Sull’esempio di Giorgio Armani, diversi brand di moda si attivano contro il Covid-19
Il tempo che stiamo vivendo ci mette a dura prova ma per fortuna c’è chi riesce a rispondere con grande ingegno, attivandosi positivamente! Abbiamo visto prime attività e azioni solidali anche qui in Svizzera, sulla stessa scia anche in Italia ci sono gesti e atti che contribuiscono al bene comune, dalla spesa solidale ai messaggi di affetto e d’amore nei confronti della Nazione martoriata da questa emergenza.
Non mancano neanche le donazioni, diverse raccolte sono state attivate riuscendo a raccogliere somme importanti e soprattutto utili alla causa, molti artisti si sono attivati, chi ha regalato respiratori, chi ha sostenuto la raccolta fondi online per acquistare i macchinari necessari. Ma c’è perfino chi decide di stravolgere la propria produzione al fine di intervenire in questo delicato momento, come Giorgio Armani, lo stilista italiano di fama mondiale che oltre ad aver già donato 2 milioni euro, ha deciso di riconvertire l’intera produzione di abbigliamento dei suoi stabilimenti per produrre camici monouso, destinati alla protezione del personale sanitario impegnato negli ospedali nella lotta al Covid-19.
Cosa sarà in futuro della sua produzione di moda, si vedrà a tempo debito, per adesso lo stilista sa che è importante dare le giuste risposte all’emergenza: “dovremo trovare soluzioni diverse per raggiungere il consumatore”, spiega il Re della moda, ma per adesso bisogna agire e si concentra aiutando gli ospedali. Anche l’altro colosso della moda italiana, Prada, ha deciso di intervenire in prima linea avviando la produzione di 80.000 camici e 110.000 mascherine da destinare al personale sanitario in Toscana.
Camici e maschere, che saranno consegnate giornalmente fino al 6 di aprile, sono prodotti nell’unico stabilimento del Gruppo – Prada Montone (Perugia) rimasto operativo a questo scopo. E come non citare Bulgari che, insieme al suo storico partner di fragranze, ICR (Industrie Cosmetiche Riunite, Lodi), ha deciso di riempire i flaconi di gel disinfettante invece che di fragranze profumate. La produzione prevede 6000 pezzi al giorno fino ad arrivare ad un totale di 200.000 pezzi in circa due mesi che saranno distribuiti a tutte le strutture mediche attraverso il coordinamento del Governo Italiano. La nota casa di moda, inoltre, ha fatto un’importante donazione all’ospedale Spallanzani per l’acquisto di un nuovo microscopio 3D ad alta definizione indispensabile per la ricerca.
Sulla scia dei colossi italiani, si sono attivate tanti altri brand di moda, come Burberry, la maison inglese nota per i trench prodotti a Castleford, nello Yorkshire, che ha deciso di sfruttare la sua filiera globale per facilitare la consegna di mascherine chirurgiche, mascherine protettive e camici al personale medico e ai pazienti nel Regno Unito. Inoltre, la fabbrica nello Yorkshire abbandonerà momentaneamente la produzione di abbigliamento per dedicarsi a quella di camici e mascherine protettive per i pazienti. Mello stesso tempo sta finanziando la ricerca di un vaccino monodose sviluppato dall’Università di Oxford.
Ma non sono i soli, quando un modello fa colpo è facile che diventi una moda comune, così molte altre stanno seguendo l’esempio di Armani, come Balenciaga, Saint Laurent, Calzedonia, Sandro, H&M, Mango, Les Copains, Wolford e tante altre. Insomma è un chiaro esempio, forse il primo, di come anche l’emergenza detti moda!