-0.5 C
Zurich
21 November 2024
Image default
Svizzera

Lettera aperta del sen. Micheloni e dell’on. Narducci (PD)

Print Friendly, PDF & Email

MicheloniLettera aperta del sen. Micheloni e dell’on. Narducci (PD) a coloro che sono rimaste vittime di una truffa

perpetrata da un funzionario del Patronato INCA di Zurigo

Gentili Signore e Signori, abbiamo scelto la via della lettera aperta, in seguito alla decisione, adottata dal Comitato che si è formato a difesa dei vostri diritti, di lanciare una pubblica campagna per la raccolta di firme e di fondi. Campagna nella quale si avanzano considerazioni, sul nostro operato e su quello di alcune istituzioni, che riteniamo di non poter condividere e che respingiamo con fermezza. NarducciCon questa lettera intendiamo illustrare, in modo sintetico, la nostra posizione e le azioni che abbiamo intrapreso: Abbiamo appreso, come tutti, nell’estate 2009 la notizia delle gravi azioni commesse a vostro danno da un

funzionario dell’INCA di Zurigo; Sabato 12 settembre 2009 abbiamo partecipato ad una riunione delle vittime convocata dal Signor Tommasini in collaborazione con il Comites di Zurigo. A detta riunione, oltre alle persone che si sono dichiarate truffate e a rappresentanti delle stesse, erano presenti il Console Generale di Zurigo, un rappresentante dell’INCA-CGIL Italia, nonché i parlamen- tari On. Gianni Farina e i sottoscritti On. Franco Narducci e Sen. Claudio Micheloni. Ci permettiamo di precisare che a tale incontro siamo intervenuti di nostra spontanea volontà, non essendo stati ufficialmente invitati. In quell’occasione, complice una più che comprensibile tensione emotiva, sono state dette moltissime cose. Per quanto ci compete, ci preme ricordare in rapido ed essenziale elenco le nostre posizioni, i nostri consigli, le nostre assunzioni di impegno: – abbiamo espresso la nostra fiducia

