Cara elettrice, caro elettore,
ti scrivo per la stima ed il bene che ti voglio. E per il rispetto che provo per te in quanto elettore che mi ha affidato con generosità la propria fiducia per anni.
La decisione di Italia Viva di mettere in discussione il Conte2 non è dipesa dai colpi di testa Renzi. Nè tantomeno dal fatto che io mi sia lasciata abbindolare da lui. Le mie scelte, anche in questa occasione, sono state ponderate e sofferte.
L’uscita delle nostre Ministre dalla Maggioranza è dipesa dal fatto che quel Governo non funzionava. Da un lato rinviava continuamente decisioni importanti per mere ragioni ideologiche. E dall’altro abusava di continui DPCM per scelte poco oculate.
Noi abbiamo posto delle questioni che erano sotto gli occhi di tutti. Questioni sulle quali, in privato, anche il Pd ci dava ragione. Penso ai ritardi su decisioni fondamentali. Il mancato utilizzo del Mes, per esempio. Oppure penso al rinvio di scelte importanti, da cui dipendono migliaia di posti di lavoro. Come il mancato sblocco di oltre 100 miliardi di cantieri pubblici per grandi infrastrutture. La mancata ripresa dei lavori della Lione-Torino, o della Gronda di Genova. La mancata soluzione di vicende aziendali come quella della Whirpool, solo per fare qualche esempio o quella dell’Ilva, dell’Alitalia, di Autostrade. Tutte questioni sulle quali finiva sempre per prevalere l’approccio ideologico e pregiudiziale dei 5stelle, purtroppo puntualmente avvallato dagli alleati di maggioranza, Pd e Leu.
A sentire il Governo uscente andava tutto bene.
Ma basta prendersi un caffè al bar per ammettere che la realtà era totalmente diversa. Con chiunque si parli, non c’è una persona contenta della situazione di immobilismo nel quale versa il paese. A partire dai tanti che hanno perso il lavoro – quasi mezzo milione nel 2020. E si stima che saranno un ulteriore milione nel 2021. E poi i negozianti, i ristoratori, gli imprenditori e le persone in cassa integrazione che soffrono tantissimo per le conseguenze della pandemia e della crisi economica che ne è derivata.
Siamo il paese con il maggior numero di morti da covid in Europa. Con il peggior livello di decrescita. E mentre siamo stati l’unico paese con le scuole chiuse, per un anno intero si sono sprecate centinaia di milioni di euro per le cose più assurde. Dai banchi a rotelle, ai bonus più impensabili: per le biciclette, per i monopattini, per il cashback, per installare gli ascensori.
Mentre la povertà è aumentata a dismisura e tante imprese sono sul punto di chiudere i battenti, provocando ulteriori licenziamenti.
Ecco perché serviva una svolta. E noi ce ne siamo resi protagonisti.
Abbiamo innescato una crisi che ci ha reso antipatici, inutile nasconderlo.
Ma ciò che ci ha spinti a provocarla è il bene del Paese.
Indipendentemente dalle possibili conseguenze per il partito.
La pandemia non poteva diventare un alibi dietro il quale cullarci e lasciare che l’Italia andasse a sbattere. Certo sarebbe stato molto più comodo fare finta di niente. Ci saremmo potuti tenere i nostri posti di Ministro. Avremmo potuto approfittare a nostra volta delle regalie a pioggia, rincorrendo un po’ di consenso spicciolo, sprecando soldi.
Non ci saremmo presi tutti gli attacchi di questi giorni. Anzi. Magari ci avremmo guadagnato qualche ulteriore posto da Ministro o Sottosegretario. Ma che cosa avremmo poi potuto raccontare ai nostri figli tra 10/15/20 anni quando ci avrebbero chiesto conto dell’eredità lasciata loro: cioè un paese in bancarotta, incapace di fare fronte ai propri debiti? E non all’altezza delle sfide, perchè reduce del peggiore spreco di risorse di tutti i tempi?
Noi non abbiamo mai posto veti per questioni personali. Abbiamo posto delle questioni tematiche. Abbiamo chiesto di velocizzare e migliorare i contenuti dell’azione di governo. Innanzitutto allo scopo di migliorare le politiche attuali per fare fronte alla situazione emergenziale legata al coronavirus. E poi per fare sì che ci possa essere una gestione oculata del Recovery Fund – un programma di risorse di quasi 300 miliardi di euro, risorse che segneranno – o no – i prossimi decenni dell’Italia.
Su tutta una serie di questioni i colleghi del Pd erano della nostra stessa opinione – Per esempio, a riflettori spenti, erano anche loro favorevoli al Mes. Anche loro contrari alla riforma della prescrizione. Anche loro insoddisfatti dell’immobilismo di Conte e del suo metodo accentratore.
Allora la domanda è: perchè il Pd non ha preso posizione al nostro fianco, rispetto a tutte le questioni che condividevamo? Questioni ragionevoli, di buon senso, non dettate da pregiudizi ideologici. Perchè ha preferito appiattirsi sui diktat di Conte e dei 5stelle? Perchè piuttosto che far fronte comune con noi di Italia Viva, per ottenere le tante questioni su cui avevamo le stesse idee, hanno invece cercato di sostituirci con dei transfughi – i cosiddetti Responsabili, dando origine ad un indecoroso mercanteggiare di parlamentari?
Personalmente mi rattrista molto questo atteggiamento. Continuo a non spiegarmelo, se non nel tentativo miope di spazzare via Renzi ed i renziani dalla scena politica italiana. Accusandoci di irresponsabilità. Un obiettivo destinato a fallire, dal momento che le nostre motivazioni, come ho cercato di spiegare in questa lettera, non dipendevano da chissà quali ambizioni personali. Bensì da un forte senso di responsabilità, dovuto alle oggettive difficoltà del Paese e dal tentativo di metterlo in sicurezza, a costo di rimetterci come partito.
Sono convinta che il Pd, su diversi contenuti, continui ancora oggi ad essere più vicino a noi di Italia Viva, che non ai 5stelle. Per questo trovo incomprensibile e politicamente sbagliato che il Pd continui a cercare il dialogo con i grillini, piuttosto che con noi.
Continuo a voler molto bene al Pd, agli iscritti e ai militanti. Ma prima del bene di un partito per me viene il bene del Paese. Ed è esattamente per il bene del Paese che abbiamo agito in questi giorni come IV. Può darsi che questa nostra decisione – molto sofferta – non ci premierà a livello elettorale. Credo però che il tempo dimostrerà con i fatti, quanto il nostro operato abbia fatto bene all’Italia. Sia l’Italia di oggi che di domani.
Con Mario Draghi Presidente del Consiglio – esponente di grande statura, apprezzato a livello internazionale – l’Italia avrà una guida autorevole e capace. In grado di affrontare i problemi con celerità e buon senso e di guardare al futuro del paese con visione e con premura per le nuove generazioni.
Mi auguro che già a partire dalle prossime settimane tra Italia Viva ed il Pd si possa ripristinare un dialogo costruttivo. Che metta fine al tanto odio e all’aggressività, straripate nei giorni scorsi.
Con questa lettera mi auguro inoltre di farti toccare con mano la serietà e la buona fede delle mie scelte recenti, nel pieno rispetto di chi mi ha sostenuto, come te, in qualità di mio elettore.
Ti rivolgo un saluto sincero, di gratitudine per la fiducia che hai voluto riporre in me in questi anni.
Laura