Il “decreto del fare”, approvato dal Consiglio dei ministri il 15 giugno, contiene 80 nuove misure
I tempi sono stati rispettati. Sabato scorso il governo Letta ha approvato “il decreto del fare”, cioè il primo gruppo di misure per la crescita. Il secondo, il piano contro la disoccupazione giovanile, sarà approvato nel consiglio dei ministri del 21, nella stessa seduta vedranno la luce le misure sulle carceri. Nel frattempo, c’è stato il G8 in Irlanda, e soprattutto alla fine del mese il Consiglio europeo dove gli Stati membri dovranno occuparsi di disoccupazione giovanile a livello comunitario.
“Il decreto”, ha sintetizzato Letta in conferenza stampa al termine del cdm, “è un segno molto forte, sbloccherà investimenti, lavori pubblici e posti di lavoro. E’ la risposta alle sei raccomandazioni che l’Europa ha rivolto all’Italia con la proposta di chiudere la procedura d’infrazione per deficit eccessivo”. Il premier si è attribuito il merito del primo tentativo operativo di dare un deciso impulso alla crescita e ha assicurato che c’è stata “grande coesione”. Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, gli ha fatto eco: “Questo decreto dà un segnale molto importante e rafforza il governo”.
In un’intervista apparsa sul Corriere, lo stesso Lupi, parlando delle misure più importanti, ha precisato: “Penso a tre punti. La parte di Equitalia, che rimette il cittadino al centro dell’azione fiscale. La parte sulle semplificazioni e gli aiuti alle imprese. La parte sulle infrastrutture, con le cantierizzazioni di grandi opere in tempi certi e altri contributi che daranno una ricaduta a livello occupazionale di 30 mila posti di lavoro”.
Entrando, seppure sommariamente, nei dettagli del “decreto del fare”, e volendo contrastare le storture di cui sono stati vittime molti cittadini, una delle misure più importanti è stata la prima casa che non è più pignorabile per debiti inferiori ai 120 mila euro, con esclusione delle case di lusso. Il periodo di rateizzazione è esteso fino a 120 mesi per i debitori meno abbienti e si potranno saltare fino a 8 rate senza ulteriori aggravi, mentre ora sono due. La parte più importante del decreto, però, riguarda cantieri, imprese e prestiti agevolati. Il decreto prevede convenzioni tra gl’istituti di credito e la Cassa depositi e prestiti per concedere alle imprese finanziamenti a tasso agevolato per “l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuove di fabbrica ad uso produttivo”. I finanziamenti verranno concessi entro il 2016 e il plafond sarà di 5 miliardi di euro per una durata massima di cinque anni e con un tetto di due milioni a impresa. Saranno momentaneamente definanziate alcune grandi opere come la Tav Torino-Lione e il terzo valico Milano-Genova e il Ponte sulla Stretto. In questo modo si recuperano 3 miliardi di euro che saranno dirottati a opere già cantierate o cantierabili come le metropolitane di Milano, Napoli e Roma e l’autostrada Ragusa-Catania.
La montagna di processi civili – che vede coinvolte anche imprese straniere – sarà aggredita da una task force di 400 giudici onorari (in pensione). Lavoreranno a cottimo (200 euro a sentenza) e si stima che in cinque anni definiranno 260 mila procedimenti pendenti. Si reintroduce la mediazione obbligatoria, salvo che nel campo degli incidenti stradali ma con l’obbligo di presenza degli avvocati e tempi ristrettissimi (3 mesi), oltre i quali si potrà procedere con il processo classico. Per facilitare gli investimenti di imprese straniere in Italia, verranno concentrate le loro cause nei tribunali di Milano, Roma e Napoli. Per quel che riguarda la giustizia, le divisioni immobiliari derivanti da eredità verranno espletate da un notaio e non dal giudice. Altre novità riguardano i neolaureati in legge che faranno il tirocinio a fianco di magistrati e il rinforzo di 30 giudici in Cassazione per abbattere un arretrato di altri 690 arretrati in cinque anni. Va da sé che il pacchetto giustizia sarà completato con le carceri, come detto, il 21 giugno.
Per le famiglie ci sarà la riduzione delle bollette elettriche per un totale di 550 milioni di euro, mentre per l’uso del wi-fi non sarà richiesta più l’identificazione personale degli utilizzatori. Ed ora passiamo alla nautica. Forse qualcuno ricorderà le tasse messe da Monti sulle imbarcazioni, che hanno prodotto il fuggi-fuggi verso lidi stranieri. Ebbene, la tassa sulle piccole imbarcazioni viene annullata, dimezzata quella sulle medie, mentre quella sulle grandi rimane invariata.
Le ultime tre misure più importanti sono il fondo di mobilità per gli studenti meritevoli con lo sblocco del turn over nelle università nella misura del 50%; l’indennizzo che i cittadini potranno pretendere dai funzionari se non rispettano i tempi nella definizione delle pratiche per cause a loro imputabili (50 euro a pratica fino ad un massimo di 4000 euro); l’approvazione di un ddl sul “consumo del suolo a tutela dei terreni agricoli e per la riqualificazione edilizia”.
Dicevamo all’inizio che questo decreto è solo uno dei tasselli che comporranno il mosaico delle innumerevoli misure che dovranno portare alla crescita e all’occupazione. Adesso, al di là dei comprensibili entusiasmi, bisognerà verificare l’impatto che le misure avranno nella realtà, ciascuna negli ambiti di riferimento. Non bisogna dimenticare, infatti, che molte misure, a cominciare dalle semplificazioni, furono già approvate in passato ma di fatto rimaste lettera morta.