Cosa c’entra il decreto Genova con la sanatoria salva Ischia?
Ci sono circa 750 km di distanza tra Genova ed Ischia, eppure i due luoghi sono uniti dal recente decreto stilato in occasione del crollo del Ponte Morandi del 14 agosto scorso. Secondo il Decreto Genova, l’isola campana di Ischia può usufruire del condono edilizio sulla ricostruzione del ponte crollato. Il testo del decreto, infatti, prevede una serie di norme per la ricostruzione delle case di Ischia distrutte dal terremoto dell’agosto 2017, quando, oltre alla morte di due persone, il sisma ha lasciato 640 sfollati. Attraverso il decreto Genova, è possibile usufruire dei fondi pubblici per la ricostruzione anche per gli immobili costruiti abusivamente negli scorsi decenni che, in questo modo, potrebbero non solo essere sanati ma anche finanziati dallo Stato (articolo 25).
Inoltre, sempre agli stessi immobili abusivi è stato concesso di beneficiare delle condizioni della sanatoria del 1985, approvata dall’allora governo Craxi, che prevedeva vincoli più ampi rispetto ai due successivi. La misura interessa nello specifico i tre comuni più colpiti, Casamiccola, Forìo e Lacco Ameno, dove sarebbero circa 6mila gli immobili che hanno presentato istanza di condono alle ultime tre sanatorie.
Oltre a creare scompiglio all’interno del M5s, il condono edilizio che agevolerebbe anche gli edifici abusivi di Ischia ha messo in allarme Legambiente, Libera Campania e Cgil Campania per i quali “questa proposta di condono è incomprensibile e pericolosissima” poiché intanto si premia “l’illegalità, ancora una volta, condonando edifici che sono da decenni abusivi e che beneficerebbero di un nuovo condono edilizio che a questo punto potrebbe essere richiesto da altre aree del Paese. Al contrario il nostro Paese deve finalmente dare seguito alle ordinanze di demolizione che per oltre l’80% non sono ancora state eseguite. In secondo luogo, perché crea pericoli per le persone e l’ambiente a Ischia”. Gli edifici che verrebbero sanati, infatti, sono stati costruiti in aree a rischio frana e sismico in un’isola che ha subito terremoti (1883 e 2017) a causa della pericolosità degli edifici, per come e dove sono stati costruiti. Questa norma è anche economicamente e socialmente ingiusta poiché si tratta di edifici costruiti abusivamente che sono ancora abusivi, e non solo verrebbero sanati ma riceverebbero fino al 100% del contributo per la ricostruzione come previsto dal testo. “In questo modo si premia chi non dovrebbe beneficiare di risorse pubbliche, sottraendole ad altre allocazioni più urgenti e utili, e oltretutto per interventi che non potranno mai rendere sicuri edifici costruiti in aree così pericolose da un punto di vista del rischio frane e sismico”. Inoltre, specifica Legambiente, che “Nonostante le parole rassicuranti del vicepremier Di Maio, basta leggere l’articolo 25 dove si prevede una sanatoria tombale secondo la quale si devono concludere i procedimenti ancora pendenti per gli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 2017: una norma che consentirebbe di sanare edifici che perfino i due condoni approvati successivamente dai governi Berlusconi nel 1994 e nel 2003 vietavano proprio perché posti in aree pericolose da un punto di vista idrogeologico e sismico, oltre che vincolate paesaggisticamente”. Per questi motivi Legambiente, Libera Campania e Cgil Campania lanciano un appello al massimo esponente del Movimento 5 Stelle al governo e ai parlamentari proponendo di modificare il Decreto Genova per scongiurare un nuovo condono edilizio per l’Isola di Ischia. È richiesto inoltre di “affidare al Commissario straordinario per la ricostruzione ad Ischia i poteri e le risorse per portare avanti le ordinanze di demolizioni. La ricostruzione di Ischia, in questa prospettiva, potrebbe diventare una esperienza importante nel nostro Paese dove si tiene assieme tutela del territorio, legalità e innovazione”.
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