Risposta alle lettere di Antonio Iacopetta e Dino Nardi, pubblicate ne La Pagina del 9 settembre 2015
Rispondo in primis al lettore che sostiene che nella mia lettera io me la prendo con “tutti”: Non ho intenzione di usare questo giornale per farmi pubblicità, ma non sono un fantasma.
Ho massimo rispetto dei parlamentari, dei sindacati, dei consolati, dei COMITES, dei commercialisti e avvocati e di tutto quello che vuole Lei, però ritengo che, per quanto riguarda la questione “emigrati italiani e risparmi all’estero”, queste istituzioni abbiano completamente disatteso il loro ruolo. Magari mi sbaglio.
Poi, la mia critica, in realtà, non va tanto alla carenza di informazione. Se Lei legge bene l’articolo si rende conto, che in realtà si critica il modo superficiale con cui vengono “fatte” le leggi e si critica il fatto che nel processo di genesi della legge i “rappresentanti” dei cittadini emigrati o ex emigrati non siano riusciti a far valere le ragioni di chi rappresentavano.
Qui si tratta di incitare chi conosce determinate realtà a muoversi, a impegnarsi di più e a fondo. Soprattutto coloro che a tal fine percepiscono laute ricompense.
Credo poco a certe sigle sindacali che lamentano mancanza di ascolto e interesse da parte dei politici. Se il loro messaggio fosse chiaro e convinto, documentato adeguatamente, nelle giuste sedi, sicuramente troverebbe l’attenzione che merita.
Anzi colgo l’occasione per farLe notare che è un gravissimo insulto mettere gli emigranti allo stesso livello degli evasori e dei delinquenti.
Lei e i suoi colleghi dovreste, anzi, tranquillizzare queste persone, dicendo loro che questa collaborazione volontaria è una procedura invasiva e lunga che non li toccherà in alcun modo, poichè è e deve essere rivolta solo a chi veramente ha qualcosa da nascondere (anche se nel testo normativo si sono dimenticati di scriverlo), perchè il nostro paese avrà anche vantaggi e svantaggi, pregi e difetti, ma non certo funzionari così cechi da non distinguere un camello da un elefante!
Dica loro che l’Italia ci tiene alla sua dignità e mai si abbasserà ad usare i suoi emigranti per recuperare risorse che si possono reperire in ben altri modi.
All’altro lettore consiglio di andare a farsi consigliare dalla UIM…. che, però, mi permetto di dire, dovrebbe diramare i suoi bollettini informativi molto tempo prima che sia necessario ricorrere alla Voluntary Disclosure….. o direttamente al tribunale….
Beh, scherzo… immagino che il nostro sindacalista aveva ben chiara una soluzione anche per chi (ancora) nel 2014-2015 non aveva mai presentato l’RW. Se potesse spiegarci quale fosse….
La procedura di cui si tratta, Le ricordo, non è priva di conseguenze per chi la sottoscrive. Vi sono, comunque, sanzioni da pagare.
Ricordo anche che la prima norma relativa al quadro RW risale agli anni novanta…. poi “rivista” tra il 2012 e il 2013….
Se vuole tornare in Italia, ridente e promettente paese a ridosso del Mediterraneo, si vada anche a leggere quanto segue:
Legge, 22/12/2011 n° 214, G.U. 27/12/2011
o, se non avesse tempo o trovasse la cosa tediosa, veda l’articolo 19 di:
http://www.altalex.com/documents/leggi/2011/12/28/decreto-salva-italia-la-legge-di-conversione-in-gazzetta-ufficiale
(si parla di imposte su immobili all’estero e capitali all’estero, nonchè di imposte di bollo a carico dei residenti….).
Saluto e ringrazio tutti della gentile attenzione