L’80% delle piante e fiori spontanei viene impollinata dalle api selvatiche e altri piccoli insetti che diminuiscono sempre di più. Quali sono le conseguenze e i rimedi per salvaguardarli?
Delle api selvatiche se ne occupa direttamente un dossier dell’Ufficio federale dell’ambiente della Confederazione: sono fondamentali per l’ecosistema e hanno urgente bisogno di aiuto!
Ma qual è la differenza tra le api selvatiche e quelle da miele? Le prime non producono il prezioso alimento ma svolgono un ruolo insostituibile come impollinatrici di piante sia coltivate che spontanee. La differenza, inoltre, numerica di questi insetti è significativa perché per ogni esemplare di ape mellifera corrispondono 615 apri selvatiche. Entrambe le specie si compensano a vicenda nel ruolo attivo di impollinatori volando in momenti del giorno e delle stagioni diverse, in condizioni atmosferiche diverse garantendo una “copertura” del territorio completa. Esistono 600 specie di api e ognuna ha un ruolo preciso che non puo’ essere sostituito da altre; ne è un esempio il bombo che negli orti riesce con la sua lunga proboscide a impollinare i fiori dei fagioli. Anche l’alimentazione è diversa: alcune raccolgono il polline solo su certe piante altre diversificano ma il loro lavoro è basilare per l’ecosistema anche se poco riconosciuto.
Sono insetti insostituibili ma la distruzione del loro habitat naturale, la riduzione di fonti di nutrimento e l’uso intensivo nelle coltivazioni di insetticidi hanno aggravato un netto calo di questa specie già segnalato dagli anni sessanta fino ad un peggioramento costringendo i ricercatori a inserire le api selvatiche nella lista rossa, quella che delinea una minaccia importante. Gli studi hanno dimostrato che l’uso di insetticidi a largo spettro sono altamente nocivi per le api influenzandone negativamente la riproduzione e il loro sistema immunitario con il risultato che il 45% delle api è in crisi di sopravvivenza.
Potrebbe esistere un mondo senza questi insetti? Senza di loro non ci sarebbe impollinazione e di conseguenza fiori e frutti che ci priverebbero di frutta, verdura o bacche ma neanche i derivati come cioccolato, caffè o the. Se ci pensiamo anche il cotone verrebbe a mancare in quanto infiorescenza utilizzata nell’industria tessile.
Il dossier dell’Ufficio federale consiglia di aiutare le api nel loro sviluppo creando luoghi di nidificazione (come le casette di legno e cannette in vendita nei garden center) nel proprio giardino o in aeree verdi del luogo di lavoro oppure di offrire nutrimento coltivando fiori selvatici anche su un piccolo balcone. Ricordiamo che il raggio di azione di un’ape selvatica alla ricerca di cibo è al massimo di 300 metri. In ogni caso mai eliminarle con insetticidi. A sostenere la salvaguardia delle api c’è anche l’iniziativa “missione B” lanciata il mese scorso dalla Società svizzera di radiotelevisione (SSR) in una campagna a favore della creazione di nuovi giardini e spazi verdi sensibilizzando la popolazione al ruolo fondamentale di questi insetti.
foto: Ansa