L’esposizione universale che aprirà a Milano tra meno di un anno nella trappola delle tangenti. Renzi: “fermiamo i delinquenti, no l’expo”
Che una cosa talmente “succulenta” come l’Expo 2015 potesse sfuggire agli ingordi d’Italia era proprio impossibile! Ed ecco che anche l’Esposizione universale cade nella trappola delle tangenti con tanto di arresti, confessioni e biglietti della contabilità. Ma subito Renzi prende posizione e assicura la continuità del progetto: “L’Expo è una grandissima opportunità e io preferisco perdere qualche punto nei sondaggi piuttosto che fermare questa occasione di investimenti per l’Italia. Si fermano i delinquenti ma non i lavori” e conferma la sua “assoluta” fiducia nel commissario Giuseppe Sala. Attraverso i microfoni di “Quinta Colonna” su Retequattro, Matteo Renzi ha sostenuto di essere disposto a perdere voti pur di portare avanti il progetto, occasione unica per l’Italia. “Posso perdere il 2-3% dei voti ma non posso far perdere all’Italia occasione straordinaria, l’Expo non è i ladri che abbiamo visto. Io mi gioco la faccia, ci metto il cappello, la ripuliamo”.
Dopotutto la posta in gioco è molto alta e lo si vede dai numeri ufficiali dell’Esposizione universale che sarà visitata da circa “20 milioni di visitatori” e darà centinai di posti di lavoro e soldi investiti, costerà alle casse dello Stato un miliardo e 350 milioni anche se tutto sarà bilanciato “dalle aziende partner (che metteranno 400 milioni di euro) e dai Paesi che parteciperanno (circa un miliardo di euro)”. Lo ha spiegato il commissario Sala in audizione all’Antimafia, sottolineando che “ad oggi non c’è stata alcuna indicazione dalla Procura di fermare o rivedere alcune delle gare già assegnate. La Procura ci sta dicendo di andare avanti”. Nel frattempo sono iniziati gli interrogatori nel carcere di Opera dove risiedono gli arrestati dello scandalo Expo. Il primo a essere sentito è stato l’imprenditore vicentino Enrico Maltauro, finito in carcere giovedì scorso, assieme all’ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio, all’ex funzionario Pci Primo Greganti, all’ex senatore Fi-Pdl Luigi Grillo, all’ex esponente ligure dell’Udc Sergio Cattozzo e al manager di Expo Angelo Paris, che ha ammesso i fatti “nella loro materialità” così come sono stati contestati ma si è riservato di chiarire la sua posizione a breve in uno o più interrogatori davanti ai pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio. Paris invece, responsabile dell’Ufficio contratti, interrogato dal gip ha chiarito le proprie responsabilità, come ha riferito il suo legale Luca Toryer, spiegando anche che il manager ha chiesto l’autorizzazione di poter inviare alla società “una lettera di dimissioni”.
Intanto Renzi ha organizzato un incontro con i vertici dell’Expo a cui sarà presente anche Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, che affiancherà il commissario Sala per vigilare sull’Esposizione. “L’unica cosa da non fare – dice Cantone in una intervista al Mattino – è cancellare Expo. Sarebbe ammettere che l’illegalità ha vinto. Bisogna andare avanti e il governo ci mette la faccia”. “Dire no all’Expo – ha aggiunto Cantone parlando a Radio 24 – non a priori ma proprio ora significa dimostrare che siccome ci sono fenomeni corruttivi vasti, lo Stato non è in grado di porvi un argine”. E l’evento divide la politica in particolar modo l’ex premier Silvio Berlusconi sostiene che gli episodi siano esagerati, “Il mio parere – dice il leader di Fi- è che ci siano davvero esagerazioni. Per l’Expo super importante è stato il mio governo a chiamare tanti stati alla partecipazione.
Guai se le cose non fossero perfette per il giorno dell’apertura. Queste cose non toccano la mia parte politica, noi non c’entriamo nulla, riguardano la vecchia tangentopoli. Molte cose sono aria fritta, in tutte le cose che riguardano appalti ci sono delle telefonate, è la vita. Non è solo l’Italia ma in tutto il mondo non dobbiamo scandalizzarci, molte cose sono millantate e non vere affrontiamo il problema ma senza pensare che ci sia uno scandalo che faccia pensare a tangentopoli”.