Dopo la bocciatura in Parlamento della norma federale urgente, il Governo ha presentato il piano B
L’articolo 271 del codice penale vieta l’invio di informazioni ad altri stati. Dopo il no del Parlamento alla “Lex USA”, il Consiglio federale ha dovuto elaborare un’alternativa per permettere alle banche svizzere la cooperazione con le autorità americane per risolvere le vertenze fiscali. Il Governo ha deciso di non agire tramite ordinanza, ma di concedere agli istituti interessati una deroga. Le banche elvetiche che vogliono collaborare con la giustizia americana per risolvere il loro contenzioso, potranno richiedere un’autorizzazione unica. Ottenuta la deroga la trasmissione di dati ad altri stati non sarà più reato. Si tratterà di singole autorizzazioni che verranno concesse caso per caso a determinate condizioni.
Le banche dovranno tenere conto dei diritti dei loro collaboratori e informarli correttamente sull’invio di dati, anche nei confronti di terze persone (ad esempio avvocati o altre banche) potenzialmente interessati dalla trasmissione. I terzi riguardano anche le cosiddette liste “leaver”, sulle quali sono indicati i dati non personalizzati che hanno un legame tra i conti chiusi e in quali banche sono stati trasferiti i soldi. Ciò permetterà alle autorità americane di allargare l’inchiesta per individuare evasori che sono passati dalle banche incriminate ad altri istituti. I diretti interessati potranno fare ricorso, diritto che la “Lex USA” avrebbe attenuato, permettendo una più rapida trasmissione dei dati. Secondo il ministro delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf, il ricorso è la principale differenza tra la soluzione del Governo e la “Lex USA”.
I dati dei clienti sono invece esclusi dall’autorizzazione e trasmetterli sarà possibile solo nel quadro dell’assistenza amministrativa prevista dall’attuale Convenzione con gli Stati Uniti per evitare le doppie imposizioni. Le prime autorizzazioni dovrebbero essere destinate agli istituti, già oggetto di un procedimento penale. “Il governo americano dopo il no del Parlamento svizzero aveva chiesto subito una proposta alternativa” ha spiegato Widmer-Schlumpf, “ora si attende la risposta americana se la soluzione basterà a risolvere il conflitto fiscale”. La dozzina di banche interessate dal procedimento, dovrebbe riuscire a risolvere i problemi grazie alle autorizzazioni. Resta ancora aperta l’ammontare delle multe che gli istituti dovranno pagare.
Nel settore finanziario le reazioni alla soluzione del Consiglio federale sono state positive. L’Associazione Svizzera dei Banchieri (ASB) ha espresso soddisfazione per l’operato del Consiglio Federale, che “si è assunto le sue responsabilità definendo i parametri che permetterebbero la cooperazione tra banche e gli Stati Uniti”. L’ASB si aspetta anche un quadro giuridico, che consenta alle banche l’attuazione al programma unilaterale degli Stati Uniti. L’Associazione svizzera degli impiegati di banca (ASIB) vede rispettata la propria richiesta, che prevede l’obbligo di assistenza e la protezione contro la discriminazione per gli impiegati delle banche, ma recrimina per la mancata soluzione che porterebbe definitivamente a chiudere il conflitto fiscale, dopo la bocciatura della “Lex USA”.