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22 November 2024
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Interviste

Liceo Vermigli: parola d’ordine “aumentare la qualità”

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Intervista con il nuovo preside del Liceo Vermigli, Alessandro Sandrini, che ha illustrato tutta la situazione dell’istituto, le difficoltà oggettive e gli sforzi messi in atto per migliorare la qualità del nostro Liceo 

Prof. Alessandro Sandrini, da qualche mese è il Preside del Liceo Vermigli di Zurigo. Alle spalle ha però un percorso lavorativo che l’ha avvicinato alla Svizzera…

Sono fiorentino, ho studiato e lavorato a Firenze. Poi ho conosciuto mia moglie che è Bernese. Abbiamo due figli e sono 25 anni che stiamo assieme quindi la Svizzera la conosco già abbastanza bene. Abbiamo vissuto 4 anni a Milano dove mia moglie insegnava alla scuola svizzera e io lì insegnavo agli insegnanti. Anche a Roma mia moglie insegnava alla scuola svizzera frequentata dai miei figli quindi, anche se prima d’ora non avevo avuto modo di lavorare in Svizzera, conosco molto bene come è organizzata la scuola svizzera, le problematiche degli svizzeri, il tipo di cultura e il tipo di orientamento culturale pedagogico. Mi hanno chiamato proponendomi il posto di insegnante di lettere e filosofia e di Preside, visto che ho anche esperienze di insegnamento internazionale avendo insegnato alla Richmond University di Roma e all’Accademia tedesca di Roma. Mi è stato chiesto di portare qualcosa di nuovo nel Liceo cercando di sprovincializzarlo e di internazionalizzarlo il più possibile.

Qual è il suo parere sull’esperienza avuta fino adesso?

Ho cominciato a lavorare il 20 agosto. L’istituto ha una grande potenzialità. La gestione generale è articolata essendo un liceo italiano ma paritario. È privato per il 95%.  Dallo Stato italiano arrivano un minimo contributo e un insegnante. Dobbiamo sopravvivere con le rette familiari che, tenendo conto che molto spesso si tratta di fresca immigrazione, a volte risultano pesanti. Per questo motivo sto cercando di ricevere una maggiore attenzione da parte del Governo italiano, considerando che nel panorama politico italiano si parla anche di promozione dell’immagine Italia all’estero. Al momento abbiamo circa 75 studenti: aumentandone il numero è chiaro che aumentano i costi, ma con aiuti potremmo anche mantenere la retta scolastica su questo livello o addirittura abbassarla. Mi fa specie, per esempio, che un liceo svizzero, (il Liceo Artistico, ndr) abbia un contributo dal governo italiano di otto insegnanti ed è scandaloso, che un tale contributo non lo abbiamo noi.

Vorrei aumentare il numero degli iscritti promuovendo maggiormente il Liceo Vermigli, dandogli una maggiore visibilità e intensificando la collaborazione con le istituzioni. Purtroppo al momento ciò non avviene neanche per le cose semplici: da mesi, ad esempio, siamo in attesa di una targa dal Consolato.

In questi mesi che situazione ha trovato al Liceo Vermigli?

Il mio predecessore, Gerardo Passannante, ha creato un team di insegnanti validi e soprattutto legati alla scuola anche a livello affettivo, motivati, indipendenti, con esperienza e che hanno a cuore la vita della scuola. Questo mi ha spianato la strada. È un Liceo che in Italia avrebbe una durata di 5 anni, sei giorni alla settimana, qui abbiamo una durata di 4 anni per 5 giorni alla settimana quindi è tutto un po’ più concentrato. I ragazzi sono molto impegnati, spesso sono eroici. Teniamo anche conto che l’ambiente è particolare: si tratta di un’isola all’esterno della quale la comunicazione è tutta in svizzero-tedesco. Ciò penalizza enormemente i nostri ragazzi e gli insegnanti fanno i salti mortali per farli interessare alla cultura, alla storia e al modo di vivere italiano, pur volendo  promuovere l’internazionalità della scuola. La realtà linguistica è molto varia, per questo ho voluto che vi fosse un’ora di lingua in più, sia per quanto riguarda l’italiano che il tedesco. Queste lezioni di supporto sono obbligatorie per gli studenti segnalati dagli insegnanti. C’è anche un rafforzamento della lingua inglese in vista delle varie certificazioni e per la matematica abbiamo improntato delle lezioni di supporto di pomeriggio, in coda all’orario di lezione. Una cosa che sto combattendo col sistema svizzero è che i ragazzi non sono abituati a fare domande. Il target finale è la maturità che, oltre agli scritti, comprende anche una prova orale: voglio che i ragazzi debbano saper argomentare, usare la dialettica che, al momento, non sono abituati ad usare. Per quanto riguarda i supporti didattici, l’Enaip si è affiancata alla gestione della scuola facendo sforzi economici consistenti rinnovando tutta la mobilia e installando un sistema wi-fi tale che ogni classe abbia un suo sistema multimediale. Stiamo anche arricchendo i laboratori di fisica e chimica e abbiamo istituito lezioni di informatica con sala itinerante, vale a dire con i computer che si spostano e non gli studenti. Vogliamo aumentare la qualità non pensando alle eccellenze ma alzando il livello minimo!

Che tipo di collaborazioni avete con le altre istituzioni italiane?

Con le istituzioni italiane presenti sul territorio ci piacerebbe attivare e rinforzare la collaborazione, soprattutto dal punto di vista della visibilità. Siamo in contatto con l’Istituto di cultura italiana e con il Comites nella persona del suo presidente, Luciano Alban. Quello che manca è un’istituzione che tenga le fila di tutto, che accetti, ascolti e vagli tutte le proposte fatte dai vari istituti.

Cosa offre il Liceo Vermigli agli studenti che lo scelgono?

Il Liceo Vermigli si pone come un istituto riconosciuto da tutti i fronti. La maturità conseguita al Vermigli è riconosciuta nella Comunità Europea e dal Governo svizzero e si rivolge soprattutto a chi ha intenzione di proseguire e andare all’Università!

Eveline Bentivegna

[email protected]

 

 

 

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