Disastro Germanwings: durante il volo Duesseldorf-Barcellona il 27enne ridusse l’altitudine del velivolo
Andreas Lubitz, il co-pilota della Germanwings che il 24 marzo scorso ha fatto deliberatamente schiantare l’Airbus A320 contro le Alpi francesi uccidendo tutte le 150 persone a bordo, aveva provato la discesa controllata del velivolo già nel volo di andata. Lo rivela il giornale tedesco Bild, citando fonti vicine alla Bea, l’Autorità per la sicurezza di volo di Parigi.
Secondo il quotidiano, nel rapporto degli inquirenti francesi, che dovrebbe essere pubblicato oggi, durante il volo Duesseldorf-Barcellona il 27enne ridusse l’altitudine del velivolo. Una “discesa controllata che è durata alcuni minuti e per la quale non vi era alcuna giustificazione aeronautica”, si legge. Una sorta di ‘prova’ della tragica manovra suicida che Lubitz portò a termine, dopo aver chiuso il comandante fuori dalla cabina, nel volo di ritorno.
Lubitz aveva sofferto di una grave depressione in passato e un computer rinvenuto nella sua abitazione ha dimostrato che nei giorni precedenti lo schianto aveva utilizzato internet per cercare informazioni sui metodi per togliersi la vita e sui dispositivi di sicurezza della cabina di pilotaggio. I pubblici ministeri hanno anche scoperto un certificato di malattia che attestava che quel giorno non avrebbe dovuto volare.
Gli investigatori della Bea hanno inoltre accertato che nell’aprile 2009, proprio a causa della depressione, il centro di medicina aeronautica della Lufthansa aveva rifiutato per ben due volte di convalidare al copilota il certificato medico. Quando nel luglio dei quell’anno è stato rilasciato un nuovo certificato, questo aveva una nota che obbligava il 27enne a sottoporsi a esami medici regolari. Dal allora, Lubitz ottenne ogni anno un certificato nel quale erano specificate quelle restrizioni. L’ultimo lo ebbe il 28 luglio del 2014 ed era valido fino al 14 agosto del 2015. “Siamo in una situazione in cui il problema medico era noto, è stato studiato ed in proposito venne presa una decisione”, ha spiegato il direttore del Bea Remi Jouty.
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