Modificato in tre punti essenziali il progetto del Consiglio federale sulle naturalizzazioni
Non sono abbastanza severi i criteri vigenti con i quali si decide ora di concedere la naturalizzazione. Dopo otto sedute, più di venti ore di discussioni e oltre un centinaio di proposte di modifica, la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale ha deciso con 12 voti contro 8 e 2 astenuti di inasprire la legge sulla cittadinanza, modificando il progetto del Consiglio federale in tre punti essenziali. La revisione della legge è stata respinta dallo schieramento rosso-verde e sostenuta dal centro borghese e dalla maggioranza dell’UDC, che vorrebbe criteri ancora più severi.
Potranno chiedere il passaporto svizzero soltanto i titolari di un permesso C dopo 10 anni di soggiorno e non di 8 come proposto dal Governo, che voleva abbassare il diritto vigente che ne prevede 12. In più gli interessati dovranno aver soggiornato in Svizzera almeno tre dei cinque anni che hanno preceduto la richiesta della cittadinanza. La Commissione ha abolito con 14 voti a 10 la regola che prevedeva di contare doppio il tempo trascorso dai richiedenti di età tra i 10 e 20 anni. Il relatore della commissione Kurt Fluri (PLR) ha spiegato che la regola non si giustifica più, poiché molti giovani “non sono impregnati di cultura dell’Europa centrale”, e ciò crea conflitti. Per il PS la nuova regola “danneggia invece i giovani che tentano di integrarsi in Svizzera”. Il terzo punto essenziale, passato di misura con 12 voti contro 11, prevede di non considerare per la richiesta del permesso di soggiorno gli anni passati in Svizzera nell’ambito di un’ammissione provvisoria. La Commissione chiede anche di inasprire i criteri per un’integrazione di successo. I richiedenti la naturalizzazione dovranno avere “una buona espressione in una lingua nazionale per scritto e oralmente”, mentre il Governo chiede la facoltà di potersi sapere “spiegare”.
Secondo Fluri non sarà più difficile ottenere la naturalizzazione: “Nonostante ci siano degli inasprimenti, nella legge fissiamo in modo più chiaro i criteri materiali per l’integrazione, senza creare ostacoli supplementari per le persone integrate che desiderano diventare svizzere”. Per il PS con le nuove disposizione gli ostacoli saranno più alti. “S’impedirà a 5.000 persone ben integrate, ma senza permesso C, di presentare una richiesta di naturalizzazione”, ha spiegato la consigliera nazionale Silvia Schenke (PS). All’UDC non è bastato l’inasprimento della commissione, come sostenuto dal suo rappresentante Rudolf Joder. L’UDC sostiene la revisione, ma chiede più severità per approvarla. “Si dovrà reinserire di nuovo la condizione dei 12 anni di soggiorno e si dovrà allargare il catalogo dei criteri per l’integrazione”. Il dossier sarà esaminato in plenum il 13 marzo prossimo al Consiglio nazionale, dove tra l’altro si dibatterà sul fatto che una parte cospicua di residenti in Svizzera sono esclusi dalla democrazia.