Francia e Regno Unito in prima linea per l’invio della “forza di rassicurazione”. L’Italia non invierà truppe ma spinge per un dialogo con gli USA. Il sostegno europeo ad Ucraina è garantito, parte nuovo pacchetto di aiuti a Kiev: queste la maggiori decisioni raggiunte al summit dei volenterosi di Parigi
La volontà sembra esserci, ma giungere ai fatti sembra cosa ben più difficile. L’esercito dei volenterosi sembra pronto ad intraprendere un cammino ben preciso per garantire la tanto agognata pace, e nonostante gli ostacoli i volenterosi si dicono pronti a partire.
Il 27 maggio si è così riunito un totale di 31 delegazioni di Paesi europei e della NATO in quello che viene definito il vertice dell’“esercito dei volenterosi” all’Eliseo di Parigi. Dall’incontro viene ribadita la chiara posizione unanime di sostegno all’Ucraina, mentre non si discute ancora di ritirare le sanzioni alla Russia se prima non c’è un piano di pace concreto.
A fare gli onori di casa il presidente francese Macron che insieme al Regno Unito guiderà la “forza di rassicurazione” ovvero “una delegazione militare anglo-francese” che “sarà inviata a lavorare con l’esercito di Kiev per preparare l’esercito ucraino di domani”. La forza di rassicurazione però non ha trovato il pieno consenso tra i leader europei, “tuttavia si andrà avanti comunque”, ha spiegato Emmanuel Macron in una conferenza stampa al termine del summit dei Volenterosi.
A fare gli onori di casa il presidente francese Macron che insieme al Regno Unito guiderà la “forza di rassicurazione” ovvero “una delegazione militare anglo-francese” che “sarà inviata a lavorare con l’esercito di Kiev per preparare l’esercito ucraino di domani”. La forza di rassicurazione però non ha trovato il pieno consenso tra i leader europei, “tuttavia si andrà avanti comunque”, ha spiegato Emmanuel Macron in una conferenza stampa al termine del summit dei Volenterosi.
Tra i Paesi che non hanno aderito all’invio delle truppe vi è l’Italia, che non manderà truppe sul fronte ucraino, pur ribadendo il sostegno a Kiev. “Il Presidente Meloni ha sottolineato l’importanza di continuare a lavorare con gli Stati Uniti per fermare il conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina, auspicando il coinvolgimento di una delegazione americana al prossimo incontro di coordinamento – riferisce Palazzo Chigi, ma è assodato che “non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno”. Come ha specificato precedentemente il ministro Guido Crosetto, Roma è disposta ad inviare militari, ma solo nel quadro di una missione Onu, poiché, ha specificato ancora il ministro della Difesa, dispiegare in Ucraina forze di peacekeeping solo europee sarebbe “un suicidio” e solleciterebbe un probabile attacco russo per ‘testare’ le reazioni degli europei.
“Siamo davvero a un punto di svolta. I negoziati sono iniziati e sono benvenuti. Il nostro obiettivo è chiaro: è vincere la pace e per farlo dobbiamo mettere l’Ucraina nella posizione migliore per negoziare e garantire che l’accordo che verrà raggiunto sia solido e duraturo” ha continuato Macron in conferenza stampa, dove in merito alle sanzioni europee ha specificato che sia necessario una garanzia da parte di Mosca per un cessate il fuoco: “Le sanzioni devono restare in vigore finché l’occupazione russa dell’Ucraina continuerà” e prima di revocarle è necessario “un accordo di pace definitivo”, senza il quale, anzi, potrebbero inasprirsi ulteriormente. Invece è già pronto un nuovo pacchetto di aiuti militari per Kiev da 2 miliardi di euro, composto principalmente da missili, veicoli blindati, droni e cooperazione nelle tecnologie satellitari e d’intelligence.
L’esercito dei volenterosi e i piani messi sul tavolo dall’Europa non sono esenti da critiche, il primo a sparare a zero è Steve Witkoff, ovvero il portavoce americano alla guida della delegazione impegnata nei negoziati con la Russia, per il quale si tratta di un piano semplicistico, una banale messa in scena per sembrare operativi e impegnati, ma che non porterebbe alcun cambiamento e nemmeno nessun miglioramento alla causa ucraina. A Tal proposito Macron ha spiegato che gli europei sperano che gli USA si uniscano alla “forza di rassicurazione” ma che devono essere pronti pensare anche all’eventualità più avversa: “Dobbiamo sperare nel meglio – ha detto – ma prepararci al peggio”.
Redazione La Pagina