Mattarella: “L’acuirsi delle tensioni internazionali in aree non lontane dall’Italia, richiedono con urgenza che si concluda positivamente un confronto tra i partiti”
Nonostante le pressioni da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, questo accordo sembra proprio non voler arrivare. Le due parti maggiormente interessate continuano il botta e risposta a distanza, aspettando che l’uno si pieghi all’altro e senza arrivare mai ad una reale conclusione. In più, la situazione mondiale, con la probabile minaccia della guerra in Siria, spinge maggiormente ad una scelta veloce, tanto che Mattarella, a conclusione del secondo giro nullo di consultazioni ha invocato una decisione da parte delle forze politiche interessate.
“Dall’andamento delle consultazioni di questi giorni emerge con evidenza che il confronto tra i partiti per dar vita in parlamento a una maggioranza che sostenga il governo non ha fatto progressi. Ho fatto presente alle varie forze politiche la necessità per il nostro paese di avere un governo nella pienezza delle sue funzioni. Le attese dei nostri concittadini, i contrasti nel commercio internazionale, le scadenze importanti e imminenti dell’Ue, l’acuirsi delle tensioni internazionali in aree non lontane dall’Italia, richiedono con urgenza che si sviluppi e si concluda positivamente un confronto tra i partiti per raggiungere quell’obiettivo, quello di avere un governo nella pienezza delle sue funzioni. Attenderò alcuni giorni trascorsi i quali valuterò in che modo procedere per uscire dallo stallo che si registra”.
Parere espresso anche dal presidente emerito Giorgio Napolitano che dal Quirinale, dopo il colloquio con Mattarella ha commentato che “Come rappresentanti istituzionali siamo tutti accanto al presidente Mattarella nella ricerca di soluzioni. Il suo è un compito estremamente difficile”, ha detto Napolitano al termine del colloquio. Dopo Napolitano sono saliti sul Colle il presidente della Camera Roberto Fico e a seguire il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati.
Tutti parlano di dialogo, ma nessuno prende una seria decisione, nessuno si prende la responsabilità di dare un governo in un momento così delicato sia per la nostra nazione che per la situazione internazionale, nessuno vuol cedere alle richieste degli altri pur di non vedersi tolto il diritto conquistato in votazione, chi in coalizione, chi come singolo. Con queste premesse lo stallo politico che sta attraversando l’Italia sembrerebbe davvero insormontabile. Dove sono gli “interessi del Paese” tanto decanti o i “prima gli italiani” degli slogan politici in campagna elettorale, se nessuno è disposto a un venirsi realmente incontro?
La pressione della guerra sulla formazione del governo italiano non è di poco conto. All’indomani dell’attacco missilistico di Usa, Gran Bretagna e Francia, Paolo Gentiloni ha comunicato la posizione dell’Italia sulla Siria, rassicurando che non sono partiti dalle basi italiane gli aerei alleati che hanno attaccato. Il nostro governo, in asse con la Germania, afferma con forza che l’azione “mirata e motivata” contro l’uso di armi chimiche, “non può e non deve dare inizio a un’escalation”. Il governo di Roma conferma la “forte” alleanza con gli Usa e definisce “motivato” l’attacco alle basi di fabbricazioni di armi chimiche, ma sceglie di non non far partire gli attacchi dalle basi italiane poiché “non è troppo tardi” perché la diplomazia cerchi una soluzione, mentre si “mettono al bando le armi chimiche”, dichiara Gentiloni dopo aver sentito l’inviato Onu Staffan De Mistura.
È chiaro però che l’attuale crisi siriana “impone di accelerare” la formazione del governo, come concordano Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, ma anche questo discorso, invece di avvicinare, sembra distanziare maggiormente i due leader di Lega e di M5s con Luigi Di Maio “atlantista” e un Salvini “filo-russo”.
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