Sono in corso le indagini per scoprire cosa sia successo quel sabato mattina al piccolo Loris. Lunedì sera la madre del bimbo viene fermata per omicidio aggravato
Sabato 29 novembre scorso Loris Stival è stato trovato morto in un canalone a pochi chilometri dal centro di Santa Croce Camerina, nel Ragusano.
In base, a quanto accertato dai sopralluoghi sul posto e dal lavoro svolto dal medico legale Giuseppe Iuvara, incaricato dalla Procura di Ragusa di eseguire l’autopsia, Loris sarebbe morto tra le ore 10 e le 10.30. Il bambino di 8 anni, dopo essere stato strangolato, sarebbe stato gettato nel canalone di contrada Mulino Vecchio dove il corpo è stato recuperato alle 17 dello stesso sabato. La madre, Veronica Panarello, è stata sentita più volte dagli inquirenti, aveva sostenuto inizialmente che avrebbe lasciato Loris davanti ai cancelli della scuola la mattina, ma il racconto sembra mostrare degli aspetti non chiari che addirittura fanno scricchiolare la versione della mamma. Infatti, sulle telecamere di Santa Croce Camerina visionate dagli investigatori si vede che prima di partire da casa, Loris non sale in macchina con la madre ma tornerebbe indietro verso casa. Ci sarebbero stati dei problemi per cui Loris quel giorno non voleva andare a scuola. Dalle immagini dei filmati inoltre si vede che il fratello minore di Loris, di quattro anni, si trovava nella macchina insieme alla madre.
Ma non sono le sole immagini all’attenzione degli investigatori: “Esiste una serie di video che sono allo studio. Ci sono 42 telecamere e sono tutte interessanti ed utili”, ha detto il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, che ha anche rivelato che c’è un indagato: “Oltre al fascicolo a carico di ignoti c’è l’iscrizione nel registro degli indagati di una persona, ma per adesso non possiamo dire chi sia”. Dagli esami autoptici il bambino sarebbe stato ucciso per strangolamento con un laccio.
Dopo quella fatta nell’abitazione della famiglia del piccolo Loris, con l’utilizzo anche del luminol, la polizia scientifica ha eseguito una perquisizione anche nella casa di Orazio Fidone, il cacciatore che trovò il corpo senza vita di Loris. Oltre alla sua abitazione, gli uomini della polizia scientifica hanno anche eseguito rilievi e accertamenti nella casa di campagna di contrada Passo di Scicli. Inoltre sono stati eseguiti accertamenti su due vetture e sui vestiti dell’uomo che, come atto dovuto per l’esecuzione di accertamenti irripetibili, è indagato per sequestro di persona e omicidio nel fascicolo aperto dalla procura di Ragusa. Nella sua abitazione, le forze dell’ordine hanno anche sequestrato migliaia di munizioni da caccia e da guerra, detenute illegalmente. L’atto è arrivato dopo una notte di interrogatori negli uffici della Questura di Ragusa dove gli inquirenti hanno ascoltato anche un diciottenne, vicino di casa della piccola vittima.
Intanto, davanti alla scuola frequentata da Loris, è stato trovato un paio di slip blu per bambini con la scritta ‘cool skater boy’ con disegnato un cucciolo di lupo. A notare a terra l’indumento, un’animatrice che lavora in un campo scuola privato. La donna ha subito avvisato polizia e carabinieri e sarebbe poco probabile che lo slip fosse lì già il giorno precedente perché la zona è frequentatissima. “Per noi è fondamentale cristallizzare ogni istante prima dell’omicidio”, ha detto il capo della Squadra mobile della Questura di Ragusa, Nico Ciavola. Sono arrivati da Roma uomini dello Sco (Servizio Centrale Operativo), una vera e propria ‘task force’ di circa 10 investigatori. A quanto apprende l’Adnkronos da fonti qualificate, si tratta della stessa squadra che fu inviata a Brindisi per l’attentato alla scuola Morvillo-Falcone, nel quale perse la vita Melissa Bassi. Il team altamente specializzato ha indagato anche sul caso di Yara Gambirasio e fu messa in campo anche per far luce sulla vicenda del piccolo Tommy Onofri, il bambino rapito e ucciso a Casalbaroncolo, in provincia di Parma, il 2 marzo 2006. Dalla morte del piccolo Loris sono tante le scoperte da parte degli investigatori. Tutte ruotano attorno alle incongruenze della madre che però continua a sostenersi innocente e vittima dell’atrocità subita. Fino a quando la svolta arriva il lunedì sera. Veronica Panarello viene prelevata dalla propria abitazione da polizia e carabinieri e portata nella procura di Ragusa, dove viene risentita per l’ennesima volta, fino a quando gli investigatori e i magistrati decidono di emettere un provvedimento di fermo nei confronti per omicidio volontario, aggravato dal legame di parentela, e occultamento di cadavere. Seduiranno ulteriori interrogatori per cercare di farla confessare, perché Veronica professa sempre la sua innocenza: “Non l’ho ucciso io – dice la mamma accusata – lui era il mio bambino”.