Un team di ricerca ha posto l’accento su una possibile origine genetica dell’anoressia
L’anoressia è un disturbo alimentare di cui cause e decorso sono condizionati sia da processi psicosomatici che somatopsichici: la mente ed il corpo, infatti sono rigorosamente connesse.
Un numero crescente di ricerche indica infatti che è possibile che i disturbi alimentari siano legati anche a dei fattori genetici. L’individuazione degli elementi che possono costituire fattori di rischio genetico o specifico per l’evoluzione psicopatologica del disturbo riveste notevole importanza nell’ambito della diagnosi e della prevenzione della malattia.
Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista American Journal of Psychiatry e condotto da un team di ricercatori internazionale su 3.495 individui affetti da anoressia nervosa e 10.982 individui sani, l’anoressia ha una componente genetica che porta ad un predisposizione nei confronti di patologie psichiatriche ma anche metaboliche. Durante lo studio è stato analizzato il Dna dei soggetti interessati, identificando un locus genetico significativamente associato alla malattia in un regione del cromosoma 12 precedentemente associata al diabete di tipo 1 e alle malattie autoimmuni.
“L’approccio innovativo dello studio è quello di valutare quanto il rischio genetico di una determinata malattia si correli con il rischio genetico di altre patologie. L’anoressia nervosa è risultata significativamente correlata con il nevroticismo e con la schizofrenia, confermando così di essere una malattia psichiatrica a tutti gli effetti”, ha chiarito la prof.ssa Angela Favaro, del Dipartimento di Psicologia generale dell’Università di Padova, tra i firmatari padovani della ricerca. “È uno studio valido e solido da un punto di vista scientifico: in pratica ha messo in luce come in quest’area del cromosoma 12 (cromosoma più frequente negli anoressici rispetto alla popolazione generale) ci siano una serie di correlazioni sia con l’anoressia sia con altre malattie psichiatriche (ad es. schizofrenia, depressione, disturbo bipolare) ma non solo.
Quello che era meno scontato è che le correlazioni si siano evidenziate anche con una serie di malattie metaboliche e immunitarie. Sapevamo che l’anoressia è una malattia sicuramente psichiatrica, ma in questo studio si correla anche con vari indicatori metabolici (ad es. la bassa resistenza all’insulina), come se ci fosse anche una piccola predisposizione metabolica, geneticamente determinata, a diventare anoressici.
Metabolismo e psicologia sono inscindibili più di quanto credessimo: è come se queste ragazze potessero sviluppare un lor modo di assorbire il cibo e di bruciarlo, determinato da certe caratteristiche genetiche”, ha commentato il dottor Stefano Erzegovesi, nutrizionista e psichiatra responsabile del Centro dei disturbi alimentari dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Tra le malattie psichiatriche l’anoressia è in assoluto quella con i più alti indici di mortalità, essendo il rischio di morte in presenza di questa malattia dieci volte maggiore rispetto a quello delle persone sane a parità di età e sesso.
Dagli anni Ottanta in poi anoressia e bulimia hanno avuto una incidenza stabile, con una lieve flessione della bulimia, mentre si è abbassata l’età di esordio che si colloca tra i 14 e i 20 anni.
Lo squilibrio tra maschi e femmine è forte, con un rapporto di uno a 20. Nei maschi c’è una maggiore attenzione alla forma fisica e alla muscolatura oltre che alla magrezza.
In entrambi i sessi esiste una forte negazione della malattia, con conseguente rifiuto di ricorrere alle cure, oltre ad una difficoltà nella maturazione della propria identità sessuale: nelle donne, in particolare, viene quasi annullata la femminilità con il dimagrimento, l’interruzione delle mestruazioni e l’abbassamento degli ormoni.