Arrestati 2 giovani italiani ed uno Svizzero residente in Italia per presunto attentato terroristico contro una sede dell’IBM in Svizzera. I giovani sono stati fermati con l’auto piena di esplosivo.
La notizia è del 25 aprile scorso quando i maggiori media italiani e il Sonntags Blick hanno riportato l’arresto di tre ecoterroristi nei pressi di Zurigo.
I tre giovani sono 2 italiani ed un ticinese residente in Toscana che militano da anni nell’ambiente ecoterroristico italiano, si tratta di Costantino Ragusa, Silvia Guerini e Luca Bernasconi.
I tre presunti attentatori sono stati arrestati il 15 aprile durante un controllo stradale della polizia cantonale di Zurigo presso Langnau am Albis. Durante il controllo l’automobile su cui viaggiavano i tre terroristi è stata trovata carica di esplosivo e materiale vario che sarebbe dovuto servire per la costruzione di un ordigno. Secondo il Ministero pubblico della Confederazione, ad essere presa di mira dai tre era la nuova sede, ancora in costruzione, del centro di ricerca europea dell’IBM a Ruschlikon, nelle vicinanze del luogo in cui i terroristi sono stati fermati, il cui edificio è destinato ad ospitare un laboratorio di nanotecnologie.
L’ecoterrorismo è una nuova forma di terrorismo svolta a sostegno di ragioni ambientaliste, ecologiste e animaliste. In Italia è attivo da anni il gruppo nominato “Il Silvestre” di cui farebbero parte i tre arrestati e pare che proprio Costantino Ragusa, 33 anni, ne sia il leader. I giovani azionisti italiani, in particolar modo, non sono nuovi alle forze armate visto che alle spalle hanno precedenti. Pare infatti che sia Costantino che Silvia abbiano già alle spalle una condanna per aver incendiato la casa di alcuni politici italiani nel 2006.
Gli inquirenti non sanno se si tratta di un evento isolato o se faccia parte di un progetto più ampio, tanto che, non appena saputa la notizia dell’arresto dei compagni è apparso un comunicato sull’accaduto su “informa-azione”, il sito del gruppo terroristico di cui fanno parte anche i detenuti, che non lascia presagire nulla di buono. Si legge infatti: “Come spesso accade lo Stato ci priva della preziosa presenza dei compagni più generosi questo non ci servirà mai come monito ma come una ulteriore spinta a lottare con ancora più impegno”.
Il gruppo era a capo della rivista “Terra selvaggia- Pagine anticivilizzatrici” in cui si appoggia la campagna di solidarietà a favore dell’anarchico Marco Camenisch, detenuto nel penitenziario di Regensdorf dove sta scontando anche una «pena supplementare » a quella per omicidio decisa dalla Corte d’appello di Genova nel ’93.