Dopo il girone d’andata Juve, Milan, Udinese e Inter in soli 6 punti.
La Juve (2-0 a Bergamo) è campione d’Italia e questo è un buon segno per il calcio italiano. Dopo il ritorno in serie A, per la Vecchia Signora si tratta del primo “titolo”. In classifica i bianconeri hanno 10 punti in più dell’anno scorso, quindi non sono in vetta per caso. Conte è riuscito a ridare carattere e grinta alla squadra, lavorando soprattutto sulla difesa (la meno battuta), che era il punto debole. L’imbattibilità, anche se è figlia di 8 pareggi, è un altro segno del ritrovato posto nell’élite del calcio italiano. Conte parla di fase transitoria e per lo scudetto se ne parlerà solo a dieci giornate dal termine. A parte lui però, nessuno più nega l’evidenza che la Juve è da scudetto. Le dirette inseguitrici rispondono alla capolista. Il Milan vince a Novara (0-3) e resta a -1 dalla Juve. In confronto ai bianconeri, il Milan ha il migliore attacco. Nel girone d’andata la squadra di Allegri ha avuto due sbandate: all’avvio (Napoli e Juve) e il derby perso malamente, mentre ha confermato gli stessi punti (40) di un anno fa, mantenendo la media scudetto. A Novara i rossoneri si regalano il primo tempo e dilagano nel secondo trascinati da un inarrestabile Ibrahimovic (doppietta e 14esimo gol) e dalle giocate del giovane El Shaarawy, che Allegri dovrebbe forse fare giocare con più continuità. Al Novara, ora ultimo da solo e dal futuro incerto, non è bastata una gara tutta impostata sulla corsa e sulla difesa. L’Udinese non molla e supera il Catania (2-1), rafforza il terzo posto e rimane a -3 dalla vetta. Non è più una sorpresa, una squadra che negli ultimi anni gioca ad alto livello e riesce sempre, con mirati e bassi investimenti, a sostituire chi parte e a ottenere risultati. I friulani hanno 11 punti in più e Guidolin mormora per la prima volta la parola scudetto, sfidando le grandi. L’Udinese proverà a restare in alto, già dalla prossima sfida con la Juve, anche se la affronterà con molte assenze.
L’Inter non gioca bene, ma vince (2-1), continua la striscia positiva, supera la Lazio al quarto posto e il sogno scudetto diventa meno proibitivo. Milito e Pazzini raddrizzano una partita che la Lazio aveva saputo gestire bene nel primo tempo (un palo e il gol di Rocchi). Prima del riposo il gol di Milito. Nel secondo tempo gara più equilibrata grazie alle nuove strategie tattiche (Inter con Sneijder e Obi) e nella Lazio Matuzalem per Hernanes. Nerazzurri più compatti e freddi a concretizzare la prima occasione: pallonetto di Pazzini su disattenzione della difesa laziale. Poi hanno contenuto bene gli attacchi dei romani. Reja si sentito però penalizzato per il millimetrico fuorigioco non fischiato a Pazzini nell’azione del gol e per il rigore non concesso per un fallo di mano di Lucio. Nelle altre gare è Roma spettacolo (5-1 al Cesena). Dopo otto minuti 3-0 e partita già decisa. Alla Roma riesce tutto, per suoi meriti, ma anche per demeriti di una difesa del Cesena inesistente. Totti segna una doppietta (gol 210 e 211) e supera Nordahl come miglior marcatore in singola maglia. Le altre reti di Borini, Juan e Pjanic. Roma lontana dalla vetta (-11), ma vicina all’Europa. Il Cesena resta più distaccato al terzultimo posto. Si salva il Napoli a Siena (1-1). Soltanto al 86’ Pandev pareggia il gol di Calaiò, dopo che Cavani aveva sbagliato un rigore. Napoli in difficoltà con le piccole che spesso riescono a imbrigliare gli attaccanti azzurri, i quali sbagliano anche nelle conclusioni. Ottima prestazione del portiere del Siena Pegolo, che ha salvato a lungo il vantaggio senese. Giusti i pareggi in Cagliari-Fiorentina (0-0), Bologna-Parma (0-0) e Lecce-Chievo (2-2) che lasciano la parte destra della classifica invariata. Da lodare il Lecce il punto d’oro, conquistato rimontando uno 0-2. Il Palermo batte il Genoa (5-3), ritrova la vittoria e torna a respirare. Da rilevare l’ottimo esordio nel Palermo del portiere Viviano, tornato in campo dopo il grave infortunio rimediato sei mesi fa.