Serge Dal Busco, neoeletto al Consiglio di Stato del Cantone di Ginevra, ha ereditato il Dipartimento delle Finanze dopo la sua elezione nel dicembre 2013. Lo scorso 16 marzo, la Città di Pederobba, in provincia di Treviso, ha reso omaggio a Serge Dal Busco, cittadino originario del Comune veneto. Al suo rientro dall’Italia, la comunità locale ha deciso di celebrare la sua nomina a ministro del Cantone di Ginevra con una cerimonia ufficiale, durante la quale il Sindaco Raffaele Baratto gli ha anche consegnato un targa, come attestazione di stima nei suoi confronti.
Conosciuto nell’ambito della SAIG e dell’associazionismo a Ginevra, il Ministro delle Finanze, a fronte dei numerosi impegni, ci ha ricevuti rilasciandoci un’intervista che vi proponiamo.
Quale programma intende attuare per diminuire il debito pubblico?
Il debito raggiunge quasi 13 miliardi di franchi. È un livello molto alto e comporta un grande rischio per il futuro, perché i tassi d’interesse finiranno per aumentare prima o poi. La nostra priorità è stabilizzare questo debito, prima di pensare di ridurlo. Ma sarà una battaglia a lungo termine in quanto la situazione attuale vede i nostri investimenti non interamente finanziati e di conseguenza il debito aumenta anche quando il nostro bilancio è in pareggio. Il nostro margine di manovra è molto debole e la situazione è veramente difficile. La sola risposta possibile è riuscire a ricavare ogni anno dei benefici nei conti che permettano di finanziare completamente gli investimenti per poi cominciare a ridurre il debito. Per riuscirci è necessario fare un lavoro rigorosissimo di diminuzione delle spese dello Stato. Prenderemo in esame tutte le piste senza tabù. È quanto mi impegno a fare con i miei colleghi di governo.
Secondo la sua opinione, come si presenta il futuro per l’impiego giovanile a Ginevra?
Ginevra è un cantone universitario. Ora, sul mercato del lavoro, le esigenze di formazione sono sempre più grandi. E, rispetto a vent’anni fa, è diventato più difficile per i giovani diplomati trovare un primo impiego. Pertanto è indispensabile per la Svizzera pensare a delle soluzioni che favoriscano la mobilità dei giovani ed è necessario che le nostre imprese mantengano quella fiducia nel futuro che permette loro di assumere giovani collaboratori. È nostra responsabilità preservare l’attrattiva del cantone e la fiducia delle imprese.
Quanto ai giovani che non portano a termine la loro formazione, riteniamo siano qualche centinaia ogni anno. Stiamo facendo grossi sforzi per rimetterli nel circuito formativo. Uno sportello speciale è stato creato recentemente per loro, per aiutarli ad orientarsi o a trovare un lavoro. La nuova Costituzione del Cantone garantisce una formazione a tutti i giovani fino a 18 anni. Questo ci stimola a moltiplicare i nostri sforzi. Detto questo, la situazione non è tanto negativa per i nostri giovani. Abbiamo un sistema di formazione notevole, sia per quanto riguarda l’indirizzo professionale che quello universitario. In realtà non siamo messi male, soprattutto se ci confrontiamo con ciò che accade nei paesi europei confinanti. Il mese scorso, la disoccupazione giovanile a Ginevra è diminuita del 2,7%, cioè il doppio della disoccupazione globale. A Ginevra, il 9% dei disoccupati ha meno di 25 anni, rispetto al 14% in tutta la Svizzera.
Per i prossimi anni sarà ancora possibile portare avanti un obiettivo soddisfacente in materia di alloggi?
Nel 2013, sono stati costruiti relativamente pochi alloggi nuovi, appena 1300. Ma il potenziale è elevato per i prossimi anni. Attualmente, sono in costruzione circa 3700 alloggi e il numero delle nuove autorizzazioni rilasciate è in aumento. Ci troviamo dunque in una tendenza positiva e dinamica e lo Stato fa grossi sforzi per accelerare le procedure di autorizzazione. Ma è un lavoro che richiede tempo poiché si tratta di recuperare l’enorme ritardo che abbiamo accumulato da più di vent’anni nella costruzione di immobili. Dobbiamo, quindi, inevitabilmente considerare il nostro futuro in un quadro regionale, quello che comprende Ginevra e i suoi dintorni. Si deve andare verso una complementarietà armoniosa su questo territorio franco-ginevrino in materia di alloggi e di impiego e sviluppare le infrastrutture per la mobilità.
Quali sono gli obiettivi sui quali il Consiglio di Stato si concentrerà maggiormente quest’anno?
Ne citerò due che riguardano in modo particolare il mio dipartimento. Dobbiamo attuare la grande riforma delle imposte delle società per poter rispondere alle critiche dell’Unione Europea e dell’OCDE. Dovremo pertanto diminuire fortemente il tasso d’imposte delle entrate e praticare un tasso unificato. Se non lo facciamo, mettiamo a rischio parecchie decine di migliaia di posti di lavoro. Le società locali potranno approfittare di questo calo e ciò procurerà un forte stimolo per i loro investimenti. La riforma sarà difficile poiché ci farà inevitabilmente perdere delle entrate fiscali. È una sfida supplementare che dobbiamo affrontare nell’ambito del controllo del debito. Inoltre dobbiamo occuparci della problematica delle relazioni tra il cantone e i comuni. Si tratta di rivedere la distribuzione dei ruoli, chiedendoci ogni volta chi può realizzare nel modo migliore ogni singola missione. Parallelamente, si deve elaborare un reale sistema di perequazione, vale a dire di equilibrio dei mezzi tra i comuni ricchi e i comuni poveri e creare le condizioni fiscali per incoraggiare i comuni a costruire nuovi alloggi. Si tratta di un dossier importante e molto complesso che dovrà essere discusso con grande apertura e senza a priori con tutte le parti interessate.
Cosa ne pensa del risultato positivo, anche se risicato, contro l’immigrazione di massa approvato dal referendum dello scorso 9 febbraio?
E’ un fulmine a ciel sereno che ci mette in una situazione molto difficile. È tanto più preoccupante considerando che avevamo delle buone possibilità di superare le altre grandi sfide che ci aspettano, come la riforma delle tasse alle società. Ora, assieme ai nostri vicini del Canton di Vaud, è necessario convincere le autorità federali a tener conto delle specificità della nostra regione, che ha una visione molto aperta sul mondo, nell’ambito delle soluzioni che saranno definite per applicare la modifica costituzionale. Abbiamo dimostrato che il numero di permessi di cui abbiamo bisogno, per la Ginevra internazionale, per le società multinazionali, ma anche per gli ospedali, è molto alto e che il quadro previsto dagli artefici dell’iniziativa non sarebbe naturalmente sufficiente a rispondere a questi bisogni. Occorre una soluzione flessibile, intelligente e realista. E` nell’interesse di tutta la Svizzera poiché Ginevra è uno dei centri della prosperità del paese e tutti i cantoni e la Confederazione ne approfittano!
La SAIG ringrazia il Consigliere di Stato Serge dal Busco, per la calorosa accoglienza avuta nei nostri riguardi in occasione di questo incontro, e si augura di rincontrarlo nelle varie manifestazioni in programma.