Nell’ultimo anno sono crollate le offerte di lavoro pubblicate sui giornali. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la crisi “distrugge” ben 38.478 posti ricercati attraverso la carta stampata.
È quanto rivela l’indagine Isfol sulla ricerca di lavoro qualificato attraverso le inserzioni sui quotidiani. Meno 54,7% la percentuale del significativo calo delle inserzioni a modulo nel primo trimestre 2009. Il numero degli annunci sui quotidiani è passato infatti da 70.319 (primo semestre 2008) a 31.841 (primo semestre 2009).
Rispetto all’anno precedente, vengono meno 38.478 richieste di lavoro pubblicate sulla carta stampata. Una numerosità così bassa, ancora mai registrata, anche per i settori economici e le aree aziendali/funzionali può essere facilmente compresa se letta nell’ambito della grave crisi economica che l’Italia sta attraversando.
La valutazione di questo elemento porta quindi a parlare di un nuovo fenomeno, quello della distruzione di posti di lavoro di tipo qualificato. Tra le prime dieci professioni/occupazioni l’unica che fa registrare una crescita è l’operatore call center (settimo posto con 482 inserzioni, +35,8%).
Figura considerata da sempre quale paradigma di occupazione “precaria”, ha avuto uno sviluppo significativo negli ultimi anni grazie alla diffusione, nelle aziende, degli approcci basati sulla soddisfazione del cliente (customer satisfaction).
La particolarità del mercato del lavoro 2009 si rispecchia anche nella top ten del “Barometro” che vede nelle prime dieci posizioni le tradizionali professioni inerenti la vendita quali l’agente (prima posizione con 2.231 annunci nel I semestre 2009, -16%), il venditore (secondo posto con 1.532 inserzioni e un pesante -60,4%), l’agente vendita (terza posizione con 723 inserzioni e -45,8%), l’agente monomandatario (quinto posto con 522 annunci e -43,6%) e l’agente plurimandatario (nona posizione con 384 inserzioni e -31,2%).
Presentato quest’anno per la prima volta il Barometro delle occupazioni interinali contenente i dati riferiti agli annunci pubblicati sui quotidiani dalle società di somministrazione del personale, ex interinali.
La volontà di diffondere questi dati è emersa dalla peculiarità dell’andamento degli stessi. Se infatti la media nazionale conferma un dimezzamento delle inserzioni interinali (-48,4%) in linea con il dato generale (-54,7 complessivo di tutte le inserzioni nel raffronto primo semestre 2008 – primo semestre 2009) sbalorditivo appare il dato relativo al Nord-Est unico a registrare un andamento positivo con ben il +366% di inserzioni interinali. Il Barometro delle prime venti occupazioni interinali fa registrare un quadro nettamente diverso da quello tradizionale.
Se come visto, in quello predominano le professioni legate alla “vendita” in questo predominano infatti le occupazioni legate alla produzione. A solo titolo esemplificativo, tra le prime 10 occupazioni ben quattro fanno riferimento a quest’area.
Al primo posto figura, infatti, l’operaio (596 annunci nel I 2009, -79,1% rispetto al I 2008), al terzo l’operaio qualificato (337 inserzioni e -46,2%), al sesto il saldatore (234 annunci, -27,1%) e al decimo il manovale (193 annunci). Uno degli aspetti significativi che è emerso in questa analisi è la dinamica delle professioni/occupazioni interinali del Nord Est. Emerge qui, nettamente, la componente “produttiva” delle domande di lavoro interinale con ben 9 occupazioni nelle prime venti posizioni e addirittura quattro nelle prime cinque: saldatore; operaio; addetto reparto; manutentore meccanico; manutentore elettrico; operaio qualificato; operatore meccanico; tornitore; montatore.
Emerge da questo spaccato una situazione assai differente dalle analisi tradizionali.
Qui, in prima battuta, in attesa di ulteriori approfondimenti, si può ipotizzare che i lavoratori interinali siano richiesti da quelle imprese le quali non vogliono assumersi l’onere dell’assunzione diretta.
È, difatti, in quest’ottica che si possono leggere i dati che vedono, a livello circoscrizionale, “reggere” il solo Nord-est e dove, come si è già visto, sono preponderanti le occupazioni inerenti le fasi della “produzione” rispetto a quelle della “vendita” oppure quelle tipiche dell’“amministrazione”.
Dalla ricerca Isfol-Csa emerge che anche il “valore commerciale” degli annunci (dato dal rapporto tra il giro di affari e il numero di offerte) è decisamente in calo. Si passa dai 429 euro del I 2008 ai 350 nel I 2009 (-19%).
Approfondendo l’analisi, nell’ambito delle professioni maggiormente richieste, si conferma un maggiore investimento in professioni caratterizzate da incarichi manageriali. È la figura del manager l’unica a registrare un valore commerciale a tre zeri: 2.515 euro nel I 2008 che, a distanza di un anno, si riduce a poco meno della metà, 1.233 euro (-51%).
Di contro, tutte le professioni il cui esborso medio nella ricerca, da parte delle aziende, non supera la soglia del centinaio di euro, sono le meno qualificate: operaio qualificato, operatore call center, addetto recupero crediti, saldatore, cassiere, macellaio, cameriere, manovale, ecc.