Poroshenko: Se l’Ue non accoglierà una adesione “in prospettiva” dell’Ucraina, sarà “scortese”. Intanto sono entrate in vigore le nuove sanzioni europee contro la Russia
L’obiettivo del presidente russo Vladimir Putin è di conquistare l’Ucraina e di ricreare l’Unione Sovietica. È la convinzione espressa dal capo del governo di Kiev, Arseny Yatseniuk, che ha parlato in occasione di una conferenza con parlamentari e uomini d’affari europei ed ucraini nella capitale. “Noi siamo sempre in stato di guerra ed il nostro principale aggressore è la Federazione russa – ha scandito il premier ucraino – Putin vuole mantenere un conflitto latente” a est per destabilizzare il Paese. Yatsenyuk non ha dubbi su quali siano le sue intenzioni: “L’obiettivo è di conquistare tutta l’Ucraina e di ricreare l’Unione Sovietica. La Russia è una minaccia per la pace mondiale e per la sicurezza di tutta l’Europa”. L’Unione europea “sarà più sicura, ricca, giovane e diversificata culturalmente con l’Ucraina”, ha affermato il presidente Petro Poroshenko sottolineando la prospettiva dell’adesione del suo paese all’Ue come obiettivo futuro. Se l’Ue non accoglierà una adesione “in prospettiva” dell’Ucraina, sarà “scortese”, ha quindi aggiunto Poroshenko a Kiev dove si è svolta quest’anno la riunione annuale sulla strategia europea di Yalta a cui hanno preso parte fra gli altri il presidente del parlamento europeo Martin Schultz, e il presidente della commissione uscente Barroso. “La mia idea personale è che l’Europa non possa dirsi Unione europea senza l’Ucraina”, ha precisato Poroshenko. Ci sono state inoltre delle polemiche in Germania per la gaffe del sindaco di Kiev, che ha chiesto al Paese aiuto finanziario e know how per la costruzione di un ‘muro’ lungo la frontiera orientale ucraina allo scopo di impedire infiltrazioni russe. “Saremmo veramente contenti – ha detto Vitali Klitschko, parlando a Berlino e provocando non poche reazioni risentite nella città che per quasi 40 anni fu divisa dal muro – di ricevere sostegno da tutti gli amici dell’Ucraina”.
Dinanzi alle polemiche, il portavoce del sindaco è stato costretto ad intervenire e a precisare: Klitschko “non si è espresso in modo corretto, e questo a causa del suo tedesco, che non è molto buono”. Sulla questione è intervenuta anche una portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo cui al governo non è arrivata alcuna richiesta di sostenere il progetto.
Nel frattempo sono entrati in vigore le nuove sanzioni europee contro la Russia, che ha preso nel mirino banche, major petrolifere e industrie della difesa russe. In base al comunicato diffuso da Bruxelles, alle sanzioni finanziarie si aggiunge l’allungarsi della lista nera di cittadini non graditi in Ue: 24 persone vengono inserite nell’elenco dei soggetti al divieto di viaggio e al congelamento degli asset. In merito alle banche, il loro elenco era già noto nel giro precedente di sanzioni: Sberbank, VTB, VEB, Gazprombank e Rosselkhozbank. Le società energetiche sono invece evidentemente Rosneft, Gazprom Neft e Transneft, come già anticipato nella settimana scorsa, quando le sanzioni sembravano essere rimandate. Ma dopo la richiesta esplicita della cancelliera tedesca Angela Merkel, le misure sono entrate in vigore, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. E sono una serie di no ai capitali e al business russo, che potrebbero bloccare anche l’attività degli imprenditori europei che in genere si occupano e coprono altri settori.
Le banche russe infatti, dalle quali in genere partono i capitali verso l’Europa, vengono messe sotto forte stress. Vietata ad esempio l’emissione di obbligazioni, azioni o simili strumenti finanziari con scadenza superiore a 30 giorni, emessi dalle banche stesse. Prima erano 90 giorni e già le banche avevano accusato il colpo. Forte stress anche per le compagnie petrolifere, che secondo gli analisti di Sberbank sono comunque significativamente indebitate, e non potranno trovare capitali sui mercati occidentali. La situazione più critica sembra quella in cui versa Rosneft: in questi mesi la major ha dovuto far fronte alla svalutazione del rublo, che rende più costoso il rimborso dei prestiti effettuati in valuta estera per finanziare l’acquisizione del rivale Tnk-Bp nel 2013, per 55 miliardi di dollari. Rosneft alla fine di giugno per l’acquisto di TNK-BP aveva un debito di circa 14 miliardi di dollari con rimborso anticipato. La data di scadenza dei prestiti è marzo 2015. La maggior parte del debito estero di Trasneft sono 10 miliardi presi nel 2009 dalla China Development Bank. I pagamenti iniziano nel 2014 e continueranno fino all’anno 2029. Gazprom Neft, braccio petrolifero del colosso Gazprom, ha un debito che si aggira intorno ai 4,5 miliardi di dollari. Nel novembre 2013 aveva collocato eurobond decennali per 1,5 miliardi di dollari sotto il 6% annuo. Allo stesso tempo, la compagnia ha firmato un accordo con un pool di banche americane, europee e asiatiche per un prestito quinquennale di 2,15 miliardi di dollari.