Nel 2015 il numero dei controlli aziendali e le risorse impiegate sono aumentati. Il Consiglio federale ha elaborato una modifica legislativa e il relativo messaggio per contrastare il fenomeno in modo più efficace. Migliora anche la formazione degli ispettori cantonali, più mirata.
Casi sospetti e sanzioni
Nel 2015 è di nuovo calato sia il numero delle presunte violazioni dell’obbligo del permesso e di notificazione secondo il diritto degli stranieri, sia quello dei riscontri da parte degli uffici della migrazione sulle sanzioni inflitte. Poiché i Cantoni ridefiniscono ogni anno le proprie priorità in questo ambito, una riduzione dei casi sospetti e dei riscontri non significa necessariamente che il lavoro nero è diminuito.
Resta da vedere se anche nei prossimi anni si osserverà una tendenza in tal senso. Per quanto riguarda il diritto in materia di imposte alla fonte, le violazioni presunte e le sanzioni inflitte sono aumentate. Per ciò che concerne il diritto in materia di assicurazioni sociali si è constatato un lieve incremento dei casi sospetti, mentre il numero di sanzioni inflitte è nettamente salito rispetto all’anno precedente.
Lotta più efficace contro il lavoro nero
Dall’analisi è emerso che per ottimizzare l’esecuzione sono necessari adeguamenti legislativi soprattutto nei seguenti ambiti: segnalazione dei casi sospetti che esulano dall’oggetto del controllo, ampliamento delle autorità di supporto, obbligo reciproco di fornire informazioni, competenze di vigilanza della SECO e istruzioni per l’attività di controllo, sanzione delle violazioni all’obbligo di annuncio e di registrazione nella LAINF e nel diritto in materia di imposte alla fonte.