Secondo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità, la pressione arteriosa colpisce il 33% degli uomini e il 31% delle donne. Si tratta di un disturbo legato alla società del benessere. Infatti, sono anche – sottolineiamo anche, che vuol dire “non solo” – le abitudini alimentari cattive, lo stile di vita (stress, fumo, alcol, sregolatezza) che possono essere alla base della pressione alta. Nella fascia di età compresa tra i 30 e i 44 anni di solito le donne hanno valori inferiori a quelli degli uomini, ma dopo la menopausa e in special modo dopo i sessant’anni la percentuale delle donne con pressione alta è superiore. I valori ottimali sono 80/120-130, oltre questi valori è bene consultare un medico.
Uno dei fattori di rischio della pressione alta è il consumo eccessivo di sale, specie quando il soggetto è predisposto, ma in modo particolare quando si tratta di persone anziane, diabetiche e nefropatiche (patologie renali). E’ scientificamente dimostrato che elevati apporti di sodio (contenuto nel sale da cucina) possono provocare malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni.
L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) ha raccomandato di non introdurre più di due grammi di sodio nella dieta quotidiana. Questa quantità, infatti, corrisponde a circa 5 grammi di sale da cucina. Per fare un riferimento visivo, quanto contenuto in un cucchiaino da tè. Se questi sono i parametri necessari alla prevenzione, è vero anche che di solito questi parametri non li seguiamo. Infatti, il consumo individuale giornaliero in media è di oltre dieci grammi. Va precisato anche che il sodio non è solo quello contenuto nel sale, ma anche quello normalmente contenuto negli altri alimenti e bevande, dal pane ai cibi preparati e ai dolci. Ancora un raffronto: 300 grammi di pizza rossa o bianca contengono due grammi di iodio e 50 grammi di prosciutto crudo (50 miseri grammi ne contengono 1,29 grammi.
Con l’ipertensione arteriosa non si scherza, la malattia è insidiosa, tanto è vero che è stata definita il “killer silenzioso”, nel senso che si manifesta senza tanti avvertimenti e a volte con effetti drammatici, tipo infarto, ictus. L’ipertensione viene spesso scoperta casualmente, quando si fanno controlli medici. Altre volte, invece, ci sono dei sintomi che in genere i pazienti non riconoscono o sottovalutano e non vanno nemmeno dal medico. Si tratta di cefalee, di capogiri, di palpitazioni, di senso di oppressione toracica o epistassi (fuoriuscita di sangue dal naso).
A partire da una certa età, indicativamente i quarant’anni, è importante misurare periodicamente i valori della pressione del sangue, anche se non si hanno particolari sintomi. Bisognerebbe effettuare le misurazioni specialmente se si tratta di persone che hanno altri problemi, come il diabete o di alterazione del funzionamento del cuore, o anche di problemi renali. Valuterà il medico, in caso di necessità, se c’è bisogno di assumere farmaci specifici oppure se bisogna provvedere con l’eliminazione di alcuni fattori di rischio che possono influire direttamente sul disturbo. Il sistema più efficace per prevenire l’ipertensione è seguire alcune regolette di vita stabilite dall’OMS. Si tratta di indicazioni non farmacologiche, bensì utili a prevenire l’ipertensione, e cioè in primo luogo tenere sotto controllo il peso corporeo. Il sovrappeso non combatte di certo l’ipertensione. In secondo luogo va contenuto, se non eliminato del tutto, il consumo di alcol, in modo particolare i superalcolici. In terzo luogo, bisogna evitare il fumo. In quarto luogo, va combattuto lo stress. In quinto luogo, non va soltanto ridotto il consumo di sale, ma va contenuto anche il consumo di grassi animali. In sesto luogo, è necessario seguire una dieta ricca di magnesio e di potassio, contenuti nella frutta, nella verdura, nei cereali, negli agrumi. Infine, bisogna praticare regolarmente un’attività fisica. Il movimento aiuta ad abbassare la pressione arteriosa e a tenere in forma il sistema cardiovascolare.