Di Maio invoca una legge sul conflitto d’Interessi. Dura replica del Cavaliere e conseguente rottura tra Lega e Movimento
È tornato all’attacco Luigi Di Maio puntando dritto al Cavaliere, anzi sfidandolo apertamente nel dibattito politico, mentre siamo ad un punto cruciale delle trattative per trovare l’accordo che permetterebbe di formare un governo. Questa volta il leader pentastellato prende in ballo il conflitto di interessi, non nuovo per Berlusconi, e colpisce: ”Fa specie vedere che Berlusconi utilizzi tv e giornali per mandare velate minacce a Salvini, qualora decidesse di sganciarsi. È arrivato il momento – sottolinea il candidato premier M5s – di metter mano a questo conflitto d’interessi e di dire che un politico non può essere proprietario di mezzi di informazione…”. Il leader politico del M5s aveva infatti ribadito la disponibilità a stilare un contratto di governo con il Pd solo a patto che al suo interno vi fosse anche una legge sul conflitto d’interessi. E forse, per accattivarsi le simpatie di Salvini, accusa il suo alleato di minacciarlo attraverso le reti Mediaset.
“Grazie, ma so difendermi da solo” è la secca replica di Matteo Salvini, mentre un po’ più dura è la risposta del Cavaliere, toccato in prima persona: “Ha detto così? È una cosa molto grave” perché “non c’è possibilità commerciale” che Mediaset “possa prendere partito per qualcuno perché eliminerebbe dalla sua audience gli altri”, ha replicato il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. “Mi lamento come sia sempre con tutti e un po’ meno con noi, per non essere televisione partigiana”, ha aggiunto riferendosi a Mediaset.
Inoltre, aggiunge Berlusconi, ”non c’è una sola trasmissione che si possa ricordare in cui Mediaset sia scesa in campo a favore o contro qualcuno, soprattutto nei confronti dei miei avversari politici. Se Di Maio ha detto questo, c’è da stare attenti, sono parole gravi” continua il leader di FI “il linguaggio di Di Maio è preoccupante, si vuole toccare un avversario politico nella sua attività privata e sul patrimonio, da esproprio proletario da anni ‘70, è un pericolo per la democrazia e la libertà”. Ma le offese non sono mancate neanche da parte del Cavaliere, per il quale “un grande grande lavoro da fare è riorganizzare tutto ciò che è pubblico in Italia”, ma “non lo può certo fare un ragazzino che ha trent’anni, non ha mai lavorato e non è neanche mai riuscito a laurearsi”, ha detto durante un incontro con i cittadini al Teatro Palamostre di Udine.
Ma è Salvini ad intervenire nuovamente, smentendo così, una volta per tutte, un eventuale rottura con FI: ”Ora è il momento di parlare poco e cominciare a lavorare senza pretendere posti e poltrone. Questo vale per tutti, per il M5s e il centrodestra. Vale per tutti…”. Il leader della Lega ribadisce di non voler rompere alcun programma del Centrodestra: ”La coerenza prima di tutto: gli italiani hanno votato un programma e una squadra e io non tradisco quel programma e quella squadra”. In questo modo però si delinea invece una chiusura netta della possibilità di trovare un accordo tra Lega e M5s con Salvini che non nasconde la sua irritazione sul dialogo avviato tra le altre due forze politiche in gioco: “Gli italiani sono ostaggio dei litigi del Pd e delle ambizioni di potere dei 5 stelle, alla faccia del voto che ha premiato Lega e centrodestra. Non chiudo la porta in faccia a nessuno – ha specificato il leader della Lega -, spero che la telenovela tra Renzi e Di Maio non duri troppo e secondo me sarebbe un governo irrispettoso per gli italiani. Quando avranno finito il loro amoreggiamento, se gli andasse male come io penso, io ci sono”. La chiusura è arrivata netta da Di Maio che “dopo 50 giorni il forno della Lega è chiuso, noi abbiamo una dignità”, ha detto aprendo l’assemblea congiunta dei parlamentari. “Abbiamo provato in tutti i modi a dialogare con la Lega. L’unico problema che avevamo è con colui che ci definisce come Hitler”, ha detto il capo politico M5s Luigi Di Maio facendo ancora una volta riferimento a Silvio Berlusconi.
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