale italofono e francofono è ancora sotto rappresentato. Per promuovere il plurilinguismo nel 2010 era stato nominato dall’Ufficio federale del personale (UFPER) il ginevrino Vasco Dumartheray. Il delegato ha avuto inoltre il compito di sostenere le unità amministrative nel reclutamento del personale e di promuovere lo scambio di informazioni ed esperienze tra l’amministrazione federale e il Parlamento, in particolare con le deputazioni delle minoranze linguistiche. In un’intervista al Corriere del Ticino, Dumartheray, che lascerà l’incarico il 30 novembre 2012, ha elencato i lati da migliorare nel plurilinguismo in seno all’amministrazione federale: “L’obiettivo ultimo previsto dalla legge sulle lingue è che ognuno possa lavorare nella propria lingua. Poi occorre interrogarsi sul ruolo che si vorrà dare al nuovo delegato al plurilinguismo”.
Per dare un’ulteriore scossa alla situazione, il Consiglio nazionale esaminerà il 17 settembre la mozione “Promozione del plurilinguismo” depositata dalla Commissione delle istituzioni del Consiglio degli Stati, che la ha già approvata. Secondo il testo della mozione “il Consiglio federale fissa gli obiettivi in materia di plurilinguismo e nomina direttamente il delegato”. Per il nuovo delegato si auspica un potenziamento di competenze e d’autonomia e la possibilità di vegliare concretamente a una corretta applicazione del plurilinguismo nell’ambito dell’amministrazione federale. Queste considerazioni sono state espresse dal governo ticinese in una lettera al Consiglio federale. Inoltre i quadri dovranno padroneggiare una seconda lingua nazionale e parlarne attivamente una terza e la Confederazione si assume i costi della formazione linguistica e finanzia i corsi di lingue per i quadri medio-superiori.
Nei suoi due anni di delegato, Dumartheray ha sì dato alcuni impulsi sensibilizzando i dipartimenti a dare priorità alla promozione delle lingue, ma ha anche affermato che il suo compito è stato limitato di molto sulle possibilità di intervento, anche per una certa ritrosia e indifferenza dei Dipartimenti. Inoltre il credito a disposizione dei Dipartimenti (5-6 milioni di franchi) non è stato utilizzato per migliorare la situazione. La nuova ordinanza sulle lingue in vigore dal 1° luglio 2010 prevede per i singoli Dipartimenti di rispettare le quote linguiste rispetto alla popolazione svizzera: il 70 percento tedescofono, il 22 percento francofono, il 7 percento italofono e l’1 percento romancio. In generale le quote sono rispettate, se si prendono in considerazione tutti i Dipartimenti, ma cambiano se si osservano i singoli uffici, dove il personale di lingua tedesca è ancora proporzionalmente sopra rappresentato, in particolare nelle funzioni dirigenziali.