Giorgia ricomincia da 40 e da Eros Ramazzotti. Due ragazzi romani che hanno segnato la pop music nazionale e che si ritrovano quasi vent’anni dopo di nuovo insieme. La cantante romana ha da poco lanciato l’album della ripartenza, ovvero ‘Dietro le apparenze’. Un disco dove le atmosfere soul lasciano il campo ad un baldanzoso approccio dance e dove la sua voce offre nuovi colori
di Bruno Indelicato
Giorgia, ti senti più sicura oggi?
Mi sento ‘nuova’ dopo un periodo di stanchezza artistica. Avere un figlio ti impone di attingere a tutte le tue risorse. E all’inizio è dura, quando le notti non sono più intere. Anche adesso che Samuel ha un anno e mezzo è difficile farne una tutta di fila.
Mamma e artista: il bambino verrà in tour?
A me sembra che sia un bambino da tour per carattere. Comunque c’è tempo, faremo due anteprime il 21 gennaio al Palalottomatica e il 24 a Milano, poi a febbraio partiremo.
Hai già pensato a come mettere insieme vecchio e nuovo repertorio?
Non posso non unire l’uno e l’altro. Ma il sound dovrà essere uniforme, decisamente elettrico. Ormai ho fatto pace con le canzoni vecchie con cui a lungo ho avuto rapporti difficili.
Eros ha mandato un messaggio d’auguri entusiasti, definendoti una delle più grandi voci in Europa…
Il pezzo che ha scritto per me, ‘Inevitabile’, mi piace molto. In questi anni non ci siamo frequentati, ma ci siamo sentiti ogni volta che c’era qualcosa di importante. Poi, cambiare manager, far parte della stessa scuderia, avere lo stesso produttore, Michele Canova, ci ha avvicinato ulteriormente.
Nel disco c’è un pezzo di Jovanotti: divertente, comunicativo, molto Lorenzo…
Infatti non è stato facile cantare ‘Tu mi porti su’, perché è nel suo stile. Ho realizzato un sogno comunque. Quando Lorenzo scrisse per Irene Grandi, nel ’95, io rosicai tantissimo. E finalmente ce l’abbiamo fatta. ‘Tu mi porti su’ è un brano allegro e gioioso, un brano che solo apparentemente sembra leggero ma invece fa riflettere, le linee di testo sono molto profonde.
La tua è una delle voci più potenti e intense del nostro pop che si apre a nuove sonorità e arrangiamenti, come nel singolo “Il mio giorno migliore”, da giugno uno dei brani più trasmessi dalle radio…
È stato sicuramente un lancio fortunato. Non sono tutte mie le canzoni dell’album, ma quello che c’é di mio è assolutamente autentico, sincero, diretto, forse più di prima. D’altra parte non avevo neanche le forze per mettere un filtro. La musica ha fatto quello che deve fare: tirare fuori quello che avevo da dire.
Oltre a Marina Rei c’è anche il contributo di Busbee, autore e produttore di Katy Perry e Timbaland…
Mi è piaciuto subito ‘È l’amore che conta’. Era in inglese, ma volevo un testo in italiano. Ho penato mesi, anche perché l’inizio ho sofferto parecchio a tornare al lavoro, la mia testa era tutta pannolini e pappe.
La tua voce torna intensa in ‘Dove sei’ e molto tenera in ‘Resta la musica’. Ma è vero che quest’ultima è dedicata al tuo gatto?
Sì, l’ho dedicata al mio gatto Filippo, morto qualche mese fa. Non la posso ascoltare, altrimenti piango. Penserete che sono matta, ma ero molto legata a lui.
Dal disco sono rimasti pezzi inediti?
Qualcuno, anche dedicato a mio figlio Samuel che ho voluto tenere per me.
Torneresti a Sanremo?
Non escludo di tornare in gara, se a chiedermelo sarà Gianni Morandi.
Ti aspettiamo in Svizzera…
Mi piacerebbe un casino tornarci. Ho dei bei ricordi e poi adoro la cioccolata.