Un pizzico di fortuna, lavoro, affiatamento e tanta passione: sono questi gli ingredienti del successo dei Finley, una delle band più acclamata dai giovanissimi
Siete tutti giovanissimi: nati come una band emergente fra tante, tra giornate trascorse in sala prove e concerti in piccole piazze e teatri, siete riusciti a compiere, in breve tempo, il grande salto. Come nascono i Finley, e come mai la scelta di questo nome?
Il nome Finley nasce dal cognome di un cestista dell’NBA che ora gioca nei S.Antonio spurs, Michael Finley. Non ha un significato particolare, ci piaceva il suono…sembrava il nome di una vera band internazionale.
I Finley nascono proprio come dici tu: giornate in sala prove, concerti in piccole piazze e pub locali e poi tanta, tanta perseveranza. Abbiamo girato un video low cost del nostro primo singolo “Make up your own mind”, versione inglese di “Tutto è possibile” e l’abbiamo fatto girare ovunque sin quando Claudio Cecchetto ci ha contattati. Da lì è cominciato tutto…insomma, inutile negare che la fortuna ci ha aiutato.
Come è nata l’idea di comporre le vostre canzoni sia in italiano che in inglese?
Noi partiamo spesso dall’inglese nella scrittura dei testi. Questo perché ci viene molto più semplice, ascoltiamo per la maggior parte band estere e musica inglese e americana: ci viene spontaneo partire dalla lingua inglese. In più uno dei nostri grandi obiettivi sarebbe quello di portare la nostra musica anche fuori dai confini italiani e l’inglese è indispensabile per questo. Per fortuna ce la caviamo abbastanza bene con la lingua.
Ovviamente casa nostra è l’Italia ed è giusto parlare nella nostra lingua a chi ascolta, perché recepisca totalmente i messaggi che danno i nostri brani; perciò portiamo avanti tutte e due le strade.
Il vostro nome ha iniziato a circolare grazie a Claudio Cecchetto, grandetalent scout italiano. Come è stato il vostro incontro e com’è collaborare con lui?
Lui è il nostro produttore assieme a Pierpaolo Peroni e ci sentiamo veramente fortunati. La prima volta che ci siamo incotrati è stato nel suo studio. In seguito ci ha voluto sentire suonare e abbiamo fatto un provino live davanti a lui in una sala prove a Milano. All’inizio eravamo forse un po’ impauriti, non capita tutti i giorni nella vita di un 19enne…poi ci ha parlato per ore ed ore ed abbiamo capito che eravamo davanti ad un genio, che sapeva il fatto suo e che credeva in noi. Così abbiamo cominciato assieme questa avventura, tutti con tanto entusiasmo.
Avete suonato al “Rock Im Park” in Germania. Che effetto vi ha fatto suonare davanti ad un pubblico non italiano e che forse neanche vi conosceva?
È stata sicuramente una grande sorpresa il fatto che un pubblico che non sapeva minimamente chi fossimo ci abbia accolti con tanto calore. La gente ballava, saltava, si sentiva coinvolta e apprezzava i nostri pezzi. Una reazione totalmente inaspettata ma che ci ha fatto veramente piacere…inoltre abbiamo riscontrato una grande cultura musicale nel pubblico estero, triste a dirlo ma forse superiore a quella del pubblico italiano.
Loro sono capaci di apprezzare la musica in quanto tale senza pregiudizi e di concepire un festival come “festa” a prescindere dal fatto che il genere musicale di chi suona sia di loro gradimento o meno. Qui da noi si tende invece a considerare solo l’headliner e a prendere a bottigliate i gruppi che non si apprezzano. Non c’è da meravigliarsi se poi molti gruppi stranieri non vengono più a suonare in Italia.
Comunque per noi sarebbe stupendo fare un tour estero, ci siamo trovati benissimo, abbiamo avuto un pubblico splendido sia in Germania che in Svezia e Londra, nei festival che abbiamo fatto quest’estate.
Il nuovo album è molto diverso dal primo?
Beh, questo sta agli ascoltatori dirlo. Sicuramente in “Adrenalina” c’è stato un metodo di lavoro differente rispetto al primo disco.
