La Prof.ssa Antonia Pichi è stata insegnante dei Corsi di Lingua e Cultura. Attualmente è segretaria del Circolo PD di Zurigo. Ha accettato gentilmente di rispondere ad alcune domande relative ai Corsi di Lingua e Cultura
Come nascono i corsi e con quali finalità?
I corsi di lingua e cultura italiana, istituiti con la legge n.° 153 del 1971, avevano all’inizio soprattutto le finalità di mantenere vivo il legame con la lingua di origine e di aiutare i connazionali ad integrarsi nella comunità di accoglienza.
La Sua posizione sulla certificazione?
In genere le persone che si sottopongono alle prove di certificazione sono stranieri. Per esempio un italiano cerca di superare le prove di tedesco del “Goethe Institut”, o quelle di inglese organizzate dalla università di Cambridge per poter dimostrare la sua conoscenza di queste lingue. Non ha molto senso che queste prove siano sostenute da persone di madrelingua: per esempio se un italiano si sottoponesse agli esami di certificazione (CELI, CILS, PLIDA o Roma Tre) per dimostrare la sua conoscenza della lingua italiana sembrerebbe un fatto strano. Per quanto riguarda gli alunni dei corsi alcuni anni fa a titolo sperimentale si è proposto di far sostenere loro su base volontaria esami di certificazione della lingua italiana nell’ambito di un progetto ministeriale. Penso che la certificazione sia qualcosa di secondario ed accessorio ai corsi, qualcosa che può far parte dell’offerta formativa se è approvata dal Collegio docenti, ma si deve sempre tener presente che è fondamentalmente per stranieri, non per italiani. Nei corsi di lingua e cultura i programmi sono concordati con le autorità scolastiche svizzere e contenuti nel Rahmenlehrplan del Cantone di Zurigo.Ogni anno la valutazione del docente viene riportata nella pagella svizzera, quindi il suo valore è riconosciuto dalle autorità svizzere. Inoltre alla fine del ciclo l’ufficio scuola del Consolato rilascia una dichiarazione di valore ed un attestato finale. La preparazione agli esami di certificazione resta qualcosa di accessorio, opinabile e facoltativo (può esserci, ma anche non esserci) e va decisa dal collegio docenti in modo chiaro e trasparente anno per anno, è un servizio in più fornito da alcuni docenti dando tuttavia la priorità allo svolgimento dei programmi.
Anni fa aveva proposto un 4° anno per l’approfondimento della cultura italiana per gli alunni di madrelingua e per la certificazione degli eventuali L2 (non più madrelingua).La riproporrebbe?
Certamente! Penso che sarebbe bene organizzare un quarto anno, in cui i madrelingua possano approfondire lo studio della letteratura o della storia o dell’arte italiana, e in cui gli altri si possano dedicare solo alla certificazione. Si avrebbe un doppio vantaggio: da un lato si potrebbe lavorare meglio nelle classi terze senza doversi dedicare anche alla preparazione di alcuni alunni alla certificazione, che non interessa tutta la classe, e dall’altro i ragazzi più impegnati avrebbero la possibilità di approfondire la loro formazione culturale e linguistica nel 4° anno.
Il futuro dei corsi?
Penso che i corsi abbiano buone prospettive di crescita e di diffusione: è importante che siano sempre curati con impegno l’aspetto linguistico e quello culturale.Credo che sia fondamentale mantenere il legame con la cultura italiana del passato e di essere aperti ed interessati a quella moderna ed attuale e coinvolgere gli alunni con nuove attività e progetti. Perché non provare anche ad ottenere il loro riconoscimento come “crediti”? Inoltre non possono diventare un ponte tra la Svizzera e l’Italia e diffondere anche tra gli stranieri la nostra lingua e cultura?
Importanza della lingua italiana?
Da alcuni era considerata all’inizio lingua di immigrazione utilizzata nei cantieri e nei luoghi di lavoro per comunicare, adesso è invece definita lingua di cultura, in quanto portatrice di una grande cultura. Sappiamo che la richiesta di italiano è in aumento tra gli stranieri per motivi di studio, di lavoro o per turismo. Infatti conoscere la lingua italiana significa poter accedere al nostro patrimonio letterario, artistico e musicale. Pensate che secondo l’Unesco il 50% dei tesori artistici del mondo si trova in Italia! Comunque venga definita questa è la nostra lingua! Una lingua ricca, capace di esprimere infinite sfumature di significato, riflessioni, concetti, emozioni, da amare leggendo le opere dei suoi scrittori e pensatori, da utilizzare in modo sempre più appropriato e da diffondere ed apprezzare per la sua bellezza e musicalità . Se conosciamo bene l’Italiano possiamo comprendere meglio quello che viene detto o scritto in questa lingua, possiamo esprimere meglio il nostro pensiero e le nostre opinioni e, non è poco, partecipare in modo sempre più consapevole anche alla vita politica.In breve possiamo sentirci più liberi.
2 commenti
Una donna di sinistra, finalmente! Brava Pichi: il pubblico al pubblico, il privato al privato! Dove sono gli altri politici, i maschietti che alzano la voce quando non serve?
Ho letto con attenzione l’intervista alla Professoressa Pichi e mi congratulo con Lei,oltre per la nomina di segretario del circolo PD di Zurigo, per aver in modo semplice, chiaro, trasparente e senza sotterfugi espresso la propia opinione sulle certificazioni in lingua italiana.
Ho apprezzato nella suddetta intervista la sincerità, dote rara nei politici, nell’argomentare che solo il voto dato dagli insegnanti dei Corsi di lingua e cultura italiana ai ragazzi che li frequentano ha valore legale, insieme all’attestato finale di frequenza, rilasciato dall’Ufficio scuola del Consolato.Invece le certificazioni in lingua italiana sono superflue e quasi dei doppioni.
E allora perché proporle e chiedere alle famiglie degli alunni dei Corsi un’ulteriore spesa inutile?
Personalmente mi auguro che la Professoressa Pichi possa dare, anche come rappresentante político, un ulteriore contributo, affinché anche le Istituzioni scolastiche italiane all’estero intervengano a informare in modo corretto le famiglie che queste certificazioni rilasciate da Enti privati(CELI, PLIDA, CILS) non sono per ragazzi di madrelingua italiana e in particolar modo per chi frequenta i Corsi di lingua e cultura italiana.
Spero, infine, che la sinistra di schieri, come qualche decenio fa con Enrico Berlinguer, a favore della scuola pubblica e non di quella privata!