nell’opera della Magistratura e della Giustizia svizzera alla quale spetta di appurare e sanzionare, in tempi il più possibile brevi, quanto accaduto; – abbiamo suggerito ai presenti di formare un Comitato composto esclusivamente dalle vittime e/o dai loro diretti rappresentanti. – abbiamo raccomandato alle vittime di non farsi in alcun modo  “utilizzare o strumentalizzare” per fini che poco avessero a vedere con la reale difesa dei loro interessi. – abbiamo preso l’impegno di rappresentare al Governo italiano le difficoltà oggettive in cui versavano molti dei truffati, ai quali, venendo a mancare la rendita mensile, si prospetta un futuro di indigenza, per ricercare possibilità di interventi a favore di queste persone, almeno fintano che la giustizia non abbia concluso il suo corso. È un impegno, quest’ultimo, che rite- niamo di aver pienamente onorato: in diversi incontri sia in Parlamento, sia al Ministero degli Affari Esteri, sia con il Console Generale di Zurigo, sia con i Dirigenti dell’INCA-CGIL Italia. A questo proposito, per onor di verità, ci preme ricordare la disponibilità manifestata dal Sottosegretario Mantica, dal Console Generale d’Italia a Zurigo e dalla CGIL Italia. Disponibilità tutta tesa ad individuare le soluzioni e gli interventi ragionevolmente praticabili per far fronte a questa situazione. Un primo e importante risultato è stato l’impegno del Sottosegretario Mantica e del Ministro Zuppetti, Direttore Generale della Direzione per gli italiani all’estero del Ministero degli Affari Esteri a far sì che, nell’attesa che si concluda l’iter processuale, il Console Generale di Zurigo potesse disporre delle risorse necessarie a sostenere economicamente le vittime che, a causa della truffa, si venissero a trova- re in uno stato di indigenza. Nel corso di questi numerosi incontri si era anche iniziato ad analizzare la reale fattibilità della creazione di un fondo di solidarietà a favore delle vittime. Questa strada, pur se molto complicata, non era stata del tutto scartata, tant’è che se ne stava vagliando la concreta praticabi- lità. Per quanto ci concerne, abbiamo puntualmente informato il Signor Tommasini, presidente del Comitato di sostegno delle vittime, del nostro operato. Abbiamo intenzionalmente evitato di renderlo pubblico, per rispetto nei confronti delle vittime e per non offrire il destro a strumentalizzazioni politiche o mediatiche. Mentre ci siamo attivati secondo le modalità che abbiamo illustrato sopra, siamo stati informati che il Comitato di difesa intendeva affidare all’avv. Gaetano Longo la tutela dei propri interessi. Abbiamo prontamente comunicato al Presidente Tommasini le nostre perplessità circa l’opportunità di farsi rappresentare da un avvocato che in Italia è stato condannato (in un caso con sentenza passata in giudicato dopo i tre gradi di giudizio e in un altro per ora solo in I grado) per aver commesso reati nei confronti di taluni propri clienti, precisando che qualora tale decisione fosse stata formalizzata, saremmo stati costretti, nella piena convinzione di aver mantenuto fede agli impegni assunti, ad interrompere la collaborazione con il Comitato, tanto più che la posizione professionale dell’Avv. Gaetano Longo rispetto anche ad eventuali rapporti con soggetti riconducibili al consolato zurighese è stata oggetto di una nostra interrogazione parlamentare presentata sia alla Camera dei Deputati che al Senato della Repubblica. Convinti di avere agito in perfetta trasparenza e con corretta tempestività, abbiamo appreso della scelta del Comitato di affidarsi alla persona in questione. Per quanto ci compete ci assumiamo la responsabilità delle nostre azioni, consapevoli che il Comitato, che ha agito in piena libertà e con adeguata informazione, sappia come assumersi le proprie. Gentili Signore e Signori, dal canto nostro, ribadiamo la preoccupazione che, se questo caso finisse con l’es- sere pretestuosamente strumentalizzato per fini politici assai dubbi, più complesso e difficile si rivele- rebbe individuare una soluzione. Preoccupazione che risulterebbe accresciuta se risultasse fondata la notizia pubblicata nei giorni scorsi dal quotidiano online L’Italiano (www.litaliano.it), nella quale si affermava che le vittime “chiedono aiuto al Sen. Nicola Di Girolamo che, oltre ad essere Senatore eletto in Europa per il Pdl, è anche un grande Avvocato”. Infatti, Nicola Paolo Di Girolamo, dopo una contestazione sulle modalità della sua elezione, siede ancora nel Senato della Repubblica Italiana solamente in virtù di un Ordine del Giorno, votato dal suo schieramento politico, che sospende, in attesa del pronunciamento della Magistratura ordinaria, una delibera della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, che “preso atto dell’istruttoria svolta dal Comitato Inquirente; ascoltate le parti e i loro difensori” proponeva “l’annullamento dell’elezione del senatore Nicola Paolo Di Girolamo”. Ci preme, inoltre, invitarvi a riflette- re sul fatto che le responsabilità della truffa non possono essere addebitate alle Istituzioni, pertanto rischia di essere fuorviante ed illusorio credere che spetti alle stesse trovare una soluzione. Voi siete stati vittime delle azioni di un cittadino disonesto. Un destino che purtroppo è comune a migliaia di cittadini onesti come voi. Non esiste alcuno Stato che possa risarcire i danni provocati da malfattori e delinquenti. Nel vostro caso, si è ottenuto che ci sia un’attenzione particolare, affinché nessuno cada in condizioni di indigenza. Questa purtroppo è la cruda realtà. Ed è con questa consapevolezza che bisogna agire e reagire. Fin dal nostro primo incontro vi abbiamo detto come vediamo le cose e fin dove si può sollecitare l’intervento delle Istituzioni. Lo abbiamo detto e l’abbiamo fatto. Potremmo ancora tentare di migliorare questo intervento. La nostra priorità era ed è dimostrata dai fatti: sostenere le vittime, evitando che cadano in stato di indigenza fino al pronunciamento della giustizia svizzera sulle responsabilità dirette e sulle eventuali responsabilità oggettive che hanno determinato la truffa. Gentili Signore e Signori,  comprendiamo che possiate sentirvi abbandonati: di certo da noi non lo siete stati! La nostra disponibilità rimane inalterata: ferma restando la nostra motivata (e per tali ragioni assoluta) indisponibilità a collaborare con chiunque abbia affidato la difesa dei propri diritti all’avvocato Longo, riconfermiamo il nostro impegno preso il 12 settembre. In ogni caso, il nostro vivo auspicio è che possiate e sappiate trovare il modo migliore per far fronte al vostro drammatico problema.

Cordiali saluti

Sen. Claudio Micheloni

On. Franco Narducci

Ti potrebbe interessare anche...

RECENSIONE DEL FILM “IL PIANISTA” DI ROMAN POLANSKI

Redazione La Pagina

Una delegazione di Zurigo incontra  l’Ambasciatore in Svizzera, S.E. Silvio Mignano

Redazione

NO alla chiusura dell’Agenzia Consolare d’Italia in Coira

Redazione

1 commento

francesco giorno 19 January 2010 at 18:40

La lettera del sen. Micheloni e dell´on. Narducci termina nel seguente modo: Il nostro vivo auspicio é che possiate e sappiate trovare il modo migliore per far fronte al vostro drammatico problema. In parole povere cari connazionali, qui vi si dice: IL PROBLEMA RISOLVETELO DA SOLI, bel modo di tutelare e salvaguardare i problemi degli italiani all´estero, e questi sarebbero i ” signori” che abbiamo mandato a rappresentarci? Non esiste alcuno stato che possa risarcire i danni provocati da malfattori e delinquenti, é il grido di dolore che i nostri due illustri emettono in vostra difesa, non vorrei sbagliarmi , ma in questo caso oltre a conoscere il presunto delinquente, sappiamo anche con chi esso lavorava , anche se a tramare il malaffare si presume che lo stesso agisse da solo. nessuna speculazione politica solo giustizia.

Rispondi

Lascia un commento

I cookies ci permettono di garantire la funzionalità del sito, di tenere conto delle vostre preferenze e consentirvi una migliore esperienza di consultazione dei nostri contenuti. Continuando a navigare sul nostro sito l’utente accetta l’utilizzo dei cookies. Accetto Leggi di più