Nel giro di 24 anni la superficie d’insediamento per abitante e posto di lavoro è cresciuta in media del 6,5%, tuttavia presenta notevoli differenze regionali
L’area residenziale da sola è aumentata del 44%, con un ritmo doppio rispetto alla popolazione. Con 2,2 metri quadrati al secondo nella zona di pianura, la perdita di terreno coltivo è pari al doppio della media nazionale. Sono questi i risultati delle analisi approfondite della statistica della superficie svolta dall’Ufficio federale di statistica (UST) per contribuire all’anno internazionale dei suoli. Nel giro di 24 anni il paesaggio della Svizzera ha subito profondi mutamenti, ma in parte in modo diverso nel tempo e dal punto di vista geografico. Fra il 1985 e il 2009 le superfici d’insediamento si sono espanse del 23,4%. Il fabbisogno di superficie, espresso attraverso il nuovo indicatore “superficie d’insediamento per abitante e posto di lavoro”, è aumentato in media di 17 metri quadrati (+6,5%), ma fra un Cantone e l’altro la differenza è di fino a sette volte tanto (Basilea-Città 81m2, Giura 581m2).
Abitazioni e mobilità richiedono maggiore fabbisogno di spazio
La quota di case unifamiliari e bifamiliari nell’area residenziale è diminuita di 2,4 punti percentuali attestandosi a 68,3%, mentre l’area stradale si è ampliata del 17,2%. Nello stesso periodo le prestazioni del trasporto merci su strada sono aumentate addirittura del 109% e quelle del trasporto privato motorizzato del 22%. L’area ferroviaria, invece, si è estesa solo del 2,9%, sebbene le prestazioni del trasporto merci su rotaia siano aumentate del 34% e quelle del trasporto ferroviario di viaggiatori dell’82%.
La trasformazione strutturale dell’agricoltura influisce sul paesaggio
Fra il 1985 e il 2009 sono andati persi 1,1m2 di superficie agricola al secondo, in pianura addirittura il doppio. Circa l’80% dei 295 chilometri quadrati di superficie coltiva riconvertita si trova sotto i 600 metri sul livello del mare. Per contro, le superfici dei pascoli locali sono aumentate del 26,2%, nonostante il calo di bovini (-14%). Il numero di aziende agricole, che si attesta al 39,2%, è diminuito nettamente di più rispetto alle superfici agricole (5,4%). Rispetto alla media nazionale si è osservata inoltre una diminuzione del 31% di frutteti, vigneti e orti, riconducibile soprattutto al fatto che nel giro di 24 anni è scomparsa poco più della metà delle superfici campestri coperte da alberi fruttiferi.
Grande dinamismo di boschi e altri spazi naturali
In proporzione, con il 14,7% il bosco arbustivo è aumentato oltre quattro volte di più rispetto agli altri boschi, un’estensione che si sviluppa prevalentemente verso zone che spaziano da Nord a Est. I boschetti, preziosi per la biodiversità e dal punto di vista della struttura del paesaggio, sono diminuiti dell’8,9%. Nel 2009, il 4% della superficie forestale è stato danneggiato da eventi naturali (tempeste, incendi, presenza di parassiti). Ad altitudini fra i 2200 e i 3200 metri sul mare, le superfici con rocce, ghiaioni e sabbia si sono ampliate di 321 chilometri quadrati, una volta ritiratisi 352 chilometri quadrati di superfici ricoperte di ghiacciai e nevai. Pertanto, solo una piccola parte delle superfici scoperte si è ricoperta di un denso manto vegetale.
UST
Trovato esemplare di un uccello che si credeva estinto da 73 anni
La notizia arriva dalla Birmania, dove una squadra di ricercatori hanno fatto una scoperta del tutto casuale ma davvero molto bella. La squadra di ricercatori si trovava in uno dei pochi siti dove la natura è rimasta incontaminata, e per la precisione nei pressi di un complesso agricolo abbandonato. Hanno sentito il canto di un uccello molto particolare e familiare, e non potevano credere alle loro orecchie.
Sembrava proprio il canto del Jerdon’s Babbler, una specie che non si vedeva dal 1941, e che gli esperti davano per dispersa. La squadra di ricercatori ha deciso così di verificare se si trattava davvero del Jerdon’s Babbler, tendendogli una “trappola”. Il risultato è stato positivo, ma i ricercatori non sono ancora convinti. Per ora sono riusciti a scattare numerose fotografie e a registrare il suo canto; il prossimo risultato che si sono prefissati è stato quello di riuscire a eseguire un test del DNA per avere una conferma totale. Al momento l’ipotesi più accreditata è che questo Jerdon’s Babbler faccia parte di una delle tre differenti specie che sono state identificate nel sud dell’Asia.
Il test del DNA è l’unico strumento che può davvero confermare che il “miracolo” è avvenuto, e verrà eseguito presso il Dipartimento di Scienze Biologiche alla Facoltà di Scienze della NUS. Il progetto è sicuramente quello di fare in modo che si possa ricreare l’habitat dove questa specie può sopravvivere, e ovviamente fare in modo che sia tutelata, così come le altre specie esistenti nel territorio. La Birmania ha infatti un numero di specie molto più elevato di tutto il Sud-Est Asiatico!