Mille come i garibaldini che partirono alla volta della Sicilia, per partecipare alle rivolte che portarono alla liberazione del regno delle due Sicilie e la successiva annessione al nascente Regno d’Italia. Mille come i famosi “papaveri rossi”, un omaggio spontaneo al soldato Piero dei poetici versi cantati da Fabrizio De André; e poi ci sono le Mille notti che servirono alla furba figlia del gran visir per placare la furia omicida del re persiano contro le sue spose. E chi non ricorda le più famose Mille miglia che da Brescia portavano a Roma nella più nota e seguita gara automobilistica d’Italia? “Mille” sembra essere stato sempre un numero importante, che ha segnato eventi, pensieri, contesti di un certo rilievo e sembra che continui ad esserlo. In questi giorni, infatti, mille primi cittadini hanno deciso di fare un appello corale rivolto al Ministro del Consiglio, Mario Draghi, affinché non si dimetta. Un gesto che non passa inosservato, perché gli appelli rivolti al Premier si moltiplicano da tutti i fronti e il Premier, perfino senza il M5s, può contare sul 70% dei consensi.
Ma tornando ai nostri mille, si leggono le motivazioni nella lettera ad iniziativa del sindaco di Firenze, Dario Nardella: “il Presidente Mario Draghi ha rappresentato fino a ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignità e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall’inizio. Noi Sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buone ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo”.
Certo, Fratelli d’Italia ha subito mostrato contrarietà all’iniziativa dei sindaci che “indipendentemente da chi li ha votati, – interviene Giorgia Meloni – mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori che rappresentano tutti i cittadini che amministrano, anche quelli che la pensano diversamente, usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito”, denunciando “la mancanza di regole e di buonsenso” della classe dirigente italiana.
Ma gli appelli a Draghi arrivano da tutte le parti, perfino dalla Commissione Europea e dalla presidente Von der Leyen che col Premier dimissionario ha “lavorato molto bene” in diverse occasioni; mentre da più lontano ci giunge voce che il presidente Usa Biden ha “grande rispetto e considerazione” del premier Draghi e pare che stia seguendo con attenzione “tutti gli sviluppi politici a Roma”.
È appena iniziata una settimana decisiva per l’attuale legislazione: in questi giorni Draghi deciderà se chiudere questa esperienza o iniziare quello che già molti chiamano il Draghi Bis, decretando la vittoria di una nuova – magari meno eroica – impresa dei mille!
Redazione La Pagina