Il Consiglio federale prevede regole più severe per evitare un aumento del ricorso alle prestazioni complementari (PC)
Il sistema previdenziale in Svizzera permette di vivere dignitosamente soprattutto alla popolazione più anziana. Oggi le casse pensioni possono pagare sotto diversi aspetti il capitale accumulatosi nelle casse del secondo pilastro. In alcuni casi il rischio di un prelievo anticipato è alto, perché il capitale è investito in modo sbagliato o l’assicurato dissipa i propri risparmi in modo irresponsabile. La conseguenza è che la pensione mensile non è più sufficiente e spesso le persone sono costrette a richiedere prestazioni complementari presso l’AVS/AI. Queste prestazioni elargite dallo stato sono raddoppiate dal 2000 al 2014 aumentando da 2.3 miliardi di franchi a 4.7 miliardi. Il Consiglio federale vuole frenare questa crescita con una revisione della legge sulle prestazioni complementari e ha inviato in consultazione il progetto preliminare fino al 18 marzo prossimo con l’obiettivo di risparmiare dai 150 ai 170 milioni di franchi e di preservare meglio il secondo pilastro.
Dopo aver studiato la situazione sui prelievi anticipati della cassa pensione, il Governo giustifica il prelievo in parte per l’acquisto di un’abitazione “poiché una casa o un appartamento sono un valore che resta conservato per gli assicurati ai fini della previdenza per la vecchiaia”, fa notare il Dipartimento della sanità di Alain Berset. Le proteste dei proprietari fondiari e del settore degli immobili hanno mosso il governo a non considerare nel progetto la misura di bloccare il capitale per questi investimenti. Inoltre potrà ritirare il capitale prima dell’età pensionabile chi deciderà di espatriare in un paese fuori dall’UE. In questi casi il rischio è minimo, spiega il governo, poiché solo poche persone ritornano in Svizzera e chiedono le PC.
I paletti sul prelievo anticipato il governo li vorrebbe porre per chi decide di avviare un’attività lucrativa indipendente. “Il rischio di fallimento è molto alto, soprattutto per chi inizia in età avanzata, e porterebbe alla perdita del capitale pagato senza avere più la possibilità di ricostituirlo”, ha spiegato la restrizione Berset. All’esame della riforma c’è anche il pagamento del capitale della cassa pensione una volta arrivati al pensionamento. Il governo propone due varianti: l’esclusione del pagamento intero a vantaggio della sola rendita o la riscossione della metà sotto forma di capitale, mentre l’altra metà andrebbe convertita in rendita.
Le misure sono però una goccia in mezzo al mare. I problemi della crescita di prestazioni complementari sta nei costi lievitati delle case di riposo e di cura che portano i pensionati alla povertà. Molti di loro hanno anche risparmiato poco durante la vita professionale (salari bassi) e ricevono di fatto solo una piccola rendita. Berset ha precisato gli obiettivi della riforma, che sono “un’ottimazione del sistema per assicurare i costi della vita durante la vecchiaia e mettono in primo piano la rendita e non il capitale.”