La crisi economica ha suscitato in Italia comportamenti più virtuosi nei cittadini, soprattutto in quelli che hanno maggiori responsabilità e doveri istituzionali, oppure tutto è rimasto come sempre? A giudicare dalle notizie di cronaca la risposta è negativa. L’uso dei rimborsi elettorali da parte dei rappresentanti dei partiti – tutti i partiti e ovunque operino, al Nord, al Centro, al Sud o nelle isole – è di per sé eloquente. Gli 86 ladri di bagagli negli aeroporti ne sono una prova. I dipendenti del Senato assenteisti, che timbrano e se ne vanno a fare gli affari loro, ne sono un’altra, aggravata dal fatto che si tratta di persone con uno stipendioelevato (circa 150 mila euro all’anno), con quattordicesima e quindicesima e benefit vari. L’assenteismo nella pubblica amministrazione, per quanto ridotto rispetto ad alcuni anni fa, è sempre alto. Gli ospedali somigliano a dei bazar, il personale dei reparti a dei centralinisti in servizio permanente effettivo, nelle città strade sporche, piene di buche e senza segnaletica, al punto che per riconoscere le strisce pedonali è necessario l’intervento dei Ris (polizia scientifica), dappertutto servizi inefficienti. Va da sé che se i servizi non sono efficienti vuol dire che c’è chi non si adopera perché lo siano.
Eppure, lo Stato risparmierebbe molto se costringesse i dipendenti a fare il loro dovere e a rispettare le regole della decenza. Anzi, ne ricaverebbe solo risorse, perché con l’aumento della produttività aumenterebbe la soddisfazione dei cittadini utenti, cioè di tutti. Si pensi solo alle regole del codice sistematicamente calpestate sulle strade, in modo particolare di quelle delle regioni centro-meridionali, dove vigili, carabinieri e poliziotti di fronte alle trasgressioni si voltano dall’altra parte. Eppure, sanzionare gli automobilisti indisciplinati significa maggiori entrate per lo Stato e maggiore sicurezza per i cittadini, meno sofferenze e meno tragedie. Se s’innescano comportamenti virtuosi in ogni settore della vita pubblica, l’effetto moltiplicatore si manifesta a vista d’occhio
Va detto che ultimamente l’unica lezioncina, per quanto finora limitata, è venuta dal governo Letta: niente aggiunta di stipendio per i ministri, vice ministri e sottosegretari parlamentari perché già ne prendono uno per lo stesso lavoro. Per il resto, nessun invito da parte dei sindacati ai lavoratori di tutte le categorie a rispettare gli orari e a svolgere le proprie mansioni con scrupolo e serietà; nessun invito perentorio da parte dei governatori, nessunissimo invito nella stessa direzione – ne siamo certi – da parte dei dirigenti ai loro amministrati e sottoposti. Negli ospedali, negli uffici, non si sa né chi comanda, né chi deve far rispettare le regole, a cominciare dal fumo negli ospedali, che oltre che un reato è una pratica vergognosa.
Dunque, non si leva nessuna voce istituzionale, né dalla politica, né dal sindacato, e nemmeno dalla Chiesa, a comportarsi con onestà e a svolgere con serietà il proprio dovere.
A ben riflettere, la crisi economica non solo non ha prodotto comportamenti più virtuosi, ma paradossalmente è stata presa come alibi per non cambiare nulla. Al posto di dire: c’è la crisi, diamoci da fare, si reagisce dando colpa delle difficoltà, delle difficoltà collettive e individuali, alla crisi. Non si vuole capire che in questo modo dalla crisi non si esce mai, perché i comportamenti collettivi non virtuosi sono essi stessi fabbricatori di crisi, per cui tutte le misure, anche le più giuste e teoricamente adeguate, alla lunga sono destinate a produrre poco o nulla.
L’Europa avrebbe dovuto insegnarci a fare un salto di qualità in termini di responsabilità civica, di rispetto delle regole, di correttezza e di serietà, spesso anche di semplice educazione, e invece, pur parlando sempre di Europa, dal punto di vista degli standard di civiltà ce ne distanziamo sempre di più.