L’inquinamento atmosferico causa quasi 500.000 morti all’anno in Europa
Anche se i dati sono in lieve miglioramento è ancora allarme inquinamento secondo il rapporto “Qualità dell’aria in Europa 2016” diffuso dall’Agenzia Europea per l’ambiente (Aea). L’inquinamento atmosferico resta il principale fattore ambientale di rischio per la salute e abbassa notevolmente la qualità della vita. Sempre secondo i dati dell’ultimo rapporto dell’Aea, lo smog causa 467 mila morti premature ogni anno. Lo studio presenta l’analisi della qualità dell’aria in Europa per il periodo 2000-2014 sulla base di dati provenienti da stazioni di monitoraggio ufficiali, tra cui più di 400 città in tutta Europa.
I risultati evidenziano come nel 2014 circa l’85% della popolazione urbana nell’UE è stata esposta a particolato fine a livelli ritenuti dannosi per la salute dalla Organizzazione Mondiale della Sanità. In risposta a questi dati, il Parlamento europeo ha approvato una direttiva per imporre limiti più bassi ai principali inquinanti, con l’obiettivo di abbassarne entro il 2030 la quantità nell’atmosfera sotto i livelli del 2005.
Nella normativa, approvata con 499 voti a favore, 177 contrari e 28 astensioni, si stabiliscono i nuovi limiti nazionali per ridurre le emissioni di biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili non metanici, ammoniaca e particolato fine (inferiore a un diametro di 2,5 micrometri).
I tetti erano già stati concordati informalmente con la Presidenza del Consiglio dei Ministri Ue: i nuovi limiti per l’Italia sono il 71% di riduzione, rispetto al 2005, per le emissioni di biossido di zolfo entro il 2030, il 65% per gli ossidi di azoto, il 46% per i composti organici volatili non metanici, il 16% per l’ammoniaca, e il 40% per i particolati.
Sono infatti soprattutto le polveri ultrasottili a provocare danni alla salute e sono queste le responsabili delle centinaia di migliaia di morti premature stimate in 41 Paesi europei. Se si considera il territorio dell’Ue, sono 430 mila i decessi prematuri stimati a causa delle pm2,5, le polveri ultrasottili. Ma a colpire l’organismo sono anche l’esposizione al diossido di azoto e all’ozono, che secondo l’Agenzia Europea per l’ambiente sono responsabili, rispettivamente, della morte prematura di 71 mila e 17 mila persone.
Questo tipo di inquinamento causa o peggiora problemi respiratori, malattie cardiovascolari, cancro e portano ad aspettative di vita più brevi. Non solo. L’ozono, a livello di troposfera, è anche ritenuto responsabile della bassa resa delle colture. Scendendo ad analizzare i dati nello specifico dei singoli Paesi, questi confermano il trend e l’alto numero di decessi in Italia attribuibili agli effetti dello smog (anche se con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente) soprattutto per il biossido di azoto dovuto agli scarichi delle auto ma anche agli impianti di riscaldamento, alle centrali per la produzione di energia e ad un ampio spettro di processi industriali.
Nel nostro Paese sono 66.630 le vittime del particolato fine, 21.040 del biossido di azoto e 3.380 per l’ozono. Allarmanti anche i dati della Germania: rispettivamente 73. 400, 10.610 e 2.500 morti premature. E quelli del Regno Unito (37.930, 11. 940, 710).Per la Francia si parla di 45.120, 8.230 e 1.780 vittime.
Nella parte alta della classifica dei Paesi con più vittime per l’inquinamento, troviamo anche la Polonia (48.270, 1.610 e 1.150 morti) e la Spagna (23.940, 4.280, 1.760).