Il presidente Viktor Yanukovich non concede a Yulia Timoshenko la libertà di andare a curarsi in Germania e blocca l’accordo di associazione all’Unione europea
L’Ucraina ha interrotto la sua marcia di avvicinamento all’Europa. La settimana scorsa il presidente Viktor Yanukovich doveva firmare un accordo di associazione con l’Ue e invece la precondizione per firmarlo non è stata riempita. Il Parlamento, infatti, non ha approvato la liberazione dell’ex presidente Yulia Timoshenko per essere trasportata in un ospedale tedesco per farsi curare e dunque l’accordo è saltato. Ricordiamo che Yulia Timoshenko si trova da qualche anno in carcere, accusata di abuso di potere, ma in realtà la sua colpa è di aver firmato a suo tempo, nel 2009 un accordo con Putin con cui la Russia assicurava le forniture di gas dopo il blocco deciso da Gazprom in quanto l’Ucraina non poteva pagare l’aumento del gas deciso da Mosca.
Già, perché Yulia Timoshenko, autrice della rivoluzione arancione, cioè del distacco dalla Russia per avvicinare il suo Paese all’Europa, è vero che fece un accordo con Putin, ma fu solo per poter dare all’economia del Paese una boccata d’ossigeno, in realtà voleva mantenere ferma la volontà di guardare all’Ovest. Viceversa, l’attuale presidente Viktor Yanukovich, favorevole all’accordo con la Russia, in seguito alla sua vittoria non limpida alle elezioni, la fece arrestare e la tiene tuttora piantonata all’ospedale, ed è proprio colui che ha sospeso l’accordo con l’Europa proprio su pressione di Putin.
Purtroppo l’Ucraina è un Paese povero, per decenni satellite dell’Urss. Una volta affrancatasi dall’ingombrante presenza della Russia, si trova in una non invidiabile posizione. Da una parte è geograficamente vicina alla Russia, una specie di Stato cuscinetto tra la Russia a Est e la Polonia, la Slovacchia, l’Ungheria e la Romania a Ovest; dall’altra dipende economicamente dalla Russia.
Abbiamo accennato al fatto che il presidente Viktor Yanukovich il 9 novembre ha ceduto alle pressioni di Putin, che gli avrebbe promesso un finanziamento di circa 20 miliardi di euro per pagare i crediti dovuti proprio a Gazprom per le forniture del passato e accordi economici per dare respiro all’Ucraina sul piano economico-commerciale. A Putin conviene aiutare l’Ucraina perché questa può essere un partner importante per l’industria russa e nello stesso tempo, inglobandola nell’unione doganale della Federazione russa la sottrae all’Unione europea.
La decisione di rinviare l’accordo di associazione con l’Ue non dispiace a molti in Europa, anche perché i problemi dell’Ucraina sono tanti e armonizzare la legislazione a quella dell’Unione europea è un’impresa difficilissima, data l’arretratezza dell’Ucraina stessa. D’altra parte si sa che essere satellite della Russia non sarà alla lunga un vantaggio, perché rischierebbe l’isolamento e d’altra parte ancora gli aiuti russi dovranno prima o poi essere pagati a caro prezzo.
Si capisce, dunque, perché in seguito alla rinuncia dell’Ucraina di firmare l’accordo di associazione con l’Ue, l’opposizione capeggiata da Yulia Timoshenko ha gridato al golpe ed ha invitato il popolo alla ribellione. Seppure all’ospedale, Yulia Timoshenko ha ammonito il presidente Viktor Yanukovich chiedendogli di fare marcia indietro verso l’Ue e a “non commettere l’errore più grande della sua vita” e nello stesso tempo invitando l’opposizione a scendere in piazza, cosa che è puntualmente accaduto. A kiev, a Ternopol, a Leopoli e altrove sono apparsi nelle piazze centinaia di giovani con cartelli con la scritta: “Sì all’Ue, no all’Urss”. L’Ucraina potrebbe conoscere un aumento del conflitto sociale nei prossimi giorni, anche perché Yulia Tomoschenko ha lanciato un messaggio al Paese: pur di ottenere subito l’accordo di associazione con l’Unione europea lei sarebbe pronta a rinunciare alla clausola della sua liberazione. Insomma, Viktor Yanukovich potrebbe essersi cacciato in un brutto guaio. La Russia non è ben vista dagli ucraini e dunque alle prossime elezioni potrebbe rischiare un sonoro flop, mentre l’opposizione capeggiata dalla Tomoschenko potrebbe guadagnare consensi proprio sull’adesione all’unione europea.
Putin, dal canto suo, sta approfittando di ogni vuoto degli avversari (ieri gli Usa di Obama in Medio Oriente, oggi del caso Ucraina, domani no si sa chi) per recuperare il potere che aveva la vecchia Urss, non avendo mai rinunciato al ruolo di grande potenza a suo tempo conquistato.
Dell’Ucraina si tornerà sicuramente a parlare, perché la rinuncia all’accordo di associazione all’Ue ha tutta l’aria di essere temporanea.