Chi non fa colazione è meno protetto dal rischio d’infarto. Negarsi un cappuccino e una brioche riduce l’introito di calorie ma, secondo alcuni medici, non fa dimagrire, perché arrivando più affamati al pranzo si finisce per mangiare di più, quindi di ingrassare. Quando si mettono chili di troppo, non è una buona cosa per la salute, perché si favorisce l’innalzamento del colesterolo, del diabete e dell’ipertensione, tutti fattori di rischio per le malattie coronariche.
I ricercatori della Harvard School of Public Health negli Stati Uniti hanno condotto un’indagine su un campione di circa 27 mila uomini fra i 45 e gli 82 anni. Per 16 anni sono state controllate le abitudini alimentari dei partecipanti allo studio e i risultati, pubblicati sulla rivista “Circulation”, non lasciano dubbi: chi salta la colazione fa registrare un aumento del 27% del fattore di rischio di infarto e di altre malattie cardiovascolari. I ricercatori hanno anche notato che le persone abituate a digiunare al mattino sono più portate a stili di vita poco sani quali il fumo di sigaretta, il consumo di alcolici e la sedentarietà.
I medici in tutto il mondo non si stancano mai di ripetere che per stare bene bisogna bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, perché l’acqua fa bene non solo al fisico ma anche al cervello. La disidratazione, cioè la mancanza o una riduzione di apporto di liquidi nell’organismo, va ad influenzare anche le prestazioni del cervello. Lo ha dimostrato uno studio inglese recente pubblicato sulla rivista scientifica “Frontiers in Human Neuroscience”. I ricercatori della East London e della Westminster University hanno coinvolto un campione di 34 adulti, lasciati a digiuno assoluto per un’intera notte (cioè per 12 ore, mettiamo dalle sei di sera alle sei di mattina senza mangiare e bere). Il mattino seguente, a metà dei volontari è stata somministrata una barretta di cereali, agli altri un bicchiere d’acqua. Quindi tutti si sono cimentati in una serie di test cognitivi, con prove di memoria, attenzione e apprendimento, e sono stati misurati i tempi di reazione del cervello. Ebbene, il gruppo che aveva bevuto acqua ha fatto registrare una risposta in media più veloce del 14%, quota che aumentava quanto più le persone hanno dichiarato di essere assetate.
Il medico canadese Richard Béliveau, direttore del laboratorio di medicina molecolare presso il centro di cancerologia dell’ospedale Saint Justine di Montreal, è convinto che aggiungere ogni giorno un cucchiaino di curcuma a zuppe, condimenti o piatti di pasta sia un modo semplice, rapido ed economico per prevenire lo sviluppo di certe forme di cancro dell’apparato digerente. Sulla polvere dal colore giallo intenso c’è un certo consenso da parte della comunità scientifica. La sostanza principale, la curcumina, ha un grande potenziale antitumorale, in particolare contro il cancro al colon. In laboratorio, la curcuma ha dimostrato di ridurre la produzione di sostanze proinfiammatorie nelle cellule di coltura favorendo l’apoptosi (cioè l’autoeliminazione) delle cellule danneggiate e potenzialmente tumorali. Largamente utilizzata nella cucina indiana, la curcuma è il principale ingrediente del curry (misto di tante spezie usato per insaporire piatti di riso, verdure, pesce e carni bianche) e da noi si acquista già in polvere nei negozi di alimenti etnici, nelle erboristerie, nei punti vendita del commercio equo e solidale e in alcuni supermercati.
E’ la stagione delle di noci, un frutto ricco di omega 3 e 6, gli acidi grassi che abbassano il colesterolo cattivo e hanno un effetto protettivo in particolare sulle malattie cardiovascolari. Le noci aiutano anche a prevenire il cancro. Varie ricerche hanno evidenziato che le noci sono in grado di controllare la glicemia nel sangue e di conseguenza di prevenire il diabete di tipo 2. Un recente studio dell’”Universitat Rovira i Virgili di Terragona” (Spagna) ha dimostrato che mangiare noci almeno tre volte alla settimana aiuta a vivere più a lungo. L’indagine è stata condotta su un ampio campione di 7216 uomini e donne fra i 55 e gli 80 anni, monitorati per 50 mesi. I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica “Bmc Medicine”, indicano che nei consumatori di noci il rischio di morte si riduceva del 39% rispetto a chi non ne mangiava. Visto, però, che le noci sono molto caloriche, quante ne conviene mangiare? L’indicazione ideale è di 2-3 noci al giorno.