Su La Stampa di Torino è apparso un articolo-inchiesta sui deputati europei, sulle loro paghe attuali e su quelle che entreranno in vigore a partire dal 2009, quando ci sarà il rinnovo del Parlamento europeo.
Beh, inutile dire che le sorprese non mancano ed è inutile aggiungere che, come al solito, gli italiani sono quelli che godono di più privilegi. Ed è superfluo anticipare che quasi certamente con la riforma che entrerà in vigore, come detto, dal 2009, poco o nulla cambierà.
Vediamo la situazione attuale, che mostra, dati alla mano, perché la corsa a un seggio ad Bruxelles è così ambita.
TimesNewRomanPSMT; line-height: 24px” class=”Apple-style-span”>La spiegazione certamente consiste nei buoni propositi di dare un contributo di idee e progetti, sicuramente va ricercata nell’ambizione, legittima e umana, di essere un personaggio in vista, ma la risposta più sintetica sono i 411 mila e 438 euro all’anno che un deputato intasca, senza peraltro dannarsi di lavoro. Attenzione però: non tutti i deputati, solo quelli italiani.
Gli altri guadagnano un pochino di meno e ve ne sono altri ancora che arrancano con oltre 130 mila euro in meno rispetto ai nostri baldi eroi.
I deputati europei sono 785, ripartiti tra 27 Paesi, e costano un miliardo e 32 milioni di euro, cioè l’1% dell’intero bilancio dell’Unione Europea (UE).
Il loro stipendio complessivo ammonta a 300 mila euro lordi all’anno così formati: 30 mila sono di indennità annua per le sedute parlamentari; 180 mila di indennità annua per i portaborse; 47.352 di indennità per spese generali(telefoni, posta, cancelleria); 3’895 di indennità viaggi lavorativi; 381 di contributo di viaggio da Bruxelles a casa (oltre i 1500 km di distanza), più 595 se i km sono oltre i 2500.
Niente male per chi, comunque, per risparmiare ulteriormente sui rimborsi ricorre agli aerei low cost, magari facendo giri e giretti per le capitali europee, oppure prendendo il treno, se non i pullman, per rimediare qualche risparmio in più.
Esageriamo?
Purtroppo no, come non esageriamo quando diciamo che le spese per telefono, posta e cancelleria vanno in cavalleria perché vengono più o meno tutte scaricate sugli uffici delle istituzioni o dei partiti a cui i singoli deputati sono legati nella madrepatria.
Altro che eliminare gli sprechi: c’è un fiume sotterraneo che scorre indisturbato e si alimenta sempre di più, a dispetto delle dichiarazioni pubbliche.
In realtà, quando abbiamo parlato dei 300 mila euro lordi all’anno (pari a 262 mila 223) abbiamo usato un’espressione impropria.
Infatti, questi soldi non sono lo stipendio, fanno parte di ciò che con una parola si chiama “benefit”, ossia rimborsi. Il vero stipendio è quello che i singoli governi nazionali pagano ognuno ai propri rappresentanti.
E qui se ne vedono delle belle. Lo avrete già immaginato: lo stipendio che il nostro governo paga ad ogni deputato italiano a Bruxelles è il più alto in senso assoluto; si tratta di centoquarantanovemila e duecentoquindici euro (149.215).
Ecco spiegato perché l’autore dell’articolo, Marco Zatterin, ha parlato di ogni deputato europeo come di una Società per l’Europa (SpE). Questa Società gestisce in proprio 411.438 euro. Davvero niente male.
Ma è per tutti così? Niente affatto, gli austriaci seguono gli italiani con 105.527 euro, i tedeschi con 84.108, gli irlandesi con 83.706, gli inglesi con 82.380, i greci con 73.850, i belgi con 72.017, i danesi con 69.768, gli olandesi con 66.782, i lussemburghesi con 63.791, i francesi con 63.093, i finlandesi con 62.640, gli svedesi con 61.704, gli sloveni con 49.860, i ciprioti con 48.960, i portoghesi con 48.285, gli spagnoli con 39.463, i polacchi con 28.056, gli estoni con 23.064, i maltesi con 17.082, i cechi con 16.900, i lituani con 14.196, i lettoni con 12.900, gli slovacchi con 10.656, gli ungheresi con 10.080. Mancano gli ultimi due Paesi ammessi.
In sostanza, il governo ungherese dà ai loro rappresentanti in Europa diecimila euro all’anno, oltre duemila euro in meno della somma che un deputato italiano prende al mese. Dicevamo che, a partire dal 2009, le cose cambieranno perché lo stesso Parlamento ha approvato una riforma che prevede che tutti i deputati dovranno prendere la stessa cifra dai governi nazionali: 7000 mila euro al mese.
Di solito, riforme che prevedono diminuzioni di stipendio trovano serie difficoltà a passare, per cui vi chiederete come mai la riforma sia passata.
E’ presto detto: a rimetterci sono solo gli italiani e gli austriaci, tutti gli altri, a parte i tedeschi per i quali resta tutto com’è adesso, ci guadagneranno. Dunque non c’è nessuna eccezione: austriaci e italiani, in ogni caso, non avrebbero mai potuto impedire la riforma e sono stati costretti a fare buon viso a cattivo gioco.
Le sorprese non mancano. Dal 2009 è vero che l’età pensionabile per i signori parlamentari sarà innalzata a 63 anni, ma i rimborsi per i viaggi e spese varie saranno a “piè di lista”, cioè senza giustificativi. Voi che dite: aumenteranno o diminuiranno?