La Spezia la città dove il carrello della spesa costa meno. Milano più conveniente di Roma. Foggia e Palermo le più care. Esselunga il supermercato più conveniente.
Sono questi, in sintesi, i dati che emergono dall’indagine annuale sul “Superisparmio” elaborata da Altroconsumo per il 2009, che ha messo come di consueto sotto la lente d’ingrandimento 931 punti vendita in 66 città italiane. Nei supermercati di La Spezia una famiglia può risparmiare “oltre 1.300 euro in un anno’’ rispetto alla media nazionale, mentre al dodicesimo posto per convenienza si piazza Milano (si risparmiano 775 euro) che batte di gran lunga Roma (32esima con 431 euro di risparmio).
E se si scorre la classifica degli scaffali più a buon mercato, al primo posto svetta la catena che fa capo a Bernardo Caprotti, Esselunga, che anche nel 2009 risulta essere il gruppo della grande distribuzione con i prezzi più competitivi del Belpaese. Seguono Panorama, Bennet, Iper e Carrefour.
Analizzando il risparmio di città in città, e considerando che una famiglia italiana spende in media per la spesa 6.600 euro l’anno, Pisa e Firenze sono i centri dove la media è più economica, spendendo meno di 6.000 euro. Pavia invece è la città dove si può conseguire il risparmio maggiore scegliendo bene il punto vendita: 1.530 euro.
Molto alti, invece, i prezzi medi che si riscontrano a Pescara, Genova, Catania e Palermo, dove la spesa media per una famiglia è superiore o comunque molto prossima ai 6.800 euro. In particolare, a Foggia e Palermo va la maglia nera visto che sono le città in cui, anche scegliendo il punto vendita più conveniente, non è possibile risparmiare rispetto alla media nazionale.
Da segnalare, infine, Bolzano dove c’è la forchetta tra spesa massima e minima più ridotta (risparmio di 244 euro).
In definitiva, Altroconsumo ritiene che “il gioco virtuoso della concorrenza non funziona davvero in tutte le città. Ci sono capoluoghi di provincia, tra gli oltre 60 che abbiamo visitato, dove il risparmio annuale delle famiglie può essere molto alto (fino a 1.500 euro) scegliendo il supermercato meno caro e abbandonando il più esoso. In altre città però questa differenza è assai più lieve e non supera i 300 euro’’.
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