Il nostro 25 Aprile è arrivato. Accade in un novembre grigio e rattristito dal disastro di Genova, da un tempo tempestoso e carico di un caldo anomalo (22° in Puglia), che ti spinge a riflettere su questi anni. Sono stati lunghi e veloci, caldi e ululanti come questo scirocco che riempie la domenica mattina. Domenica prossima sarà un altro secolo e dell’omino di Arcore ci ricorderemo solo quando i suoi processi emetteranno le sentenze che apriranno la luce ai ciechi; allora “anche i muti parleranno ed i sordi lo fanno già”. Domenica, la prossima, sarà la prima di un’altra epoca con la gente per strada a brindare e quella un pò triste dei “però” che sapremo ascoltare e comprendere. L’ora “legale” è arrivata. Non saranno più i valori della furbizia e della spregiudicatezza a prevalere, ma quelli del buon senso, incarnati dalla figura di Napolitano. L’Italia si sveglia, triste, acciaccata, peggiore, ma con tanta voglia di rialzarsi, come solo l’Italia sa fare. A maniche rimboccate si affaccia per le sue strade allagate, piene di “fango”, distrutte, corrotte, abusate, decadenti, sciatte e quant’altro ci consente la nostra meravigliosa lingua… Ma, ha ancora la capacità e l’energia di rimettere tutto in ordine. Penso ad una lettera che mi è arrivata da Madrid giorni fa: comunichiamo con orgoglio che è nata la sezione dell’ANPI, firmato MC. Io non conosco questo signore, non so neanche quanti anni abbia. Ma mi svela memorie e ricordi che mi riportano a questa domenica. Mi riportano alla memoria, mio padre partigiano di cui vorrei parlare con mia figlia, le vittorie dei mondiali, il titolo rosso sull’Unità “IL SORPASSO”, lo strombazzare per strada libero e felice. È questo il tempo delle mani. Di quelle con i calli, di quelle pulite, di quelle che carezzano piuttosto che schiaffeggiare, di quelle che si alzano al cielo o sorreggono feretri, che sollevano barelle o trofei in alto, che seminano e raccolgono accarezzando grano dorato e maturo. Domenica, la prossima, sarà la nostra prima domenica da popolo libero che può farcela o può sbagliare, ma che ha la forza di garantire un futuro ai propri figli. Mia figlia mi ha sempre detto: sono nata e c’era Berlusconi, l’anno prossimo voterò per la prima volta e c’è ancora lui… che ossessione! Per chi, come lei è nato nel ‘94 è davvero un paradosso, un’anomalia che come “tutte le cose umane ha un inizio ed una fine”. Coraggio, si apre un’altro mondo, è intrigante come l’orizzonte sul mare, c’è solo una cosa che si può finalmente urlare, dopo tanti anni, in cui non ho mai potuto usare questa frase: FORZA ITALIA!
Massimo Pillera