Nel ruolo di uno scagnozzo schizofrenico e psicopatico di “El Indio” nel film “Per qualche dollaro in più” era stato particolarmente efficace, ma ora affiora una realtà raccapricciante
Oggi la teoria di Cesare Lombroso – antropologo e criminologo della seconda metà dell’Ottocento famoso per aver istituito un parallelo tra le fattezze del volto e il tasso di criminalità di un individuo o, se si vuole, per aver detto che un criminale lo si riconosce dai tratti del volto – non è più di moda, né sicuramente valida, ma, a giudicare da alcune note fisionomie, non era del tutto infondata.
Chi non ricorda il volto, profondamente espressivo, di uno degli scagnozzi di “El Indio” nel film “Per qualche dollaro in più”? Alludiamo al volto di Klaus Kinski che quando odiava qualcuno o stava per usargli violenza faceva sobbalzare l’occhio e la piega del labbro superiore. Ebbene, Klaus Kinski è stato un bravissimo attore, straordinariamente efficace nel ruolo dello psicopatico e dello schizofrenico, ma è stato un gran bastardo anche nella vita privata, anche se finora è stato sempre ricordato per le sue qualità teatrali e cinematografiche. Genio e sregolatezza, si diceva anche di lui, e in effetti genio lo è stato, non solo come attore ma anche come regista. Ma non era solo quello, e a dirlo non è stato un critico malevolo, ma sua figlia, la sua secondogenita, Pola Kinski, oggi sessantenne, sorella della ben più famosa Nastassja Kinski. Già quest’ultima anni fa disse che suo padre era sempre stato assente e che non badava troppo a loro (alle figlie e alla famiglia). In realtà, a giudicare da quello che è scritto in un libro autobiografico scritto da Pola e di prossima pubblicazione, il giudizio di Nastassja non era proprio esatto. Il padre s’interessava molto, invece, di Pola, ma non nel senso di un comune rapporto tra padre e figlia. Ecco le sue parole tratte da un’intervista al settimanale tedesco Stern: “Mio padre mi ha stuprata da quando avevo cinque anni fino ai diciannove. Si è sempre infischiato di tutto, anche quando cercavo di difendermi. Gli era indifferente e si prendeva ciò che voleva”.
La parola “genio”, con tutto quello che ha di straordinario, in quanto a creatività, è sempre stata associata a sregolatezza, in quanto i geni non sono persone comuni, altrimenti non sarebbero geni. Quando però si dice “sregolazezza” si intende una vita sovrabbondante, non monotana o ripetitiva ma, appunto, sregolata. Tuttavia, una cosa è la sregolatezza e altra cosa l’abitudine di stuprare le bambine e in questo caso la figlia minorenne. Il tanto osannato personaggio pubblico Klaus Kinski era un poco di buono. Ecco un altro passaggio dell’intervista di Pola Kinski: “Non potevo più sentirmi dire da tutti che grande tuo padre, che genio tuo padre. Da quando è morto, questa idolatria nei suoi confronti è diventata sempre peggio. La mia verità di figlia è molto diversa. Non sono mai riuscita a vederlo come grande attore. Ho vissuto tutta la vita nel terrore dei suoi scoppi d’ira. Ha abusato di qualunque persona, non ha mai rispettato nessuno”.
Qualcuno ha trovato da ridire sul fatto che Pola Kinski abbia rivelato questo lato oscuro solo adesso che il padre è morto da più di ventuno anni (1991) e non può difendersi, ma è stata lei stessa a dire il perché quando ha parlato di un’idolatria crescente. Insomma, dice Pola, passi il silenzio, ma che debba passare per un santo, questo proprio no.
La storia è piena di personaggi che hanno conquistato una grande fama pubblica nascondendo miserie private. Klaus Kinski è solo uno degli ultimi. L’altro personaggio osannato dalla critica internazionale, l’altro genio circondato dall’aureola dell’ammirazione è stato Roman Polanski, anche lui accusato di stupro. Non c’è solo la Storia con la “s” maiuscola, c’è la storia incredibile di milioni di bambine e bambini abusati dagli orchi che sono il loro padre, senza nome, cittadino comune esemplare, salvo poi a scoprire che era il terrore dei figli.
Miserie umane, si dirà, ed è vero, ma fa specie che ad essere un orco è proprio quel personaggio di cui tanto bene si diceva in pubblico e tanto male ha fatto in privato.