La 66a edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo è finita. Hanno trionfato gli Stadio, già lo sapete, portando a casa tutto, sorprendentemente. Vittoria finale, vittoria per la miglior Cover e premi vari, compresi quelli per gli autori del brano, Saverio Grandi, Luca Chiaravalli e lo stesso Gaetano Curreri per il brano Un giorno mi dirai.
Si chiude il secondo Festival di Sanremo targato Carlo Conti che è riuscito nell’impresa non facile di portare a casa una seconda volta di grande successo, schivando polemiche, la concorrenza di Juve-Napoli e lasciando che i nastri arcobaleno diventassero uno dei simboli di questo festival. E con grande eleganza, ha trovato il modo di salutare Pippo Baudo, «inventore del Festival così come lo facciamo oggi».
Al secondo posto Francesca Michielin, con il brano Nessun Grado di Separazione. In terza posizione Giovanni Caccamo e Deborah Iurato con la canzone Via da qui, scritta da Giuliano Sangiorgi. Francesco Gabbani invece è il vincitore del Girone Giovani.
Un’edizione da record, con una (piccola) sbavatura finale. Ascolti in calo per l’ultima serata del Festival di Sanremo, forse a causa della concorrenza di Juve-Napoli: 11 milioni 223 mila telespettatori, pari al 52.52% di share. Un calo di circa 600 mila persone rispetto al 2015, quando la finale fu seguita da 11 milioni 843 mila spettatori (54.21% di share). Ma, sottolinea il direttore di Rai1, Giancarlo Leone su Twitter, la media delle cinque serate è di 10 milioni e 746 mila spettatori, «Lo share più alto degli ultimi 11 anni». E Carlo Conti si prepara alla sua terza conduzione: in conferenza stampa, domenica, ha annunciato che sarà sul palco dell’Ariston anche nel 2017.
Torniamo ai vincitori che sono stati una sorpresa: gli Stadio, con il brano «Un giorno mi dirai». Un successo davvero inaspettato – i più quotati dagli scommettitori erano Iurato e Caccamo – anche perché è arrivato con lo stesso brano scartato l’anno scorso, sempre con Carlo Conti presentatore e direttore artistico: «Non avremmo mai pensato di vincere il Festival di Sanremo», ha commentato ancora sul palco Gaetano Curreri. Il trionfatore della serata finale è stato Renato Zero, davvero un mattatore. Ha eseguito un medley in chiave orchestrale, con alcuni dei suoi brani più celebri.
Per la prima volta, dopo quattro serate di travolgenti performance, Virginia Raffaele è stata se stessa, una sfida per chi è abituato a interpretare un personaggio. La selezione musicale in generale è stata piuttosto scadente, con le dovute eccezioni (Stadio, Annalisa, Ruggeri, Noemi).
Riguardo lo spettacolo Carlo Conti ha portato sicuramente un tocco di qualità, più da varietà. La scelta di Virginia Raffaele è stata una grande intuizione. Ci ha propinato i coniugi Salamoia, un anteprima non classificabile, un bis di Brignano (era stato all’Ariston due anni fa). Poi ha portato Ezio Bosso e l’atleta paraolimpica Nicole Orlando. Senza cadere nella retorica. La sua conduzione è tecnicamente perfetta, senza incanto però.
Un po’ meno brillante Gabriel Garko partito malissimo nelle prime serate, si è ripreso un po’ nelle ultime due sere. Ma comunque resta al di sotto non delle aspettative, della professionalità. Vero che siamo nella tv della gente comune, ma ha 44 anni e fa l’attore da un paio di decenni, eppure sembra un sedicenne. Se l’è cavata bene invece l’attrice rumena Madalina Ghenea. Non è madrelingua ma non ha mai sbagliato. E una volta si è pure scusata per il suo italiano. In conferenza stampa è stata sempre misurata e puntuale. Ma la gara del Festival si è fermata quest’anno per un ospite speciale, richiesto a gran voce, arrivato a Sanremo sull’onda di una campagna social: sette milioni di dischi in trent’anni di carriera, Cristina D’Avena che ha portato all’Ariston le sigle televisive di cartoon: il valzer del moscerino, Kiss me Licia, Occhi di gatto, i Puffi, la D’Avena passa in rassegna tutti i suoi cavalli di battaglia fra gli applausi della platea. E non sono mancati anche gli amici d’infanzia di Carlo Conti: Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni che sono entrati dalla platea e poi scherzano sul palco con Conti per lanciare lo spettacolo che li vedrà protagonisti il 5 settembre all’Arena di Verona. “Stai sempre in tv – gli dice Panariello – ormai per parlare con te bisogna andare o in televisione o in un solarium”.
Qualche sorriso c’è lo ha strappato anche Rocco Tanica ogni sera con il collegamento dalla sala stampa. L’ultima sera con questa battuta: “Un saluto a Renato Zero, che i migliori anni della nostra vita questa sera ce li ha portati via con un discorso di quarantadue minuti”.
Bruno Indelicato
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