Anche per la normativa sulla politica famigliare e la pianificazione territoriale sì in vantaggio
Con o senza il caso del presidente del consiglio di amministrazione di Novartis Daniel Vasella, diventato di dominio pubblico con la sua indennità di 72 milioni di franchi di buonuscita, l’iniziativa Minder contro le retribuzioni abusive non ha perso il favore dei cittadini. Il secondo sondaggio nazionale dell’istituto gfs.berna, commissionato dalla SRG SSR, dà un chiaro vantaggio dei sì con il 64% (-1% rispetto al primo sondaggio) degli interpellati. Non sembra efficace la campagna dei contrari. I no avanzano di 2 punti, ma si assestano soltanto al 27%. Gli indecisi solo il 9%. L’istituto spiega i risultati rimasti stabili, fenomeno che per un’iniziativa è inusuale: “La politica ha sottovalutato l’importanza del problema e questo spiega perché la campagna contraria non funzioni”. Non si sa di preciso, quanto il caso Vasella possa influire sulla votazione, poiché il sondaggio è stato realizzato in parte prima che venisse alla luce, ma i promotori sperano che questo caso dia l’ultima spinta necessaria al successo. Nonostante gli enormi investimenti per la campagna, i contrari non sono riusciti a invertire la tendenza. I loro argomenti, che l’iniziativa recherà danni all’economia svizzera e non risolverà il problema, non hanno convinto i cittadini, che trovano l’iniziativa migliore del controprogetto indiretto del Parlamento, il quale riprende parte delle misure previste dall’iniziativa, ma attenuate. L’argomento dell’iniziativa che ha giocato più a favore del sì è la possibilità degli azionisti di potere decidere sui salari e le buonuscite dei manager. L’iniziativa ha il sostegno del PS e dei Verdi. Contrari PLR e UDC, ma nonostante le assemblee dei delegati abbiano detto no, l’elettorato di entrambi i partiti è orientando verso l’accettazione dell’iniziativa.
Diversa invece la situazione in relazione all’articolo costituzionale sulla famiglia, che incarica Confederazione e Cantoni di promuovere la conciliabilità tra famiglia e lavoro. La campagna dei contrari, iniziata a gennaio, ha presumibilmente fatto cambiare idea a molti elettori. Il sì è sceso al 55% (-11%), mentre il no ha guadagnato dodici punti salendo al 35%, con gli indecisi al 10%. È stata soprattutto la campagna dell’UDC, con un opuscolo che il partito ha inviato ai cittadini, ha invertire la rotta e l’erosione di consensi. Per l’UDC il nuovo articolo costituzionale porterebbe a un aumento della spesa pubblica, stimato a circa 3 miliardi di franchi, e condurrebbe a un’eccesiva introduzione dello Stato nelle questioni familiari. Non si sono riscontrati cambiamenti negli elettori del PS, dei Verdi e del PPD che approvano con chiare maggioranze il decreto federale. È incerto l’esito alle urne. Decisivo risulterà lo sviluppo del consenso da parte dei partiti di destra, che se dovesse diminuire ancora, potrebbe fare risultare il no.
Nel terzo oggetto in votazione sulla revisione della legge sulla pianificazione del territorio (LPT) l’esito sembra orientarsi verso il sì, anche se gli indecisi sono al 19%. Il progetto di legge fissa misure efficaci in grado di arginare l’espansione disordinata e incontrollata degli insediamenti nel territorio, ma anche di garantire migliori margini di manovra per gli sviluppi odierni e futuri. I favorevoli sono ancora al 59% (+5%) e i contrari al 22% (+4%). Tra le regioni la legge ha scarso sostegno in Romandia (44%) rispetto alla Svizzera tedesca (63%) e, in misura minore, a sud delle Alpi (54%). Fra i partiti la revisione della Legge è sostenuta chiaramente dagli elettori del PS e dei Verdi liberali (VL) e in modo più stretto da quelli del PLR. Il sostegno dell’elettorato del PPD è cresciuto nettamente del 20% salendo al 62%. Il Parlamento ha approvato la LPT in entrambe le camere con chiare maggiorane. Se non dovessero avverarsi eventi inaspettati, la legge dovrebbe essere accettata dagli elettori, poiché secondo gfs.berna in un referendum facoltativo la quota degli indecisi dovrebbe dividersi in parti eguali tra il sì e il no.