Qui ognuno di noi si è concentrato su un singolo brano alla volta anziché lavorare tutti e quattro contemporaneamente su un pezzo solo come era stato nel primo disco. Così è venuto fuori un lavoro un po’ più vario e, con quattro personalità differenti, sono nati dei pezzi e dei testi altrettanto differenti. Ne siamo davvero soddisfatti e speriamo che piaccia ancora più di “Tutto è possibile”
È appena passata un’estate piena di concerti, adesso farete un po’ di vacanze?
Ora siamo fermi ma non in vacanza, il cervello non l’abbiamo staccato perciò, nell’attesa del tour invernale, stiamo preparando varie sorprese che scoprirete tra qualche tempo. Ovviamente poi c’è tutto il lavoro “dietro le quinte” che la gente non vede: prove, composizione di altri brani, viaggi per la promozione del disco, preparazione dello spettacolo per il tour…insomma, di lavoro da fare ce n’è e c cercahiamo di farlo al meglio.
È appena uscito il nuovo singolo “Domani”. Nel nuovo clip c’è la partecipazione dei vostri fans, come mai avete fatto partecipare la gente comune?
I nostri fans sono il nostro muro portante, senza loro non saremmo nulla. Perciò è ovvio che vogliamo spesso renderli partecipi e ricambiare il loro affetto ed il loro attaccamento alla band attraverso varie iniziative. <
Abbiamo organizzato un’enorme meet and greet a Roma il mese scorso con 300 fans all’Hard Rock Cafè con aperitivo, foto, e autografi. Ora con mtv stiamo organizzando Finley @ your place, un concorso che ci porterà a suonare dentro casa dei nostri fans più accaniti.
Ovviamente non poteva mancare l’iniziativa della partecipazione al video già sperimentata lo scorso anno nel video di “Dentro alla scatola” con Mondo Marcio. I 700 partecipanti sono stati grandi, erano instancabili e super adrenalinici! Questo ha significato una magnifica resa del videoclip. Ci teniamo a ringraziarli tutti.
Qualche idea per il prossimo album, o pensate a godervi il successo appena conquistato?
Ovviamente quando parte lo schizzo di creatività non si può ignorarlo, quindi è inutile negare che qualcosina di nuovo lo abbiamo già buttato giù. Ma è per nostro piacere personale, ora è davvero troppo presto per pensare ad un nuovo disco. “Adrenalina” è uscito da soli 4 mesi e deve ancora darci mille altre soddisfazioni prima che iniziamo a pensare ad un altro disco. E poi per il prossimo lavoro ce la prenderemo con molta più calma, tra il primo e il secondo disco ci sono stati solo 3 mesi di vuoto…
Come vivete il rapporto con il successo?
Noi ci sentiamo assolutamente normali. Ovvio, dà delle sensazoni molto piacevoli, ma teniamo i piedi ben saldi a terra e sappiamo solo che per noi la cosa importante è fare musica, bella musica. E farla con passione. Il resto non ci interessa molto.
Ci raccontate i cambiamenti significativi della vostra vita da quando i Finley sono diventati un riferimento giovanile?
In buona sostanza i cambiamenti significativi sono il fatto che ti riconoscono per strada e che sei bello, pieno di impegni, sempre in viaggio, lontano da casa, conosci ogni giorno gente nuova che magari non vedrai più…una vita un po’ nomade se vogliamo.
Egrave; splendido! Quando sei in giro dopo un po’ vuoi tornare a casa, quando sei a casa dopo 2 giorni ti stanchi di stare fermo e immobilizzato e vorresti tornare in tour e viaggiare.
Per il resto non ci sentiamo un riferimento giovanile, noi facciamo solo quello che ci piace sperando di dare delle belle emozioni a chi ci ascolta, tutto qua.
Tra i vostri appuntamenti è prevista una promozione svizzera del vostro ultimo successo?
Sarebbe splendido, come già detto oltrepassare le Alpi è una delle nostre più grandi ambizioni.
Per ora però purtroppo non c’è nulla del genere in previsione ma noi speriamo, naturalmente, che avvenga molto, molto presto.