La lotta per la parità di genere pone al centro dell’attenzione mondiale anche il tema del patrimonio detenuto dalle donne. L’edizione di quest’anno del Global Wealth Report (GWR) prende in esame i dati sulla ricchezza femminile, concentrandosi in particolare sulle differenze di genere
“In base alle nostre analisi, nel corso del ventesimo secolo la quota di patrimonio detenuta delle donne è aumentata notevolmente, fino a raggiungere il 40% della ricchezza mondiale. Questa stima è superiore a quanto emerso da alcuni studi precedenti, in quanto vi abbiamo incluso gli attivi non finanziari che, oltre a rappresentare la metà della ricchezza delle famiglie a livello globale, sono più equamente ripartiti tra uomini e donne. Dobbiamo inoltre ricordare che la stima è una media mondiale e che esistono notevoli differenze tra le varie regioni”, è quanto emerge dall’ultimo Global Wealth Report e in particolare la sezione “Women and Wealth” di James Davies e Anthony su incarico dello Credit Suisse Search Institute.
L’aumento della ricchezza femminile è stato alimentato dai cambiamenti di stile di vita verificatisi nel corso del secolo scorso, sottolinea il rapporto. Il maggiore livello di istruzione, la possibilità di perseguire una carriera e la capacità di conciliare il lavoro con la vita familiare sono solo alcuni dei fattori che hanno consentito alle donne di godere di una maggiore indipendenza finanziaria, guadagnare e, di conseguenza, risparmiare di più.
D’altro canto, sono anche presenti forze che tendono a frenare o invertire questo progresso. Nel rapporto si fa l’esempio del continuo divario di retribuzione tra i generi riduce le prospettive di accumulo di ricchezza per le donne. Nel corso di questo secolo si è potuto osservare come in molti paesi questi fattori negativi abbiano già bloccato questo trend.
Secondo il rapporto, sulla scorta dei dati disponibili possiamo ritenere che la quota di ricchezza detenuta dalle donne in Europa e America settentrionale è probabilmente pari al 40 – 45%. Questa cifra è una valida indicazione della quota di ricchezza femminile a livello globale: Europa e America settentrionale ospitano solo il 17% della popolazione adulta mondiale, ma assieme rappresentano il 61% della ricchezza globale.
Per quanto concerne il resto del mondo, da studi recenti su Africa e India emerge una quota di ricchezza femminile notevolmente inferiore, compresa tra il 20 e il 30%.
La quota di ricchezza in Cina è superiore rispetto ad Africa o India, ma al di sotto del livello europeo e nordamericano. Riteniamo che la quota di ricchezza complessiva della popolazione adulta femminile in Cina sia compresa tra il 30 e il 40%.
Per quanto concerne la regione Asia Pacifico (escluse Cina e India) i dati sono molto eterogenei. In alcuni paesi la situazione patrimoniale delle donne è analoga a quella indiana (ad esempio in Pakistan e Bangladesh), mentre altri paesi presentano più somiglianze con la Cina. In base alle nostre valutazioni, la quota di ricchezza detenuta dalle donne nella regione è compresa tra il 25 e il 35%.
Infine, da studi su alcuni paesi dell’America latina emerge un divario di genere più sottile, ma per l’intera regione la quota di ricchezza femminile è inferiore a quella di Europa e America settentrionale. Riteniamo che sia pari al 30 – 40% come in Cina.
Dalla combinazione di questi dati risulta una quota di ricchezza femminile globale compresa tra il 35 e il 42%, o pari al 40% in cifre tonde.
Non sorprende che Europa e America settentrionale ospitino la maggiore percentuale di donne miliardarie, seguite da America latina, Asia Pacifico e Cina. I dati riferiti all’Africa potrebbero essere fuorvianti per la ridotta dimensione del campione esaminato: vi sono solo 21 miliardari, di cui solo due donne.
Tra i principali paesi, la Germania ha la maggiore percentuale femminile di miliardari (26,0%), seguita da Svezia (25,0%), Svizzera (23,8%), Australia e India (entrambe 18,6%). Tra i paesi con almeno 20 miliardari, Indonesia, Singapore e Taiwan si distinguono per l’assenza di donne miliardarie.
Secondo gli elenchi delle persone più ricche al mondo forniti da Bloomberg, Forbes e Hurun, le donne sono ben rappresentate tra i numerosi miliardari cinesi. Hurun ritiene persino che due terzi delle miliardarie mondiali self-made siano cinesi.
Per i millennial il passaggio all’età adulta è stato più arduo rispetto ai loro predecessori. Le circostanze avverse, tra cui la crisi finanziaria globale, il cambiamento tecnologico e gli elevati prezzi delle abitazioni, ne hanno rallentato il ritmo di accumulo della ricchezza.
È interessante notare che le giovani donne sono colpite in misura meno grave rispetto agli uomini. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che i settori più compromessi dalla crisi finanziaria e dalla successiva recessione globale erano tendenzialmente di dominio maschile – finanza ed edilizia, per esempio – mentre aree più stabili dell’economia non lo erano – formazione, salute e pubblica amministrazione, per citarne solo alcune.
La nostra ricerca conferma che le donne sono più avverse al rischio rispetto agli uomini, mostrano una conoscenza inferiore in tema di investimenti e si sentono meno sicure nell’adottare decisioni di investimento.
I loro stili d’investimento si riflettono nella composizione dei loro portafogli. Da dati europei e statunitensi emerge che le donne detengono una quota più elevata di attivi di tipo non finanziario nonché una quota inferiore di attivi finanziari in segmenti a rischio più elevato (azioni e fondi d’investimento).
L’altra opinione comune che le donne tendono a risparmiare di più non trova riscontro nella nostra analisi. Anche se le donne potrebbero risparmiare di più per la loro maggiore aspettativa di vita, spendono più denaro per i figli rispetto agli uomini, e ciò influisce negativamente sui loro risparmi.
La quota di patrimonio detenuto dalle donne è cresciuta in misura significativa nel corso del ventesimo secolo, e i loro livelli di ricchezza sono aumentati in sincronia con la ricchezza totale delle famiglie dal 2000. Vi sono inoltre segnali che un numero maggiore di donne self-made riesce a entrare nelle fasce più elevate di reddito grazie al proprio successo professionale.
Ma il miglioramento della situazione patrimoniale femminile non è universale. In alcune regioni esistono infatti notevoli divari di reddito tra uomini e donne. E anche nei paesi in cui si riscontrano i maggiori progressi, alcune categorie di donne – come madri single e divorziate – restano penalizzate.
Anche se vi sono segnali di miglioramento in molti paesi, occorre fare di più per assicurare che le donne abbiano pari opportunità di costituzione, eredità e condivisione del patrimonio.