a seguito dell’articolo del 25 marzo, essendo sempre più stupita dal detto: “Fate quel che dico e non quel che faccio” constato che il sig. Petta, da qualche mese, affittando una mezza pagina del vostro settimanale di parole scritte ne sta spendendo a bizzeffe. Nel numero del 25 marzo apprendo che è insegnante. Se io fossi una persona fuori da ogni istituzione o associazione italiana mi chiederei: visto il degrado continuo della situazione dei corsi di lingua e cultura italiane visto la continua riduzione degli insegnanti per detti corsi visto la soppressione di classi per mancanza di insegnanti visto la drastica riduzione dei contributi MAE ma che fanno gli insegnanti?
Se ne stanno comodi comodi a fare 22, vedi 18 ore settimanali di attività aspettando il loro stipendio sicuro a fine mese e, visto che di tempo a disposizione a loro ne rimane tanto, scrivono lettere astiose ai giornali per criticare tantissime persone che BENEVOLMENTE sacrificano molto del loro tempo libero per la collettività, e molte volte anche a scapito della famiglia? Nessuno nega il fatto che nella massa ci siano anche gli opportunisti, che ci siano dei “matusa” che intelligentemente potrebbero lasciare spazio a forze e idee nuove, questo però non basta per autoproclamarsi “critico ufficiale” facendo di ogni erba un fascio. La critica è necessaria a condizione che sia costruttiva e che si possa dimostrare di sapere fare meglio. Intravedo nei propositi del sig. Petta un vero politico di stampo italiano: invece di spiegare la propria visione di come DEVONO essere fatte le cose per il bene della comunità, si limita a criticare e a biasimare l’operato altrui. È grande soddisfazione vederlo in testa di lista nelle prossime votazioni Comites, esultiamo dunque, a partire dalla prossima legislatura, grazie a codesto esimio signore, il Governo Italiano acconsentirà ad ogni richiesta che gli verrà trasmessa dagli Italiani all’Estero. Forse il sig. Petta non ricorda che qualcuno più saggio di me e di lui disse un remoto giorno: “La critique est aisée, c’est l’art qui est difficile”.
Vittoria Di Bella
La risposta di Petta
Gentile Signora Di Bella,
Non ho il piacere di conoscerla, nè ho il piacere di conoscere l’attività del Comites del Canton Vaud di cui lei fa parte. Premesso che nutro sempre rispetto per chi ha il coraggio di metterci la faccia, fatico a comprendere l’intento ultimo della sua lettera. In ogni caso, se mi permetto di criticare i Comites di Zurigo e Lucerna, di cui conosco l’operato, non mi sognerei di farlo per gli altri, né nei suoi confronti che dalla Svizzera francese, pur senza essere chiamata in causa (o mi sbaglio?), ha pensato bene di rispondere (anche se fatico a capire a cosa), dimostrando che ci sono ancora persone che non si mettono in gioco solo per chiedere voti per poi nascondere la faccia… Ad averne di persone così a Zurigo e a Lucerna!
Mi congratulo con lei, sinceramente, ma ripeto: non capisco di cosa mi accusa, né chi difende. Quindi, o non ha letto i miei precedenti articoli, o glieli hanno riportati male, o è stata consigliata male. Per finire, un dubbio: fra me, che critico chi ha fatto parte del Comites negli ultimi dieci anni, e lei, che critica i miei propositi, prima ancora di far parte del Comites (prima volta che mi candido) e senza nemmeno conoscermi, chi dei due si limita criticare senza costrutto e, soprattutto, senza sostanza? Per quanto riguarda il futuro dei corsi, nulla da dire: ha centrato il problema, e spero vorrà unire le sue forze alle nostre per cambiare il preoccupante stato delle cose. Come spero vorrà unire le sue forze firmando e facendo anche sua la nostra petizione, contro l’ingiusta tassa sulla prima casa degli italiani all’estero… O da membro Comites, in questi anni, ci ha già pensato e la trova giusta?
Cordialmente
Gerardo Petta
Associazioni Italiane in Svizzera