Senatrice Laura Garavini, Onorevole Massimo Ungaro,
Scriviamo innanzitutto per testimoniarvi le reazioni di disappunto, incredulità e sconcerto che si sono manifestate nelle nostre comunità italiane all’estero a seguito della decisione di Matteo Renzi di far dimettere le due ministre di Italia Viva e di mettere così in crisi la continuità del governo Conte.
Una crisi che risulta incomprensibile non solo alla maggioranza dei nostri connazionali, ma alla stessa opinione pubblica dei paesi in cui viviamo, che torna a percepire l’Italia come paese instabile e poco affidabile. La scelta di Renzi e di Italia Viva appare una pugnalata al nostro Paese tanto più se si considera il contesto drammatico della pandemia e l’inizio della campagna vaccinale che dovrebbe finalmente liberarci dal virus. In questi mesi anche gli italiani all’estero hanno potuto apprezzare l’approccio rigoroso seguito dal governo nel gestire il Covid, con misure talvolta più efficaci di quelle adottate dai nostri paesi di residenza.
Ma vogliamo testimoniarvi anche la rabbia, molta rabbia, nell’elettorato del centrosinistra, in particolare quello del PD e di LeU, che vedono nella sciagurata uscita di Matteo Renzi uno strappo del tessuto unitario faticosamente costruito con l’alleanza M5S, PD, LEU e Italia Viva: una coalizione, certo composita e complessa, ma che rappresenta l’unico argine ad una destra pericolosa, antieuropea, demagogica e parolaia e costituisce la forza più credibile per ricostruire, sul piano economico e sociale, l’Italia dopo le maceria lasciate dal Covid. Insomma si rompe l’unico asse progressista possibile in Italia e si torna a rivivere il film delle divisioni e dei tradimenti che hanno segnato drammaticamente il percorso del centrosinistra negli ultimi decenni. Non possiamo rassegnarci a questa deriva!
In questo contesto ci preme sottolinearle un dato che vi riguarda personalmente: siete entrambi stati votati in Europa nelle liste del Partito Democratico, con migliaia di voti di preferenza. Una capolista al Senato, l’altro capolista alla Camera con tutto il valore simbolico e non solo che ne consegue. È vero che anche gli eletti all’estero operano senza vincolo di mandato, e ciò vale anche per voi, ma non potete non riconoscere che il voto di preferenza crei un rapporto fiduciario ben più forte del voto ai «nominati».
A settembre del 2109, nel lasciare il PD, di cui lamentava soprattutto le carenze e gli errori emersi nelle politiche per gli italiani all’estero, la Sen. Garavini affermò che intendeva comunque «non mettere in discussione l’attuale maggioranza».
Vi chiediamo un atto di coerenza e di non venire meno a questo impegno. Lo dovete a noi tutti che ci sentiamo impegnati a costruire in Italia un campo largo progressista ed europeista, ma lo dovete in particolare alle migliaia di elettrici e di elettori all’estero che hanno scritto sulla scheda il vostro nome!
Lab per la Sinistra -Svizzera
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