L’associazione Luca Coscioni, impegnata da tempo nel campo dell’eutanasia, lancia una nuova campagna con un video per chiedere al Parlamento di discutere l’iniziativa popolare presentata a settembre del 2013
“Onorevoli Parlamentari, vorrei poter decidere…e non soffrire più…in Svizzera è possibile…io un giorno ci andrei…io preferirei morire qui…è la mia vita…”, sono queste
alcune sequenze del video “Eutanasia: il Parlamento si faccia vivo” della nuova campagna dell’associazione Luca Coscioni che chiede al Parlamento che venga discussa al più presto la proposta di legge di iniziativa popolare per la legittimità dell’eutanasia e del testamento biologico, depositata nel settembre 2013, ma mai calendarizzata nelle commissioni competenti. Nel video di 200 secondi, 70 persone, tra cui cittadini, malati, medici, infermieri e vip esprimono il loro parere.
“Negli 8 anni dalla morte di Piero Welby, il Parlamento ha sprecato ogni occasione e schivato ogni richiesta, inclusa quella del presidente Napolitano – dice Marco Cappato, tesoriere dell’associazione -. Con questo video-appello abbiamo dato un volto a quella maggioranza di cittadini favorevoli alla regolamentazione dell’eutanasia e del testamento biologico, e a quelle decine di migliaia di malati che chiedono di essere liberi, fino alla fine”. Sul sito dell’associazione inoltre si legge “Le decisioni di fine vita sono decisioni personalissime e, in quanto tali, devono essere prese con la massima libertà dalla persona per se stessa. In Italia, benché la Costituzione riconosca che nessuno può essere obbligato ad alcun trattamento sanitario contro la propria volontà, non vi sono leggi che regolino l’affermazione delle volontà della persona: né una legge sul testamento biologico, né sull’eutanasia. L’Associazione Luca Coscioni, anche attraverso la lotta di Piergiorgio Welby, ha imposto una discussione su questi argomenti e oggi si batte contro proposte di legge illiberali su questa materia”.
A metà dicembre è stato presentato il “Medscape Ethics Report 2014”, un’indagine svolta su oltre 21mila medici di diverse nazionalità: 17mila statunitensi e 4mila europei provenienti da 35 Paesi, in particolare inglesi, tedeschi, italiani, francesi e spagnoli. Nella prima parte, dedicata a “Vita, morte e dolore” emerge come il 54% dei medici statunitensi e il 41% di quelli europei siano favorevoli a una legislazione sul suicidio assistito. Percentuali in netta crescita sia negli USA (+8%) che in Europa (+10%). In particolare, in Italia i medici favorevoli (42%) superano quelli contrari (34%). Per il 24% dei medici “dipende” dalle condizioni del paziente.
Dopo diverse discussioni nei rispettivi Parlamenti in Gran Bretagna, Francia e India alla fine di dicembre, sul sito dell’associazione Luca Coscioni, Cappato ha dichiarato che “Le notizie di queste ore confermano che la libertà di scelta alla fine della vita è una grande questione sociale destinata a crescere di importanza, e con essa l’urgenza di legalizzare l’eutanasia contro ogni forma di eutanasia clandestina e di accanimento terapeutico. Per il dibattito italiano è significativa, in particolare, la firma dello scrittore Ian McEwan all’appello per la legalizzazione del suicidio assistito. Proprio stamane, infatti, Pierluigi Battista aveva contrapposto sul Corriere della Sera la sensibilità ed empatia dello scrittore agli “osceni e chiassosi pregiudizi” dei militanti pro e contro eutanasia. In realtà, la responsabilità della politica è proprio quella di scegliere, come lo stesso McEwan testimonia, e come ha più volte ricordato il Presidente Napolitano nei confronti di un Parlamento incapace – dopo oltre 15 mesi! – di iniziare a discutere la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia e del testamento biologico”.
Intanto il Papa, tramite mons. Angelino Becciu, risponde, senza entrare nel merito, a Walter Piludu, malato di sla ed ex presidente della Provincia di Cagliari, che sollecitava una risposta al suo appello: “è umano costringere una persona e i suoi cari a un tale fardello di prolungata indicibile sofferenza?”. La risposta – ha anticipato il quotidiano L’Unione Sarda – è giunta per Natale: “Il Papa è rimasto colpito dal fatto che lei, anche in questa tragica situazione e pur non avendo alcuna fede religiosa riesca a dare ancora un senso alla sua esistenza”.