Lo “shutdown” che paralizza da quasi tre settimane parte delle attività del governo federale americano è diventato il più lungo della storia degli Stati Uniti, entrando nel suo 22° giorno. Lo shutdown iniziato il 22 dicembre scorso ha infatti battuto i 21 giorni raggiunti sotto la presidenza di Bill Clinton, nel 1996.
Il blocco che sta lasciando senza stipendio circa 800.000 lavoratori federali è causato dal mancato accordo tra repubblicani e democratici su una legge di spesa che dovrebbe finanziare diversi dipartimenti e agenzie federali. Il punto di scontro è il finanziamento del muro con il Messico, preteso dal presidente americano Donald Trump, a cui si oppongono i democratici.
C’è “una crisi umanitaria al nostro confine meridionale. Sono appena tornato e la situazione è molto peggiore di quanto quasi tutti possano immaginare, un’invasione!”. Lo ha scritto, su Twitter, il presidente statunitense Donald Trump, dopo che la scorsa settimana ha visitato il confine con il Messico come parte della sua strategia per convincere gli statunitensi della necessità di nuove barriere.
“Sono stato lì numerose volte. I democratici Cryin’ Chuck [Schumer, il leader della minoranza in Senato, preso in giro per le lacrime versate durante un vecchio discorso contro le politiche migratorie di Trump, ndr] e Nancy [Pelosi, speaker della Camera] non sanno quanto brutta e pericolosa sia per il nostro INTERO PAESE”.
“La barriera di acciaio, o muro, avrebbe dovuto essere costruita dalle precedenti amministrazioni, molto tempo fa. Non lo hanno mai fatto – ha aggiunto – lo farò io. Senza, il nostro Paese non può essere al sicuro. Criminali, gang, trafficanti di esseri umani, droga e molti altri grandi problemi possono facilmente riversarsi da noi. Può essere completamente fermato!”.
Askanews
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