La vicenda degli studenti universitari a Roma, che presentavano autocertificazioni di redditi fasulle per ottenere borse di studio, buoni mensa, abbonamenti ai mezzi pubblici, agevolazioni sulle tasse universitarie, sui posti letto, sull’acquisto libri, è solo una parte infinitesimale delle ruberie e degl’imbrogli che dilagano in Italia a tutti i livelli e in tutte le categorie di lavoratori e di persone. Se pensiamo che ormai ogni provincia ha un’Università, con sedi distaccate nei centri minori, si capisce come quanto emerso a Roma sia solo il frammento di un mosaico gigantesco. Se poi pensiamo che quel che succede nelle Università non riguarda solo gli studenti, ma anche tanti docenti e personale amministrativo, c’è da rabbrividire.
L’ultimo rapporto della Guardia di Finanza riguarda i controlli fatti nel corso di questo 2013 nei vari campi del settore pubblico: pubblica amministrazione (appalti, incarichi, consulenze relativamente a Ministeri, Regioni, Province, Comuni), sanità, scuola, previdenza, case popolari. Premesso che i controlli fatti sono pochissimi rispetto ai milioni che andrebbero eseguiti – quindi le cifre emerse non sono altro che uno spicchio della realtà – è stata certificata una realtà sconvolgente, ben nota, peraltro, a tutti.
Leggiamo un passaggio del rapporto: “Su 8.000 controlli effettuati, sono stati trovati 2.500 soggetti che hanno indebitamente beneficiato di prestazioni sociali agevolate come l’accesso in corsia preferenziale ad asili nido ed altri servizi per l’infanzia, la riduzione del costo delle mense scolastiche, i “buoni libri” per studenti e le borse di studio, i servizi socio-sanitari domiciliari, le agevolazioni per i servizi di pubblica utilità, quali luce e gas. Sono state accertate frodi al sistema previdenziali e assistenziale per oltre 77 milioni di euro. Le principali truffe hanno riguardato la corresponsione del cosiddetto “assegno sociale” a favore di cittadini extracomunitari fittiziamente residenti, l’indennità per falsi invalidi, le misure di sostegno alla disoccupazione per falsi braccianti agricoli ed il pagamento di pensioni a soggetti deceduti”.
Il rapporto è ben strutturato con dati e cifre per settori, limitatamente ai controlli fatti, per cui il danno erariale allo Stato corrisponde a più di due miliardi per un totale di 5 mila funzionari a vario titolo imbroglioni. Ripetiamo, queste cifre si riferiscono solo ai controlli effettuati, ma ognuno capisce che se anche la metà di coloro che beneficiano indebitamente di agevolazioni viene rapportata alla popolazione reale, imbrogli e ruberie riguardano milioni di cittadini.
I conti dello Stato vanno coniugati con le esigenze e i bisogni dei cittadini. Non dare il rincaro a chi prende una pensione di 1500 euro e lasciare che ingenti risorse siano depredate da chi non ha diritto alle agevolazioni, è ingiusto. Le colpe non sono solo del Governo e del Parlamento che fanno le leggi: sono anche dei sindacati che firmano i contratti di lavoro che comprendono non solo lo stipendio, ma una serie di indennità e rimborsi vari che altrove non esistono. Pensate: ci sono ancora le indennità per le cosiddette “festività soppresse”. Negli anni ’80 furono soppresse 4 festività, quindi diventate normali giorni lavorativi e invece vengono pagati a parte, per cui uno si domanda: se sono giorni lavorativi perché devono essere pagati a parte? Un esempio tra le tantissime assurdità. Le colpe sono anche della Guardia di Finanza, dei sindaci che sono pubblici ufficiali, che nei piccoli paesi sanno chi non paga le tasse e invece fanno finta di nulla. Senza contare le assenze, le coperture, la garanzia del posto a quelli che non vanno in ufficio, eccetera.
Conclusione: è inutile approvare leggi e riforme se poi vengono quasi totalmente raggirate proprio da coloro che dovrebbero garantire controlli, efficienze e doveri. Senza di ciò e senza la riforma dei contratti di lavoro, senza l’introduzione vera del merito – che comporta premi e licenziamenti – non si andrà da nessuna parte.