Forse il cancro non sarà debellato, però potrà essere messo in condizione di non nuocere.
È questa la notizia che proviene da Milano, e precisamente dall’Istituto Europeo Oncologico (Ieo), di cui è direttore Umberto Veronesi.
Qual è questa notizia che ridarà la speranza a tutti quelli che sono a rischio di contrarre un tumore? Lasciamo parlare il professor Pier Giuseppe Pelicci, direttore della divisione di Oncologia sperimentale dell’Ieo: “Stiamo sperimentando un nuovo, formidabile mezzo tecnologico, che abbiamo chiamato “scatola magica”, che rivoluzionerà la lotta ai tumori.
È un innovativo strumento diagnostico così sensibile da rilevare il male addirittura quando le cellule anomale devono ancora raggrupparsi per dare vita al tumore.
Una conquista medico-scientifica resa possibile dallo sforzo congiunto di ingegneri, fisici ed esperti in informatica, a testimonianza del fatto che solo la collaborazione fra gli scienziati di vari campi può dare un contributo fondamentale per migliorare la qualità della vita”.
Tanto per dare un’idea di quello che si potrà fare con la “scatola magica”, basta dire che oggi, con le apparecchiature a disposizione, si possono fare diagnosi precoci su tumori della grandezza di pochi millimetri che, per quanto piccoli, si compongono di centinaia di cellule malate. Con la “scatola magica” si potranno scoprire tumori di meno di un millimetro, quando cioè si tratta di lesioni in cui ci sono già le cellule tumorali, ma queste non si sono ancora raggruppate in un unico corpo.
I vantaggi sono evidenti. Più piccole sono le lesioni e più è possibile rimuovere il male e quindi guarire.
La “scatola magica” permetterà di fare un esame completo del corpo nel giro di circa 15 minuti con una precisione mai vista prima. Le persone che hanno avuto o hanno parenti colpiti da tumori, quindi a rischio di familiarità, come anche le persone obese o i fumatori, pur non avendo alcun sintomo, possono sottoporsi ad un esame preventivo e, nel caso di una evoluzione negativa, possono essere tenute sotto controllo.
C’è un altro vantaggio che proviene da questa “scatola” – chiamata “magica” perché fino a poco tempo fa era un sogno ed ora, invece, è una realtà, seppure ancora da perfezionare – ed è che, una volta individuato il tumore al di sotto di un millimetro, si può intervenire perché la “scatola” funge da “mirino”.
Senza di essa, infatti, non si potrebbe intervenire chirurgicamente, sia per la piccolezza del tumore, sia per la possibilità di asportare anche la parte sana. Viceversa, con il mirino rappresentato dalla precisione della “scatola magica”, attraverso le onde radio o con gli ultrasuoni si possono eliminare le cellule malate – e solo quelle – con una precisione assoluta.
A proposito dei tempi, il professor Pier Giuseppe Pelicci dice: “Abbiamo già iniziato la sperimentazione su volontari malati e i risultati sono stati promettenti. I più ottimisti tra noi dicono che, nel giro di un anno, potremmo iniziare trattamenti su larga scala. Io voglio essere prudente e ritengo che due o tre anni siano un tempo ragionevole per ottenere tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno”.
Non è stato facile raggiungere risultati del genere.
La “scatola magica” non è il frutto dell’invenzione di uno scienziato, è il risultato di una collaborazione, come detto all’inizio, tra ingegneri, fisici, medici ed informatici.
La “scatola”, infatti, è l’insieme di tante competenze ad altissimo livello. Non c’è solo l’idea, c’è la realizzazione fatta dagli ingegneri; ci sono i principi fisici che vanno utilizzati dagli ingegneri; ci sono le immagini che vanno rese leggibili ai medici. I progressi scientifici, ormai, vengono ottenuti sulla base delle conoscenze che provengono da vari campi e che servono, appunto, ad allargare la visuale e ad andare oltre nelle stesse conoscenze.
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1 commento
ma cosa è questa scatola magica? ❓