Per l’undicesima volta si sono spente, per un’ora, le luci di monumenti, sedi istituzionali, uffici e abitazioni private
Ancora una volta il mondo ha spento le luci per lanciare un appello planetario per la difesa della terra. Il 24 marzo scorso si è infatti ripetuta la più grande mobilitazione globale del Wwf che per un’ora, dalle 20:30 alle 21:30 ha invitato tutti ad aderire all’on-off delle icone mondiali: così si sono contemporaneamente spente le luci di alcuni tra i più famosi luoghi o monumenti simbolo delle maggiori città in tutto il mondo, tra cui il Colosseo e la Basilica di San Pietro a Roma, ma anche di sedi istituzionali, uffici, imprese e abitazioni private di tutto il mondo.
Un gesto simbolico che da anni ormai unisce cittadini, istituzioni e imprese in una sfida volta a combattere il cambiamento climatico per assicurare al mondo un futuro sostenibile. Il risparmio energetico che ha come effetto minori emissioni di anidride carbonica, il principale dei gas serra, è, ovviamente, del tutto simbolico ma ha lo scopo di sollevare l’attenzione sul tema dei cambiamenti climatici. L’esortazione del Wwf a partecipare all’Earth Hour ha contemplato diverse modalità collaterali, dalle cene a lume di candela agli eventi di piazza che si sono svolti in tutte le regioni italiane: a Milano ad esempio, dove è rimasto al buio il Castello Sforzesco, è stata organizzata anche una bio-caccia al tesoro sulle tracce dei pipistrelli, simbolo di una biodiversità minacciata ma preziosa.
A Roma, dove l’astronauta Paolo Nespoli ha spento le luci del Colosseo, è stata invece organizzata la ‘Pedalata per il Clima’. In tutto il Paese infatti, oltre agli spegnimenti simbolici di chiese, palazzi, monumenti, il Wwf ha organizzato speciali biciclettate in collaborazione con Fiab, la Federazione italiana amanti della bicicletta. “Earth Hour è la dimostrazione di come un’idea semplice possa ispirare le persone ad agire per proteggere la Terra.
E’ un’ora dedicata a riflettere sul ruolo vitale che biodiversità e natura giocano per le nostre vite, una scintilla capace di galvanizzare l’azione per una trasformazione verso un futuro più sostenibile”, ha dichiarato Cristiana Pasca Palmer, Segretario Esecutivo della Convenzione sulla Diversità Biologica. Per questa undicesima edizione dell’Earth Hour la parola d’ordine è stata Connect2Earth: un chiaro riferimento al legame tra il nostro benessere e l’equilibrio dei boschi, la purezza delle acque e la bellezza della natura in genere. “La biodiversità e la natura sono alla base della nostra esistenza e garantiscono benessere, salute, economia, felicità. Sono le fondamenta della nostra vita sul pianeta.
Oggi stiamo spingendo il pianeta e i suoi sistemi naturali ai limiti della possibilità di sostenerci: Earth Hour è l’occasione per usare il nostro potere, sia come individui che come collettività, mettendo in moto azioni concrete per salvare il sistema Terra.
Siamo grati a quanti, anche quest’anno, hanno voluto affiancarci come nostri partner e a chi ha aderito all’evento. Ci auguriamo che Earth Hour possa crescere non solo come numero di adesioni ma anche come effetto positivo e dirompente per la difesa della biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici in Italia”, ha invece dichiarato Donatella Bianchi, Presidente di Wwf Italia.
Dalla prima Ora della Terra tenutasi nel 2007 Sidney, la ‘ola di buio’ come è stata definita, ha coinvolto sempre più posti del mondo nella lotta contro i cambiamenti climatici i cui impatti sulle specie animali e vegetali sono decisamente preoccupanti.
foto: Ansa